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AINM: Sette sindaci del territorio nord milanese uniti per il rilancio economico

SESTO SAN GIOVANNI – Il vecchio motto “l’unità fa la forza” è più che mai attuale in questo momento di crisi economica. Il nord Milano, area tradizionalmente trainante per l’economia nazionale sia nei settori industriali che in quelli della piccola e media impresa, vive ormai da alcuni anni una difficile crisi, legata non soltanto alla congiuntura nazionale, ma anche e soprattutto ad un progressivo impoverimento del tessuto industriale. Così l’Associazione imprenditori nord Milano, che raggruppa oltre un migliaio di imprese del territorio, ha invitato i sindaci dei comuni del nord milanese a un incontro per presentare i suoi progetti di sostegno al settore produttivo e per definire insieme alle amministrazioni comunali delle intese di collaborazione con l’obiettivo di rilanciare la vocazione produttiva del territorio. Al tavolo programmatico con il presidente di Ainm Salvatore Belcastro si sono così seduti i sindaci di Sesto San Giovanni Monica Chittò, di Cinisello Balsamo Siria Trezzi, di Bresso Ugo Vecchiarelli, di Cologno Monzese Mario Soldano, di Cormano Roberto Cornelli, di Paderno Dugnano Marco Alparone e di Cusano Milanino Sergio Ghisellini. «Il nostro obiettivo è coinvolgere le pubbliche amministrazioni del nostro territorio in azioni strategiche per il rilancio del sistema economico», ha dichiarato Belcastro. «Siamo convinti che i Comuni, mettendosi in rete, possano attuare una politica d’area omogenea creando un sistema economico produttivo attrattivo per nuove imprese e d’esempio a livello nazionale. Dobbiamo far comprendere agli imprenditori, anche i più sfiduciati, che questo territorio è pronto ad ascoltarli e a sostenerli. La sinergia tra Comuni e Ainm è un buon punto di partenza». Che si concretizzerà a breve nella creazione di uno sportello unico per le imprese a livello territoriale, gestito dalla stessa associazione.

ONI: nasce un nuovo comitato per tutelare le pmi del settore nautico

GENOVA – E’ nato il comitato Operatori nautici italiani (Oni). Sono piccoli e medi imprenditori e artigiani di varie regioni italiane, che soffrono per la crisi del comparto e hanno deciso di aggregarsi per raccogliere e portare avanti proposte concrete per lo sviluppo del settore e la salvaguardia delle professionalità . L’assemblea fondativa si è svolta in occasione del Seatec, la rassegna internazionale di tecnologie,  subfornitura e design per imbarcazioni, yacht e navi, svoltasi a Carrara. Oni nasce da una costola di Ont – Operatori nautici Tigullio, che ha visto la luce al salone nautico di Genova, nell’ottobre scorso, con l’iniziativa Contarsi per Contare. A firmare l’atto costitutivo, a Carrara, sono state aziende con sede in Liguria, Romagna, Toscana, Veneto. Al primo punto ‘«la necessità di aggregarsi per essere interlocutori degli amministratori pubblici locali e nazionali, di lavorare in sinergia e fare sistema con altre associazioni di categorie professionali quali CNna, Confcommercio, Confartigianato, Ucina e altre che operano nella nautica, partecipando eventualmente all’interno delle stesse». Il nuovo comitato si prefigge lo scopo di rappresentare le esigenze di categoria dei piccoli e medi operatori nautici italiani (artigiani e industriali) e ne faranno parte ditte individuali e società che operano nel settore nautico ma anche altre associazioni e reti d’impresa locali.

FEDERLEGNOARREDO: senza export e innovazione impossibile ripartire e crescere

MODENA – Per ripartire dopo cinque anni di crisi non ci sono altre strade se non quella dell’innovazione e della ricerca di nuove nicchie di mercato. A discutere di queste possibilità le aziende aderenti a FederlegnoArredo, riunite per il convegno nazionale del legno. Oltre 150 imprenditori si sono confrontati per cercare il modo più efficace per raggiungere nuovi traguardi in un mercato che ancora non è riuscito a ripartire. Sono grandi le difficoltà che ancora oggi il settore incontra, per questo è indispensabile puntare sull’estero. Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, ha voluto sottolineare come si debba guardare al di là del territorio nazionale: «pur non avendo la tradizione di export dell’arredamento e del design, le aziende del legno stanno guadagnando significative quote di crescita. Per favorire questo trend FederlegnoArredo sta lavorando per un piano ad hoc di internazionalizzazione e di sostegno all’estero per le aziende del comparto». In modo particolare, per una strategia vincente di internazionalizzazione, bisogna guardare a quei mercati ancora inesplorati, come l’Africa Subsahariana, il Vietnam e il Messico. Accanto all’export, però, non va dimenticata l’importanza dell’innovazione. Durante il convegno l’economista Stefano Zamagni ha suggerito ai presenti di investire in «innovazioni di rottura», ovvero in prodotti o processi in grado di modificare radicalmente il mercato e, quindi, le prospettive di crescita. Una direzione, quella dell’innovazione, che è già stata adottata dalle aziende del legno, con la creazione di prodotti nuovi e dalle grandi potenzialità.

