Agosto 2016

AGS cresce del 15% trasformando le idee in polimeri customizzati

ROSA’ (agosto 2016) – Un unico referente e riduzione dei tempi di quasi quattro volte. Così l’elettromeccanica decolla. AGS, azienda con quartier generale nel vicentino, sede tecnica a Udine e uffici esteri in Europa, Cina, Brasile e Usa, Europa, attiva nella subfornitura avanzata per i settori dell’elettronica e dell’elettromeccanica nell’ambito delle schede elettroniche e nello stampaggio di materiale plastico, ha fatto registrare un balzo del 15% delle commesse nei primi tre mesi di quest’anno. «Abbiamo applicato all’elettromeccanica i tempi dell’elettronica offrendo un interlocutore unico capace di seguire lo sviluppo di un prodotto dalla sua ideazione alla digitalizzazione alla consegna», spiega Denis Vigo, amministratore di AGS e cofondatore della società insieme con Renato Comelli. «Applicare questo dinamismo a un settore che storicamente è sempre stato più lento, ha significato per noi fare investimenti in termini di strumentazioni e personale, anche perché occorre un adeguato supporto tecnico, oltre che trasmettere al cliente la possibilità di reagire prontamente alle esigenze del mercato», continua Vigo. «In questa nuova filosofia ci hanno seguito i nostri fornitori, da quelli di materiale plastico ai produttori di polimeri, così da poter arrivare oggi a fare leva su un network molto dinamico che rende snello ogni tipo di processo». La conferma che la strada imboccata è quella corretta è arrivata anche dall’ultima edizione di Light & Building, fiera di riferimento per l’illuminotecnica che si è svolta a metà marzo a Francoforte. «L’illuminotecnica è uno dei mercati attualmente più vivaci», afferma l’amministratore di AGS. Le attrezzature per l’automazione per la casa – azionamenti elettrici e apri cancelli -, i telecomandi e le consolle richiedono oggi una elevata tecnologia e una grande attenzione all’estetica. Il settore risente infatti dell’intervento di architetti e designer che uniscono alla funzionalità dell’oggetto un valore estetico. In questo modo però ci si trova ad affrontare due tipi di questioni: da una parte c’è la necessità di avere una rete capace di rispondere anche questo tipo di richieste dove vengono comprese anche verniciature particolari o stampi particolari. Dall’altra, assistiamo a un invecchiamento dei prodotti molto più repentino che in passato». Come spiega Renato Comelli, referente tecnico di AGS, «il modello finora adottato di personalizzare quanto il mercato già offre non è più visto come una strategia di successo: si va verso una direzione di unicità di prodotto. La difficoltà è nel passare dall’idea al prodotto finale in tempi rapidi. AGS si è posta come interlocutore unico capace di rispondere a qualsiasi richiesta. Abbiamo abbattuto i tempi da un anno a tre-quattro

