Giugno 2017

Con Gellify il matching tra start up digitali e aziende è più facile

BOLOGNA – Gellify, prima piattaforma di innovazione B2B in grado di connettere le start up software digital alle aziende tradizionali, ha sottoscritto l’aumento di capitale e l’ingresso in Datalytics, software vendor che impiega il phygital marketing, la gamification e la data visualization per aumentare la reputazione e la notorietà dei brand, incrementare le interazioni tra le aziende e i consumatori, convertirle in lead e concretizzarne il valore di business. «Siamo molto soddisfatti dell’ingresso di Datalytics nella piattaforma. L’unione di un team di talento – ha dichiarato Fabio Nalucci, ceo di Gellify – con il programma di gellificazione garantisce ottime prospettive di crescita. La visione di Datalytics si innesta nella nostra track di Big Data Analytics e ne sfrutta appieno le opportunità combinando le potenzialità dell’analisi dei dati con l’interazione fisica e digitale dei consumatori». Gellify opera tramite una metodologia proprietaria definita gellificazione, ovvero un processo brevettato che permette alle start up di migliorare le proprie skills tecniche e manageriali, l’organizzazione e i processi aziendali coerentemente con la propria crescita. Questo approccio riduce il fabbisogno di investimenti e il rischio complessivo, aumentando le chance di trasformare le start up in aziende efficaci sul mercato, efficienti e in grado di raggiungere col tempo dimensioni rilevanti. Datalytics è attiva nel mercato del customer engagement con numerosi clienti italiani e internazionali e più di 200 progetti digital realizzati dalla fondazione. «La gellificazione di Datalytics permetterà al nostro team di accelerare con l’evoluzione dei modelli di business e di aumentare il valore per le imprese che abbracciano la rivoluzione digitale», ha aggiunto Davide Feltoni Gurini, ceo e co-founder di Datalytics.

Industria 4.0: Ungari Group lancia la sfida del miglioramento continuo

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CORMANO – «La vera sfida dell’Industria 4.0 è la possibilità, oggi a portata di mano, di cambiare in meglio i nostri modelli organizzativi e aumentare la nostra competitività attraverso le persone che lavorano con noi, con l’obiettivo di generare più valore a favore dei clienti»: così Marco Ungari, amministratore unico di Ungari Group, inquadra le finalità dell’evento organizzato a metà maggio presso la sede operativa del gruppo, che alla presenza di un parterre di grande rilevanza impreditoriale e istituzionale – Maurizio Mazzieri di Toyota Material Handling Italia, Emanuele Cesari di Toyota Academy, Stefano Valvason di API Milano, Massimo Levratto di Samsung, Paolo Barbateli di Rold e Michele Crivellaro di Centro Sistemi – e con la partecipazione di oltre 150 addetti ai lavori, ha messo a tema il modello del Toyota Way e gli strumenti del programma governativo Industria 4.0 come vera e propria sfida per le piccole e medie imprese.
«Questo incontro – prosegue Ungari – ci ha dato l’opportunità di approfondire la conoscenza del mondo Toyota e scoprire così i benefici derivanti dall’applicazione dei principi del Toyota Way e del TPS (Thinking People System) inteso come modello organizzativo». Per Ungari Group l’implementazione del TPS ha rappresentato una svolta significativa, «perché è un sistema di management che mette le persone al centro: il TPS permette ai membri di un team di incrementare la qualità ottimizzando costantemente i processi e eliminando inutili sprechi. In estrema sintesi, è l’applicazione del “buon senso” quotidiano a problematiche anche complesse». A cui ha fatto seguito l’implementazione di nuove metodiche gestionali e nuove tecnologie – davvero in linea con l’Industria 4.0! – per rendere più “smart” i processi aziendali.
Sul Toyota Way quale premessa “culturale” allo sviluppo dei concetti di fabbrica intelligente o smart factory è intervenuto Maurizio Mazzieri: «Se riteniamo che oggi il valore di un prodotto sia fatto dal cliente, che lo vuole sempre più customizzato, allora si può dire che il sistema Toyota come paradigma produttivo sia il più conveniente in questo scenario. Però in Toyota sappiamo anche perché da noi funziona e altrove no, se non raramente. Perché questo non è il TPS ma il Toyota Way, dove le due parole magiche sono monozukuri, cioè l’arte di saper fare le cose attraverso le persone, e hitozukuri, ovvero l’arte di saper formare le persone. Senza di questo non funzionerebbe la lean o la smart factory, e quindi non sarebbe possibile passare all’Industria 4.0». Concetti esplicitati da Emanuele Cesari, che con la Toyota Academy sta diffondendo formazione e consulenza sul modello Toyota presso le pmi italiane, e trasformati in case history di successo nell’esperienza condotta dalla Rold, azienda manifatturiera che produce componenti elettronici per l’industria, in collaborazione con Samsung, colosso mondiale dell’elettronica di consumo, i cui prodotti consumer sono stati utilizzati in modo innovativo da Rold per generare miglioramento continuo nell’organizzazione aziendale, sfruttare tutti i vantaggi degli investimenti attuati sulla produzione e aumentare in modo marcato il fatturato proprio a partire dall’inizio della crisi. Anche Centro Sistema, con il gestionale Itek, ha mostrato in che modo la tecnologia informatica resa “amichevole” possa ottimizzare flussi di informazioni tecniche e commerciali agevolando il lavoro dell’intero staff aziendale. Lo ha ribadito Stefano Valvason, confermando che questa svolta epocale è realmente a portata di mano, grazie anche alle agevolazioni fiscali comprese nel piano nazionale per l’Industria 4.0.