ASSOPROVIDER: per una Telecom se ne va, mille ne rimangono

ROMA – La notizia della cessione della quota di maggioranza di Telco alla indebitata compagnia spagnola Telefonica, sebbene abbia costretto l’amministratore delegato di Telecom ad affermare che nulla cambia, è comunque l’ennesimo segnale della necessità di aprire finalmente, una volta per tutte, il mercato delle telecomunicazioni italiano a tutti quegli attori, tipicamente pmi, che fuori dalle logiche della finanza, producono reale Pil e occupazione pur lavorando in un contesto colmo di discriminazioni tese a favorire proprio quel gigante che da oggi perde ulteriori pezzi d’italianità. Assoprovider, per voce del presidente Dino Bortolotto, «esprime tutta la propria contrarietà alla possibile perdita del patrimonio economico e culturale che TI ha per anni rappresentato per l’Italia e per l’italianità nel mondo, ma allo stesso tempo ritiene ancor più doveroso riaffermare con forza che è sempre più urgente rimettere mano all’impianto regolatorio che continua ad impedire alle pmi italiane che operano nel campo delle telecomunicazioni, d’investire nel Paese in cui credono, per realizzare infrastrutture di nuove generazione, come hanno dimostrato di saper fare con le reti wireless di cui sono state pioniere. Oggi è caduto il presupposto di mantenere in vita un pretestuoso wallet garden nato per prolungare un “monopolio di fatto” (ora oligopolio), individuato principalmente nell’allegato 10 del Codice delle Comunicazioni, dove una grossa Telco paga oneri risibili per licenze radio e autorizzazioni nazionali per telefonia e posa di reti, mentre all’operatore locale vengono chieste cifre proporzionalmente esorbitanti che scoraggiano gli investimenti specialmente in aree in digital divide». Assoprovider ritiene suo dovere sollecitare nuovamente il ministro Zanonato e l’intero Governo, a mettere mano ai contributi amministrativi contenuti nell’allegato 10, per creare le condizioni affinché ciò che di veramente italiano ancora esiste e “resiste” trovi forti motivazioni ad accelerare lo sviluppo delle reti locali di nuova generazione.

ITALIA STARTUP e SIAMOSOCI: in 48 ore mezzo milione di euro per WIB

Milano, 9 luglio 2013 – Per permettere a una startup di crescere e innovare non servono “Santi in Paradiso” o elargizioni benefiche, ma un ecosistema trasparente che metta in rapporto il mondo delle startup e quello degli investitori e delle imprese. Per questo Italia Startup, l’Associazione no profit che rappresenta l’ecosistema italiano delle startup, ha stretto una partnership con SiamoSoci.com, uno dei primi portali italiani di crowdfunding, che permette agli investitori e alle imprese di trovare le startup su cui investire, ottenendo tutte le informazioni necessarie per valutarle e selezionarle.
“Grazie alla partnership con SiamoSoci.com”, afferma Federico Barilli, Segretario Generale di Italia Startup, “la nostra associazione sottoscrive un nuovo importante accordo con un soggetto qualificato che svolge un ruolo di sostegno alle startup, facendole entrare in contatto con il mondo degli investitori e delle imprese. Il focus di SiamoSoci quale riferimento per il mondo dei capitali è perfettamente allineato con gli scopi associativi che includono il confronto, lo scambio di servizi e il networking tra soggetti della filiera. Quest’ultima è composta da startup e da investitori istituzionali ma anche da imprenditori, famiglie industriali  e singoli investitori (familiy and friend) che credono nelle aziende giovani e innovative, investendo sul loro futuro e su quello del Paese. Uno degli obiettivi primari dell’Associazione Italia Startup è, infatti, far sì che gli imprenditori ricevano in cambio non solo potenziali ritorni finanziari, ma anche nuovi modelli industriali e produttivi. Un mecenatismo sano e intelligente che può agevolare lo sviluppo industriale italiano, creando nuovi e qualificati posti di lavoro.”
I risultati sono importanti e lasciano presagire sviluppi molto promettenti. Wib (Warehouse in a Box), startup con sede a Palermo, ha sviluppato il primo distributore automatico di prodotti di consumo in grado di gestire prodotti senza vincoli di forma e dimensione, permettendo ai retailer di implementare punti vendita sempre aperti, completamente automatici e controllabili via web, con investimenti e costi di gestione contenuti.
Grazie a Italia Sartup e SiamoSoci, Wib ha pubblicato il proprio profilo alle 16.30 di giovedì 27 giugno su SiamoSoci.com, aggiungendo il proprio business plan, la descrizione del team e tutti i documenti che permettessero una reale valutazione del progetto.  L’obiettivo era poter raccogliere un primo round di investimenti pari a 400.000€ che consentisse l’avvio della produzione delle prime macchine.
Sabato 29 giugno, a sole 48 ore dalla pubblicazione del proprio profilo, Wib aveva già raccolto manifestazioni di interesse all’investimento da 15 investitori per un totale di 530.000€, importo superiore a quello inizialmente richiesto.
“SiamoSoci.com garantisce agli investitori due valori indispensabili: trasparenza e fiducia”, afferma Dario Giudici, Fondatore e CEO di SiamoSoci.com. “La visura, il business plan, il business model, il team dell’azienda che richiede il finanziamento sono accessibili agli investitori iscritti, affinché possano valutare la capacità imprenditoriale di portare il progetto fino in fondo. E una volta che attribuiscono un finanziamento, accreditano a loro volta la bontà del progetto che hanno sovvenzionato, attirando così altri investitori. A partire dall’inizio del 2012 grazie a questa modalità abbiamo già fatto finanziare oltre 13 startup, per un totale di 15 round di finanziamento (Cortilia e Rocket Design sono state finanziate due volte e poi FunGo Studios, Pathflow, Risparmio Super, Styloola, NTQ-data, Chupamobile, Fortuna Vini, Viamente, Zucano, 20lin.es, Bulsara Advertising).” 
“Il modello di SiamoSoci è ispirato all’equity-crowdfunding, un metodo di finanziamento che l’Italia, tra i primi paesi al mondo, ha adottato di recente nel suo ordinamento giuridico – conclude Federico Barilli – Siamo in attesa del regolamento attuativo da parte della CONSOB, che ci auguriamo permetta di dotare a breve il nostro sistema economico-finanziario di questo innovativo strumento di finanziamento partecipato, attirando anche investitori dall’estero.”