Ferplast festeggia mezzo secolo da leader nel pet comfort

CASTELGOMBERTO (agosto 2016) – Sono in corso le celebrazioni per il cinquantesimo “compleanno” della vicentina Ferplast, la multinazionale leader nella produzione di accessori per animali domestici, nata cinquant’ anni fa per volontà del suo fondatore e attuale presidente Carlo Vaccari, oggi affiancato nella governance aziendale dalla sorella Caterina e dal figlio Nicola, direttore generale. Una vera e propria family company, in cui «ingegno, tenacia, desiderio di affermazione e tanto spirito di sacrificio sono stati gli ingredienti di una storia di successo, iniziata nel seminterrato di casa e arrivata oggi a occupare oltre 170 mila metri quadri dislocati nelle tre sedi produttive di Italia, Slovacchia e Ucraina», spiega il fondatore. Una favola dei giorni nostri che dà lavoro a 1.000 persone, che coinvolge 12 filiali commerciali collocate in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Benelux, Polonia, Ucraina, Slovacchia, Russia, Cina e Sud America (Brasile) e che produce oltre 4mila articoli completamente realizzati internamente che trovano sistemazione nei 30 mila metri quadri adibiti a magazzini prima di essere spediti negli 85 diversi Paesi dei cinque continenti, con un tempo medio di consegna di 3/9 giorni lavorativi in Europa. Numeri che danno un’idea dell’escalation di un’azienda partita nel 1966 dalla costruzione manuale di gabbiette in ferro plastificato per uccellini e che ora riempie 1.700 autotreni di merce l’anno. «Investiamo l’8% del fatturato in ricerca per il miglioramento dei prodotti, con conseguente 15% di aggiornamento annuo della gamma a catalogo. Abbiamo sviluppato soluzioni all’avanguardia per il comfort dell’animale domestico e registrato oltre 100 brevetti internazionali», aggiunge Nicola Vaccari. Ferplast è un’azienda “green”, attenta all’ambiente al punto da gestire la filiera nei soli tre stabilimenti di proprietà così da garantire la massima qualità produttiva oltre all’ottemperanza delle rigide norme ecosostenibili autoimposte. Un impegno ecologico enorme se si pensa che ogni mese vengono gestite 2.600 tonnellate di materie prime metalliche, 5.300 tonnellate di materie plastiche oltre a legno, cuoio e tessuti. Ed è un’azienda votata all’innovazione, come sottolinea il nuovo payoff “New Pet Generation”, che ha spostato il focus dal conseguimento della notorietà del brand all’esclusivo rapporto tra l’uomo e l’animale, sia esso cane, gatto, pesce, volatile o roditore.

Tre mega commesse per la multinazionale italiana dell’energia

MILANO (agosto 2016)– Grazie a un forte sviluppo commerciale, che fa leva su commesse molto importanti, Nidec Asi cresce, amplia e riorganizza le proprie attività in Italia e nel mondo. La multinazionale italiana, controllata dalla giapponese Nidec, che offre soluzioni customizzate in tutto il mondo con un’ampia gamma di applicazioni industriali, ha messo a segno negli ultimi mesi tre risultati di rilevanza mondiale: si è aggiudicata a maggio un ordine del valore di 125 milioni di euro da parte di Transneft, il colosso petrolifero russo, per la fornitura di 250 motori elettrici che andranno a modernizzare l’attuale parco installato sui sistemi di pompaggio di una della pipeline più lunghe al mondo (circa 80.000 chilometri). Quest’ordine si aggiunge alla commessa vinta nel febbraio 2015 e relativa ad altri 70 mega motori e mega inverters per la pipeline di Espo (Eastern Siberia Pacific Ocean), che con oltre 4.000 chilometri collega la Russia ai paesi asiatici di Cina, Giappone e Corea del Sud. E, prima dello scorso Natale, Nidec Asi ha portato a casa anche la firma per la fornitura di un sistema multiplo di stoccaggio di energia elettrica per la utility tedesca Steag, con una capacità di 90 megawatt, il più grande mai realizzato finora. L’amministratore delegati Giovanni Barra sottolinea che «abbiamo appena concluso il 2015 con una crescita in due anni del 100% nell’ingresso ordini, un portafoglio salito del 200% e un Ebit triplicato dal 2013. Nel 2016 prevediamo di fatturare quasi 400 milioni di dollari con una crescita organica del 29% rispetto all’anno precedente». Le linee di business sono diversificate e oggi questa eccellenza tecnologica tutta italiana, in gran parte ereditata dal marchio storico Ansaldo Sistemi Industriali (Asi) conquista anche le più importanti commesse nel mondo. «Siamo una multinazionale che progetta e produce motori elettrici di grandi dimensioni, elettronica di potenza e sistemi di automazione industriale su commessa, con un forte orientamento sull’efficienza energetica», continua Barra. Il settore storico di provenienza è caratterizzato dallo sviluppo di sistemi per il controllo e l’automazione delle linee di produzione di impianti siderurgici, attività che nel corso degli anni si è estesa a settori diversi come il petrolchimico, l’energia convenzionale e rinnovabile, l’automazione industriale, il navale. Il know how di Nidec Asi poggia su oltre 150 anni di innovazione tecnologica grazie a un approccio engineered-to-order che permette di soddisfare le richieste di clienti in 86 Paesi del pianeta, con specifiche tecniche molto diverse. «Le dimensioni della nostra azienda – 1.600 dipendenti in 11 Paesi: Italia con 4 siti produttivi, Francia, Germania, Stati Uniti con due sedi, Romania, Russia, Emirati Arabi, Cina, Giappone e Sud Est Asiatico – ci danno efficienza industriale con flessibilità nella gestione commesse, messa in servizio e assistenza, permettendoci di competere tecnologicamente con multinazionali tedesche e americane molto più grandi e di offrire un servizio di altissima qualità. Stiamo rapidamente portando a compimento una serie di investimenti in Italia di circa 35 milioni di euro: a Milano con una nuova fabbrica e il nuovo headquarter; a Monfalcone per il raddoppio della capacità produttiva e nuove tecnologie».

