NOVARA – Aprire nuove strade industriali per la produzione di importanti chemicals ottenuti da fonti rinnovabili anziché dalle tradizionali fonti petrolchimiche: è questo lo scopo del progetto Bio-Qed, finanziato dall’Unione Europea all’interno del VII Programma quadro e coordinato da Novamont (azienda leader nello sviluppo e produzione di biomateriali con 323 addetti e 135 milioni di euro di fatturato), che coinvolge dieci partner provenienti da 6 Paesi europei (Italia, Germania, Francia, Paesi Bassi, Croazia, Spagna), tra cui primarie realtà del mondo industriale e della ricerca europei come Fraunhofer Institut, Nova Institut, Cargill, Lubrizol, Rina, TNO, Miplast, Patentopolis e Mater-Biotech. Bio-Qed, partito a gennaio e di durata quadriennale, si inserisce all’interno della strategia UE sulla bioeconomia, che ha lo scopo di indirizzare il sistema economico europeo verso un più ampio e sostenibile uso delle risorse, conciliando le esigenze dell’agricoltura e della sicurezza alimentare con l’uso sostenibile delle fonti rinnovabili per fini industriali. «Questo progetto riveste un’importanza strategica per la ricerca Novamont, che ha accumulato una significativa esperienza nell’integrazione di processi chimici e biotecnologici per la trasformazione di biomasse attraverso lo sviluppo di tecnologie proprietarie. Ci darà modo di consolidare ulteriormente le nostre relazioni con i protagonisti della bioeconomia a livello internazionale», ha commentato Luigi Capuzzi, direttore della ricerca Novamont.
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