ASPHI: tecnologie digitali al servizio della disabilità e dell’accessibilità

ROMA – Promuovere l’integrazione nel lavoro, nella scuola e nella società delle persone svantaggiate attraverso l’uso delle tecnologie digitali. E’ questo lo scopo della collaborazione avviata con la sigla di un protocollo d’intesa fra Confindustria Digitale, la federazione che in Italia rappresenta le imprese Ict (350  aziende con oltre 250.000 addetti e un fatturato annuo di oltre 70 miliardi di euro), e la Fondazione Asphi Onlus, impegnata da tempo sui temi della disabilità e delle tecnologie Ict per favorire autonomia e partecipazione di persone con disabilità e anziani.  Con questa azione si intende facilitare iniziative tra le imprese associate a Confindustria Digitale ed Asphi per qualificare sempre meglio servizi e prodotti in modo che siano accessibili e fruibili anche a un’“utenza fragile”, come disabili e anziani. L’accordo consentirà, inoltre, di sviluppare  una serie di attività fra cui quella di contribuire, in collaborazione  con l’Agenzia per l’Italia Digitale, alla definizione di regole tecniche in ambito e-government, accessibilità ai siti della pubblica amministrazione e agli open data; valorizzare le capacità lavorative delle persone disabili attraverso l’uso di tecnologie Ict e promuovere la creazione di nuovi ambienti di apprendimento accessibili con didattiche inclusive; identificare soluzioni e ausili digitali nell’ambito di progetti di Smart Communities e Smart Cities.  «Già oggi – ha affermato Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale -molte nostre imprese Ict hanno in campo iniziative specifiche destinate alle persone disabili, ma l’accordo con Asphi  ci consentirà di dar vita a un’azione sistemica capace di sensibilizzare le istituzioni e contribuire ad assicurare a tutti l’accessibilità e la fruibilità di tecnologie e servizi digitali». Franco Bernardi di Fondazione Asphi Onlus (che è anche ente valutatore ufficiale dell’accessibilità dei siti e delle applicazioni informatiche secondo la legge 4/2004), sottolinea l’importanza dell’accordo sottoscritto, come primo passo di un percorso che formalizza ed esplicita la consapevolezza della industria italiana dell’Ict sul significato fondante della propria attività per la crescita economica, sociale e civile di un Paese in cui tutti, senza alcuna distinzione, abbiano le stesse opportunità. In questo senso Asphi  può essere considerata come struttura di riferimento per favorire l’inclusione delle persone svantaggiate. Da qui la rilevanza della collaborazione con l’Agenda Digitale Italiana, prevista dall’accordo, alla quale Asphi ha già inviato un proprio contributo per i temi che interessano la disabilità.

CONFARTIGIANATO: Dalla resistenza al cambiamento: pmi lombarde proiettate oltre la crisi

MILANO – Gli artigiani lombardi hanno smesso di resistere: non perché sia venuta a mancare la voglia di stare, con le unghie e con i denti, sul mercato. Ma perché sono convinti che, a fronte di una crisi che dura da troppo tempo, sia venuto il momento di cambiare atteggiamento, provando a competere con nuovi strumenti. Questo il messaggio lanciato oggi, in occasione della presentazione del terzo Rapporto dell’Osservatorio Artigianato e Mpi di Confartigianato Lombardia, alla presenza dell’assessore alle Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Mario Melazzini. «I dati rilevati dal nostro Osservatorio raccontano di una Lombardia ancora forte sullo scenario competitivo, nonostante le difficoltà», spiega il presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti. «Basti pensare che siamo il territorio europeo con il più alto numero di imprenditori e lavoratori autonomi, quasi un milione; e che due distretti lombardi, quello del mobile della Brianza e quello lecchese dei metalli, guidano la classifica dei distretti con maggior propensione all’innovazione. Ma non possiamo chiudere gli occhi di fronte alle 5.600 imprese artigiane perse tra inizio 2012 e inizio 2013, di cui 3.700 nel solo settore delle costruzioni; né di fronte a un tasso  medio di occupazione degli under 35 del 53,9%, inferiore di quasi 10 punti percentuali rispetto al 2007, con 48mila giovani occupati in meno rispetto allo scorso anno». Prova a guardare dietro la crisi, alla ricerca di un percorso di uscita, anche Francesco Cancellato, ricercatore del Consorzio Aaster, che commenta così alcuni dati emersi dal Rapporto: «Qualche segnale debole di cambiamento già c’è. Lo portano quelle 23mila imprese che nel 2012 sono cresciute, appartenenti ai settori dell’informatica, della net e della green economy e dei servizi alle imprese. Ma anche i dati, ancora numericamente limitati ma in crescita esponenziale, sulle reti di impresa, che vedono primeggiare gli imprenditori lombardi e coinvolgono in egual misura imprese del manifatturiero e dei servizi.  Il cambiamento parte proprio da qui, dalla capacità di ibridare manifattura e terziario, territori e metropoli, saperi globali e saperi locali». L’assessore regionale Melazzini ha confermato che la giunta lombarda intende «rafforzare il nosro ruolo di propulsore dell’attività delle imprese lombarde partendo dalla consapevolezza che le aziende non sono solo un “fatto proprietario” ma un luogo in cui si realizza il bene comune: occupazione e benessere.  Per questo stiamo promuovendo un’azione combinata su più fronti. Metteremo a disposizione nei prossimi due mesi risorse pari a 60 milioni di euro finalizzate a: stimolare la nascita di nuove imprese; favorire l’aggregazione e l’internazionalizzazione; incrementare l’attrattività del territorio; sostenere la ricerca e l’innovazione. Allo stesso tempo stiamo rivolgendo massima attenzione a temi particolarmente sentiti dalle imprese, specialmente nell’attuale congiuntura economica: la semplificazione degli adempimenti amministrativi e dei controlli, l’accesso al credito e il sostegno alle imprese in difficoltà».