Anemotech inventa il nano-tessuto che cattura lo smog e purifica l’aria

CASEI GEROLA (agosto 2016) – Abbattimento degli agenti inquinanti e rispetto dell’ambiente: questi due aspetti sono gli elementi chiave che hanno spinto la startup pavese Anemotech a mettere a punto The Breath®, l’innovativa tecnologia ambientale capace di adsorbire, bloccare e disgregare le molecole inquinanti presenti nell’atmosfera. The Breath® è uno speciale tessuto multistrato coperto da brevetto, che rende più salubre l’ambiente funzionando in maniera del tutto passiva: sfrutta il naturale ricircolo dell’aria senza essere alimentato da fonti energetiche esterne di origine elettrica o fossile. Collocato sulla parete come un normale pannello o un quadro, The Breath® garantisce performance sostenibili per un anno e una costante riduzione dell’inquinamento di circa il 20%. La soluzione è stata progettata per attirare le molecole inquinanti all’interno della propria anima carbonica additivata da nanomolecole; qui gli inquinanti vengono separati dall’aria, scomposti in particelle prime e intrappolati nella struttura fibrosa, senza possibilità di rilascio nell’ambiente circostante. Oltre alla funzione adsorbente, The Breath® svolge una funzione di mitigazione, lavorando in modo sistematico sulla carica batterica, le polveri e le muffe che vengono a contatto con il tessuto, e una funzione anti-odore: il pannello, infatti, non si limita a coprire o mitigare gli odori, ma ne assorbe e disgrega le molecole purificando l’aria dalle emissioni moleste. Gianmarco Cammi, direttore operativo di Anemotech e co-inventore della nuova tecnologia, ha sottolineato come il prodotto sarà introdotto sul mercato nella seconda metà del 2016, a tre anni di distanza dal brevetto:«Abbiamo scelto di investire tempo e 500mila euro in ricerca e sviluppo, lavorando a un rigoroso programma di validazione scientifica in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche. Il gruppo di ricercatori guidato dal professor Gabriele Fava, del Dipartimento di Scienze e Ingegneria della Materia, dell’Ambiente e dell’Urbanistica, ha curato i test di laboratorio sul materiale, coordinato la fase sperimentale in ambienti indoor e outdoor e seguito le certificazioni agli standard di sicurezza, gestione ambientale ed efficienza dei processi aziendali». La serietà di quest’approccio ha convinto un uomo di scienza come Umberto Veronesi a inserire The Breath® nella propria abitazione e, successivamente, a estenderne l’impiego all’Istituto Europeo di Oncologia. Le credenziali di credibilità di The Breath®, inoltre, sono rafforzate dalla partnership siglata con Legambiente, come annunciato da Andrea Poggio: «Il sistema sviluppato da Anemotech è indubbiamente un passo in avanti nei provvedimenti che si possono prendere per rendere più salubri gli ambienti di vita e di lavoro». Tra i punti di forza dell’innovazione prodotta da Anemotech figura proprio il fatto di essere progettata sia per ambienti indoor, pubblici e privati, sia outdoor, andando ad adsorbire inquinanti presenti nell’atmosfera e pericolosi per la salute umana detti inquinanti primari e secondari quali NOX, SOX, CO, CO2, COV, che danno origine alle ormai famose PM10, PM 2,5 e PM 1,0. Inoltre, la particolare tecnologia con cui è realizzata la superficie esterna di The Breath® permette la sua totale personalizzazione. Sul tessuto possono essere realizzate stampe di qualità fotografica, diventando in questo modo anche un oggetto di arredo che trova facile collocazione nelle più svariate location, dagli ambienti domestici alle scuole, dagli uffici agli ospedali.