ANIMA: Più occupazione e competitività con il libretto formativo

MILANO – Se c’è un luogo, oggi, in cui è difficile far crescere le competenze del capitale umano e la competitività aziendale, questo è la piccola impresa, perché le leggi e le politiche di sviluppo sono talmente aggrovigliate e differenziate tra un regione e l’altra da rendere quasi impossibile dare ai lavoratori e agli imprenditori delle pmi le stesse opportunità di accrescimento culturale, organizzativo e tecnico di cui godono le grandi aziende, tanto che meno del 25% delle pmi manifatturiere gestisce piani formativi organici. «Il libretto formativo e la certificazione delle competenze possono essere la risposta a questa anomalia del sistema italiano, a patto che sia una strada condivisa da tutte le parti sociali e che si faccia in fretta, perché siamo alla fine della corsa: nel 2012 hanno chiuso 41 imprese manifatturiere al giorno, con 800mila lavoratori lasciati a casa»: così Barbara Pigoli, direttore di FormaMec (l’ente di formazione della Federazione Anima di Confindustria, che associa un migliaio di aziende italiane della meccanica), ha aperto i lavori della tavola rotonda promossa da FormaMec sul tema “Competenze in azienda, valore per il mercato”, alla quale hanno partecipato associazioni datoriali (Anima, Federacciai), i sindacati confederali territoriali e di categoria, enti di formazione e imprenditori. Durante l’incontro è stato presentato il rapporto di ricerca “Il libretto formativo e la certificazione delle competenze: il ruolo delle imprese”, condotto dalla stessa Pigoli insieme a Elena Righetti dell’Istituto italiano di valutazione, con i contributi di Ial, Riconversider e Fondimpresa. Tornato in auge con il decreto legislativo 13/2013 in attuazione della Legge Fornero, il libretto formativo rappresenta, per il lavoratore, uno strumento di comunicazione sul proprio curriculum di apprendimento e di competenze acquisite, per la ricerca di un lavoro, per la mobilità professionale e per il passaggio da un sistema formativo all’altro. Per il sistema delle imprese, costituisce uno strumento di informazione finalizzato da un lato a evidenziare in modo omogeneo e attendibile il percorso formativo della persona, facilitando la riconoscibilità di professionalità e competenze individuali all’interno di un percorso di inserimento e mobilità lavorativa, e dall’altro a far emergere la capacità competitiva dell’azienda rispetto al mercato. La testimonianza di Massimo Vitale, amministratore delegato della Isovit, azienda di Paderno Dugnano specializzata nelle bonifiche ambientali dell’amianto e in impianti a rischio (acciaierie, industrie chimiche e farmaceutiche, siti energetici…), ha infatti dimostrato che investire in formazione continua è un fattore di competitività e di occupazione: «Siamo passati da 8 a 40 dipendenti, con i quali abbiamo sviluppato negli ultimi anni un sistematico piano di formazione e aggiornamento delle competenze. Grazie a questo know how, centrato in particolare sulla sicurezza, abbiamo potuto crescere acquisendo diverse commesse con clienti importanti (Tenaris, Enel, Edison…), facendo leva non tanto sul prezzo più basso ma proprio sulle abilitazioni e qualifiche dei nostri addetti».

CONFARTIGIANATO: Ritardi nei pagamenti per l’80% delle pmi lombarde

MILANO – I primi risultati del sondaggio web sui tempi di pagamento, lanciato da Confartigianato Lombardia tra i suoi associati a fine marzo, indicano che un’impresa su 5 che ha partecipato alla rilevazione on line ha rapporti di lavoro con la pubblica amministrazione. Tra queste, 8 imprese su 10 non hanno riscontrato miglioramenti nei tempi di pagamento nei mesi successivi all’applicazione della direttiva UE, introdotta il 1° gennaio 2013 per contrastare il continuo allungamento dei tempi di pagamento. Secondo i dati rilevati, in Lombardia la pubblica amministrazione impiega in media 121 giorni per effettuare un pagamento alle imprese artigiane. Le aziende del Servizio sanitario nazionale ?impiegano in media 127 giorni per effettuare un pagamento, seguite da tutti gli altri enti pubblici che impiegano in media 126 giorni e dai Comuni con una media di 118. «Ad oggi pare che, nonostante l’approvazione della direttiva europea, lo sblocco dei crediti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese continui a non diventare realtà. I debiti della dello Stato, per diffusione e importo, sono diventati un problema rilevante per molte imprese artigiane, e in particolare per le aziende dei settori delle costruzioni e dei servizi alle imprese, che sono le maggiori fornitrici della pubblica amministrazione», ha commentato il presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti. «I lunghi tempi di pagamento sono un fenomeno particolarmente allarmante per quei comparti più di altri aggrediti dalle condizioni di recessione: eclatante il caso dell’edilizia, un settore in cui il 78,3% degli addetti lavora in imprese con meno di 20 addetti e dove la crisi ha fatto registrare nel corso degli ultimi quattro anni un calo che ha superato le 47mila unità». Il settore delle costruzioni risulta anche a livello nazionale il più esposto nei confronti della pubblica amministrazione: i crediti vantati dalle imprese incidono per un terzo (34,4%) del valore aggiunto del settore, dieci volte l’incidenza media dei debiti della pubblica amministrazione sul valore aggiunto dell’economia nazionale. Nel solo 2012, il valore aggiunto nel settore delle costruzioni ha subito un crollo del 6,3%.

CNA: la nuova casa delle pmi artigiane apre al Fuorisalone di Milano

CNA Milano apre la propria sede di via Savona 52 a un contest dedicato alla valorizzazione del lavoro artigiano che, insieme all’innovazione, si apre alle sfide del futuro. Quel fare da cui è possibile dare ulteriore accelerazione alle nuove tecnologie della produzione digitale. Una contaminazione dal potenziale creativo straordinario. L’esposizione, caratterizzata dal logo Fuorisalone via Savona52, sarà coordinata da CNA Milano – Monza Brianza, CNA Vicenza e CNA Lombardia. Protagoniste 50 aziende artigiane che esporranno proprie idee e prodotti in oltre 200 metri quadrati tra spazi interni e esterni ricavati da un rivoluzionamento degli uffici della nuova sede dell’associazione milanese. Una proposta nuova alla quale gli artigiani hanno aderito con grande entusiasmo lavorando al progetto fin dalla sua preparazione e contribuendo in modo significativo anche alla parte di ideazione creativa dell’allestimento. Mobilieri, arredatori, decoratori, fotografi, tappezzieri, orafi ma anche impiantisti, chimici, tornitori, architetti e designer. Le loro storie saranno raccontate sul blog http://fuorisalonecna2013.wordpress.com, nato per dare voce agli artigiani del design. Ampio spazio verrà dato alle aziende del fashion: sono 11 infatti le aziende del comparto moda di cui cinque in start-up. Grande attenzione anche all’infanzia con tre aziende di abbigliamento per bambini e alcune deliziose proposte di design per i più piccoli.

ASSOMEC: con la dote tirocinio le imprese possono rilanciare l’occupazione

MILANO – «C’è un solo modo per invertire il trend della disoccupazione giovanile, che anche il Lombardia ha raggiunto livelli preoccupanti: bisogna aiutare le imprese a rendere sostenibile, pure in momento di forte crisi economica, l’inserimento dei giovani e la crescita dell’occupazione stabile, rilanciando al tempo stesso l’azienda»: lo dichiara Barbara Pigoli, presidente di AssoMec e direttore dell’ente accreditato di servizi al lavoro Formamec, invitando i piccoli e medi imprenditori lombardi a cogliere subito i vantaggi della Dote Tirocinio messa a disposizione dalla Regione Lombardia. Tramite una struttura accreditata in Lombardia ai servizi al lavoro (Formamec, tel. 0245418303, info@formamec.it), una piccola impresa può ospitare un tirocinante con un rimborso di 1.000 euro per un impegno formativo da 3 a 6 mesi, e poi avere un contributo di 8.000 euro se assume il giovane con un contratto di lavoro subordinato (a tempo determinato, indeterminato, apprendistato, formazione lavoro, a tempo parziale, lavoro temporaneo interinale, lavoro condiviso, lavoro a domicilio), sia full time che part time, non inferiore a 12 mesi. La Dote Tirocinio può essere richiesta per giovani residenti o domiciliati in Lombardia, di età compresa tra i 18 e 29 anni, che siano neoqualificati, neodiplomati, neolaureati e anche inoccupati da almeno 6 mesi. «Tutte le imprese lombarde – prosegue la Pigoli – hanno la possibilità di mettere alla prova e poi assumere giovani figure professionali per migliorare i processi di innovazione dell’impresa, potendone verificare competenze e abilità attraverso il tirocinio e godendo di un contributo economico in caso di assunzione, abbattendo così parzialmente i costi salariali per il lavoratore neoassunto».

CNA: al via il counseling di quartiere per aiutare artigiani e piccoli imprenditori

MILANO – E’ stato inaugurato a Milano il primo servizio di counseling di quartiere, aperto a tutti e dedicato? in particolare ad artigiani, piccoli imprenditori e professionisti milanesi. Il progetto, avviato da Cna Milano,? fa seguito a una ricerca condotta dall’associazione per evidenziare lo stato di salute di artigiani e imprenditori colpiti dalla crisi. «Lavoratori, imprenditori e artigiani in difficoltà per il lavoro -? spiega? Maria Cristina Koch, counselor, formatrice e psicoterapeuta che ha collaborato alla costruzione della ricerca – potranno trovare nel colloquio di counseling un affiancamento laico, rivolto a individuare le risorse interne ed esterne della persona verso la progettazione di una fattibilità praticabile e verificabile. Vogliamo superare l’idea antiquata del trovare un lavoro affinché la persona lavoratore possa creare il suo lavoro e tornare a essere protagonista della propria vita». Nel dettaglio la ricerca evidenzia come parallelamente a una sensazione di una crisi crescente (percepita nel? 2007? solo dal 5,4% degli intervistati) si accetti di guardare alle proprie debolezze. Il 63,2% degli intervistati dichiara “non posso permettermi di ammalarmi”, il 36,7 % di avere avuto contraccolpi sulla propria salute, il 15,7 sulla salute dei propri familiari e il 26,7 sui rapporti tra coniugi. Il 53% riconosce la propria debolezza passando da una situazione di stress positivo a una situazione di rabbia e sfiducia.? La convinzione in sé stessi, il desiderio di battersi permangono vivi (46,5%) sebbene con prospettive di ricompense sempre più incerte e oscure (30,8%). C’è grande accordo (96,2%) nell’attribuire alla classe politica gravi responsabilità. Ma? ciò che più dà fastidio è la ferita morale della propria onestà per essere considerati portatori di disvalori (84,3%). Nonostante la convinta speranza nel futuro (67%) in pochi immaginano di poter fare cose diverse (19,5%) perché la forza interiore è legata a uno specifico mestiere. «A partire dal 2007 la situazione economico-finanziaria, politica e fiscale in Italia è mutata rapidamente, causando disorientamento e perdita di fiducia da parte di artigiani e? piccoli imprenditori che assistono impotenti alla quotidiana svalutazione della propria professionalità», afferma Lauro Venturi, ceo di Cna Milano – Monza Brianza. «La perdita del lavoro e, dunque, l’impossibilità di guadagnarsi da vivere mediante l’unico mestiere che conoscono, annienta il benessere emotivo e relazionale dei micro e piccoli imprenditori che identificano se stessi con la competenza nel costruire oggetti e offrire servizi utili per la comunità. In un contesto istituzionale e politico caratterizzato dall’incertezza, l’imprenditore è incapace di recuperare l’autonomia e la motivazione necessarie per immaginare un futuro non più plasmato dalla sua manualità creativa. In questo senso il counseling può essere un valido supporto».