Con i superyacht “made in Ancona” la nautica italiana domina il mercato

ANCONA (agosto 2016) – Si chiama M/Y Babbo il nuovo explorer yacht in acciaio e alluminio di 31 metri e 244 grt che Cantiere delle Marche ha varato ai primi di maggio per un armatore sudamericano e che sarà presentato ufficialmente al prossimo Yachting Festival di Cannes. M/Y Babbo è una nave a tre ponti, realizzata su misura come tutte le imbarcazioni di Cantiere delle Marche, con spazi interni dalle volumetrie generose: 240 metri quadrati circa che racchiudono in ogni dettaglio l’essenza dello yacht explorer, senza rinunciare alla qualità delle finiture manifatturiere e al lusso tipico del mondo dei superyacht. E’ questa infatti una delle chiavi del successo di CdM: essere riusciti per primi a coniugare questi due mondi senza diluire la vera essenza di alcuno dei due. M/Y Babbo si caratterizza per un layout particolarmente conviviale e per una grandissima attenzione alla dotazione di toys e diving center posti nell’enorme garage. Come tutte le imbarcazioni della Classe Darwin, anche M/Y Babbo è stata progettata per navigare agevolmente anche in difficili condizioni marine, resistendo a venti di oltre i 50 nodi senza alcun problema dal punto di vista di seakeeping e in piena efficienza dei sistemi come hanno già provato gli altri modelli della stessa classe che navigano ormai in tutto il mondo. Da sempre infatti, Cantiere delle Marche si contraddistingue per gli elevati standard progettuali che hanno reso le proprie imbarcazioni un benchmark di settore: scafo in acciaio 12 mm, piping in cupro nickel, generatori con parallelo automatico, frequency converter, stabilizzatori elettrici, sistemi di trattamento di acque nere, grigie e oli di sentina direttamente mutuati dal mondo delle navi da lavoro per utilizzi 24/365, certificazione MCA sono solo alcune delle caratteristiche standard della produzione CdM. «La qualità dei nostri Explorer aumenta varo dopo varo e questo, unito al rispetto – ancora una volta – dei tempi previsti contrattualmente, ci rende veramente orgogliosi», dichiara Vasco Buonpensiere, direttore commerciale del Cantiere. Il presidente di Cantiere delle Marche, Gabriele Virgili, aggiunge: «I risultati gestionali in costante crescita, le sei unità in costruzione tutte sopra i 100 piedi, il riconoscimento internazionale che culmina quest’anno con ben due barche in finale agli World Superyacht Awards, sono sicuramente grandi soddisfazioni per chi ha iniziato quest’avventura poco più che 5 anni fa». Cantiere delle Marche, leader mondiale nel mercato degli yacht dislocanti in acciaio e alluminio, nasce infatti nel 2010 per iniziativa di Virgili, Buonpensiere ed Ennio Cecchini, amministratore delegato. In pochi anni il Cantiere basato ad Ancona si è affermato nella nautica internazionale, consegnando ad armatori di tutto il mondo explorer yacht tra gli 80 e i 110 piedi dalle caratteristiche uniche, capaci di affrontare anche le navigazioni più impegnative alle latitudini più estreme, nella massima sicurezza e affidabilità. Il Global Order Book 2015 di Showboats International riflette appieno il successo a livello internazionale, illustrando che nel segmento explorer yachts CdM rappresenta il 12,5% della produzione mondiale in termini di unità, mentre – restringendo l’analisi agli yacht in metallo tra gli 80 e i 112 piedi – il cantiere marchigiano occupa ben il 60% del mercato di riferimento.