ASSOLOMBARDA: Biffi nuovo presidente delle piccole imprese

Alvise Biffi è il nuovo presidente della Piccola Impresa di Assolombarda per il prossimo quadriennio. E’ stato eletto dal Comitato della piccola impresa e diventa così anche vicepresidente di diritto dell’associazione degli imprenditori dell’area milanese. Biffi, 34 anni, laureato in economia aziendale all’Università Bocconi di Milano, è fondatore e amministratore della Secure Network di Sesto San Giovanni, azienda specializzata in consulenza, formazione e tecnologie innovative per la sicurezza informatica, e della 18Months, una start up milanese di software engineers creativi nata per realizzare soluzioni innovative cloud based che modernizzerà l’esperienza del cinema rendendola social.

ASSOMEC: al via i Lunedì dei Saperi d’Impresa per trovare risposte e soluzioni anti-crisi

MILANO – Prende il via lunedì 22 ottobre alle ore 18,30 il ciclo di incontri “I Lunedì dei Saperi d’Impresa”, organizzato da AssoMec e Fabbrica del Sapere d’Impresa presso la sede di corso Vercelli 1, aperto agli imprenditori che vogliono confrontarsi sulle problematiche e opportunità legate allo sviluppo aziendale. Durante il primo incontro, intitolato “Non per soldi, ma per creare valore”, si parlerà di accessibilità ai finanziamenti europei per l’innovazione con Gianfranco Malagola, direttore di Alesamonti, una piccola impresa varesina che produce macchine utensili e che nel 2008 ha avuto un’intuizione: realizzare la prima fresatrice al mondo in grado di produrre i componenti e, al tempo stesso, di misurarli per correggere eventuali errori di lavorazione. Per sostenere l’investimento, l’impresa ha cercato dei partner, ha costituito un consorzio di pmi e università e ha partecipato a un bando europeo, ottenendo 3,6 milioni di euro di finanziamenti europei destinati a coprire il 70% delle spese stimate per il progetto d’innovazione. Ai “Lunedì dei Saperi d’Impresa”, che si tiene ogni terzo lunedì del mese, un imprenditore racconta la propria storia di successo e a seguire si apre un confronto tra i partecipanti per verificare opportunità e trovare nuove strade percorribili. «Lavorando a stretto contatto con le imprese, si respirano l’incertezza e la difficoltà causate dalla crisi che sta attraversando il comparto produttivo. Gli imprenditori hanno bisogno di non essere da soli per intravedere una speranza», commenta Barbara Pigoli, presidente di AssoMec. «A partire da questa esigenza è nata l’idea di creare un’occasione di incontro con altri imprenditori, che oggi continuano con coraggio a investire sul capitale umano e sull’innovazione ottenendo risultati concreti». La partecipazione all’incontro è gratuita, previa iscrizione presso la segreteria organizzativa (segreteria@assomec.eu, tel. 02435132109). AssoMec è l’aggregazione nazionale su base volontaria tra le imprese della filiera meccanica che hanno scelto la “via alta”, basata su conoscenza, qualità e innovazione, come modello per lo sviluppo sostenibile, la responsabilità sociale e la competitività. Oggi AssoMec opera al servizio di oltre 350 imprese manifatturiere italiane come un soggetto indipendente e intermedio sul mercato delle politiche per lo sviluppo; articola la domanda espressa da imprese e lavoratori, generando la risposta tecnica e finanziaria a favore della competitività e occupabilità, in una logica di partecipazione, sussidiarietà e coesione sociale. La crescita strutturale, partecipata e collettiva dell’impresa è garantita dal rispetto dall’esclusiva procedura AssoMec certificata di articolazione della domanda, che avviene attraverso il rapporto personale con gli Esperti in politiche di sviluppo aziendale.

FEDERALIMENTARE: Accordo con Intesa Sanpaolo per far crescere il “made in Italy” agroalimentare

ROMA – Se la società si evolve e cambiano stili di vita e consumi alimentari, allora è il momento di investire su nuovi prodotti di facile utilizzo che consentano di far risparmiare tempo. Per questo Intesa Sanpaolo e Federalimentare hanno siglato un accordo ad hoc a sostegno delle aziende agroalimentari che intendono soddisfare questi trend di consumo, che mirino a un’alta capacità innovativa e presentino progetti imprenditoriali che rafforzino la loro proiezione internazionale per sfruttare le opportunità rappresentate dai mercati esteri. Ovvero, a sostegno di tutte le imprese che vogliono valorizzare le proprie produzioni all’insegna del “made in Italy” d’eccellenza in campo agroalimentare. Con questo accordo Intesa Sanpaolo? – attraverso la società di consulenza per l’agribusiness Agriventure – si propone come interlocutore qualificato per sostenere gli operatori dell’agribusiness nel trovare concrete soluzioni operative che consentano di attuare progetti imprenditoriali capaci di produrre nel tempo un reale valore aggiunto, anche attraverso un approccio di filiera che permetta di operare sul timing delle reali esigenze degli operatori del comparto. Lo scopo è quello di delineare azioni congiunte volte al rilancio della competitività del settore? (favorendo lo sviluppo di prodotti innovativi ad alto valore aggiunto quali quelli di IV e V gamma, cibi pronti e salutistici) anche mediante la creazione di reti di impresa agricole. Come? L’accordo prevede la possibilità per gli associati di Federalimentare di rivolgersi ad Agriventure per far esaminare e valutare la? sostenibilità economico finanziaria dei loro progetti imprenditoriali e?la loro coerenza con le linee guida progettuali e con le potenzialità di sviluppo future. Gli associati di Federalimentare possono richiedere consulenza presso una delle filiali del gruppo Intesa Sanpaolo: sarà cura del gestore small business e/o del direttore della filiale richiedere in merito l’intervento e il supporto dello specialista Agriventure di riferimento sul territorio. Agriventure, nata nel 2009, offre servizi di consulenza alle società del gruppo bancario e alle imprese del settore primario, mediante l’analisi del contesto economico e dei trend di mercato, studi e ricerche dei fabbisogni di specifiche filiere, con l’obiettivo di elaborare soluzioni su misura per i clienti e fornire assistenza specialistica nell’individuazione degli strumenti giuridici, societari ed economico finanziari più adeguati alle proprie esigenze.

Ci.Emme.

UCOMESA: cresce del 20% l’export delle macchine stradali e da cantiere

MILANO – Secondo l’analisi dell’associazione Ucomesa, associazione federata ad Anima che raggruppa una settantina di costruttori di macchine per lavori stradali e di cantiere, le esportazioni italiane sono aumentate del 20% rispetto a giugno 2011. Lo confermano i dati Istat aggiornati al giugno 2012. Tra i comparti rappresentati in Ucomesa, le macchine per perforazione/tunnelling (+31,9%) trainano il settore. A seguire le macchine per la lavorazione degli inerti (+18,5%) che, va sottolineato, erano le uniche a registrare nel giugno 2011 un andamento negativo dell’export. Cresce in misura inferiore l’export delle gru a torre (+13%) e delle macchine stradali (+12,8). Meno significativo (+6,1%) è il rialzo nel comparto delle macchine e degli impianti per il calcestruzzo. Per le macchine movimento terra l’export aumenta (+22%), un buon risultato che tuttavia poco contribuisce a far recuperare la situazione pre-crisi. L’ulteriore calo delle importazioni (l’intero comparto perde in media il 24,7%, con punte di oltre il 37% per le macchine movimento terra e del 35% per le gru a torre) riconferma la difficile situazione del mercato delle costruzioni in Italia. L’ attivo della bilancia commerciale del settore è pari a circa 1,25 milioni. «L’export ripartito per Paese dei nostri settori – commenta il presidente Luca Turri – vede ai primi tre posti Russia, Turchia e Stati Uniti. Un segnale che lascia pensare a uno spostamento del baricentro del nostro export al di fuori dell’area Euro, dove fino a qualche tempo fa era prevalente. Vedremo, a consuntivo, se questa tendenza sarà confermata. Sta di fatto che verso Francia e Germania, nostri tradizionali mercati di sbocco, l’export italiano registra nel semestre un volume di fatturato pari a circa la metà di quanto realizzato in aggregato in Russia, Stati Uniti e Turchia. Fa riflettere il dato , relativo alle macchine movimento terra, che oggi fatturano all’estero la metà di quanto realizzato dall’insieme dei settori rappresentati da Ucomesa».

PMI LOMBARDIA: Più matching d’affari con il network tra associazioni

BRESSO – C’erano anche le istituzioni, in rappresentanza dei Comuni di Bresso e Cinisello Balsamo, Provincia di Monza e Brianza e Regione Lombardia, a salutare gli oltre trecento imprenditori che hanno partecipato al “battesimo” pubblico della nuova rete di associazioni nata tra Milano e la Brianza, ma già aperta alla collaborazione con altre realtà aggregative regionali e nazionali. «Oggi un’associazione d’imprese non può più limitarsi a fare il compitino per rispondere a una finalità di rappresentanza sempre meno garantita», ha dichiarato Salvatore Belcastro, vicepresidente di Ainm (Associazione imprenditori nord Milano) e promotore dell’evento. «Bisogna dare risposte concrete alla domanda urgente di opportunità, soluzioni e risorse che sale dal mondo della micro, piccola e media impresa. Per farlo occorre unire gli sforzi, fare massa critica, mettere in comune organizzazioni e strutture.? L’Unione europea invita le nostre pmi a fare rete, allora facciamolo subito noi come associazioni». Detto fatto: al Matching Day di Bresso, oltre agli imprenditori di Ainm hanno partecipato quelli di Pmi Brianza guidati dal presidente Giovanni Sala, i milanesi di Alime (Associazione libere imprese europee) rappresentati dal presidente Antonino Tricomi , e quelli del nord ovest milanese aderenti all’Ail (Associazione imprenditori lombardi) con il presidente Claudio Ferrari. Tutti uniti da un unico obiettivo: creare occasioni di contatto e relazione tra imprenditori e professionisti, per favorire condizioni di crescita comune, mettendo insieme l’ “hardware” delle imprese manifatturiere con il “software” dei consulenti e delle società di servizi alla produzione. Un percorso che Ainm, Alime e Pmi Brianza hanno già consolidato nella costituzione di Pmi Lombardia, un soggetto aggregato che oggi “vale” circa 900 imprese e che aderisce al sistema aggregato delle 25mila imprese di Pmi Italia.

ASSOMEC: Come reagire alla crisi? Con lo Sportello Impresa per i piccoli industriali

MILANO – Mercoledì 19 settembre è il primo “anti-crisi day” del manifatturiero: AssoMec, associazione che opera al servizio di oltre 350 imprese della filiera meccanica, mette a disposizione delle pmi manifatturiere lo Sportello Impresa, un servizio di consulenza e supporto gratuito che offre risposte concrete per combattere la crisi scegliendo la via del rilancio, dello sviluppo e dell’occupazione. Gli esperti in politiche di sviluppo aziendale saranno a disposizione ogni primo e terzo mercoledì del mese (dalla 9 alle 13) presso la sede milanese di AssoMec (corso Vercelli 1, tel. 02.43513210) per un confronto diretto con gli imprenditori, proponendo soluzioni e strumenti immediati per reagire alla crisi. «La crisi che sta attraversando l’intero sistema produttivo costringe spesso gli imprenditori a tagliare i costi e le risorse, con un conseguente impoverimento del valore aziendale», ?commenta Barbara Pigoli, presidente di AssoMec. «Lo sportello è un momento di dialogo che serve a dar voce alle domande degli imprenditori e a mostrare una strada alternativa basata su conoscenza, innovazione e sviluppo. Esistono molte opportunità a disposizione degli imprenditori, lo scopo dello Sportello Impresa è che vengano conosciute da tutti». Gli imprenditori possono incontrare consulenti specializzati in grado di assisterli nell’accessibilità a tutte le opportunità di finanziamento per internazionalizzare, innovare e sviluppare l’azienda. Le aziende saranno informate anche sulla possibilità di accedere a finanziamenti a fondo perduto per la formazione, offerte da Fondimpresa, altri fondi paritetici interprofessionali ed enti pubblici. Oltre agli aggiornamenti su tutte le linee di finanziamento disponibili, AssoMec mette al servizio degli imprenditori anche specialisti e avvocati che forniscono un supporto tecnico specifico. Con i legali dello studio Battagliese Buonaguidi si potrà approfondire il tema della tutela del patrimonio aziendale, mentre la consulenza tecnica degli esperti AssoMec servirà a verificare la corretta applicazione delle Direttive di prodotto previste dalla legislazione europea, per evitare di incorrere in sanzioni. Per prenotare una consulenza gratuita basta contattare la segreteria organizzativa di AssoMec: tel. 02.43513210, segreteria@assomec.eu).?

ASSOLOMBARDA: scuole e imprese insieme per rilanciare l’istruzione tecnica

MILANO – Un progetto per raccogliere le competenze richieste dalle imprese e condividerle con il sistema dell’istruzione tecnica. Questo il senso dell’iniziativa “Reti di imprese per l’istruzione tecnica”, promossa da Assolombarda d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia, che ha visto imprese e scuole lavorare fianco a fianco, alla ricerca di una maggiore congruenza tra i profili professionali richiesti dal sistema produttivo e i percorsi formativi dei giovani. Il disallineamento tra le scelte e i percorsi formativi dei giovani e le richieste del sistema produttivo è preoccupante: per la Lombardia, Confindustria stima tra 20 e 30mila le offerte di lavoro per figure tecniche che, crisi o non crisi, non stanno trovando risposta. Che fare per accorciare le distanze? Rilanciare l’istruzione tecnica, promuoverla presso i giovani e le famiglie e, soprattutto, costruire un rapporto stretto tra imprese e istituti tecnici del territorio, che consenta di raccordare meglio i curricola scolastici e le aspettative dei giovani con le esigenze effettive del sistema produttivo. Con il progetto “Reti di imprese per l’istruzione tecnica”, Assolombarda si sta muovendo da tempo proprio in questa direzione. L’Associazione ha costituito e sta consolidando un network territoriale di aziende e istituti tecnici che hanno deciso di assumere una responsabilità condivisa per valorizzare la cultura tecnica e formare la prossima generazione di lavoratori. Dal progetto è nata una collaborazione intensa che, a partire dalla rilevazione del fabbisogno di competenze delle imprese in vari settori (chimica, meccanica, elettronica, Ict, amministrazione e finanza, turistico e alberghiero), ha portato alla co-progettazione di alcune esperienze innovative di alternanza scuola-lavoro, incentrate sulla didattica per competenze e su una metodologia di valutazione condivisa tra scuole e imprese. Gli studenti hanno avuto l’opportunità di familiarizzare con la complessità dell’ambiente di lavoro e dell’organizzazione aziendale, apprendendone logiche e regole di comportamento. Mentre le imprese hanno la possibilità di poter contare su un “vivaio” di giovani già conosciuti e adeguatamente formati per gli inserimenti futuri. Il progetto “Reti di imprese per l’istruzione tecnica” ha coinvolto numerose imprese e istituti tecnici nelle provincie di Milano, Lodi e Monza e Brianza, che hanno realizzato esperienze innovative di alternanza scuola-lavoro. In particolare sono state presentate le esperienze di collaborazione impresa-scuola svolte da: STF (Magenta) e Ipsia Leonardo da Vinci (Magenta); Techint (Milano) e Iti Breda (Sesto San Giovanni); Continuus Properzi (Sordio) e Itis Volta (Lodi); Castel (Pessano con Bornago) e Iti Breda (Sesto San Giovanni); Accenture (Assago) e Itis Mattei (San Donato Milanese).

FEDERCOMATED: le ristrutturazioni siano detraibili anche per gli edifici industriali

MILANO – Federcomated, la Federazione nazionale dei distributori di materiali per l’edilizia, valuta positivamente l’imminente decreto del ministro dello Sviluppo economico che, fra le varie misure previste, eleverebbe dal 36 al 50% le detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia (con il probabile innalzamento da 48 a 96mila euro del limite di importo detraibile) e metterebbe a regime le detrazioni al 55% (fino a 100mila euro) per gli interventi di riqualificazione energetica. «Sono misure importanti quelle in via d’approvazione – afferma Giuseppe Freri, presidente di Federcomated – ma noi riteniamo che si possa fare anche di più estendendo le detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia anche a uffici, edifici industriali e commerciali. Non soltanto, quindi limitandole, all’edilizia residenziale privata. L’estensione della detrazione darebbe, a nostro parere, una forte spinta all’economia. Sono 9mila in Italia – rileva Federcomated – le imprese della distribuzione edile con 60mila occupati per un mercato (dato 2011) stimato in 20 miliardi di euro, oltre il 12% del mercato complessivo dell’edilizia. «Un altro intervento che riteniamo indispensabile per innescare un processo di ripresa – aggiunge Freri – è che diventi permanente la detrazione sul risparmio energetico con una decisa sburocratizzazione delle procedure per ottenerla».