Percorsi d'eccellenza

Da Tessitura Lazzati i filati certificati “eco-friendly”

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MILANO – La svolta nel tessile si chiama green. Dall’economia circolare nascono sempre più prodotti attenti all’ambiente con lavorazioni “a impatto zero”. E anche nel periodo dell’emergenza sanitaria, l’attenzione ai temi ecologici non è calata: la Tessitura Fibre Artificiali A. Lazzati di San Vittore Olona (Milano) ha registrato una richiesta crescente per i prodotti “eco-friendly”. Ovvero, filati di poliestere e nylon interamente ottenuti da processi di recupero, ma anche finissaggi senza il ricorso a sostanze chimiche inquinanti: processi che sono il frutto di un lungo percorso di ricerca che pone oggi la Lazzati tra le realtà più innovative del tessile italiano.  «Abbiamo da poco ricevuto la conferma della certificazione GRS – Global Recycle Standard», annuncia Marilena Vercesi, responsabile del reparto di ricerca e sviluppo della Tessitura Fibre Artificiali A. Lazzati, azienda che, con alle spalle più di 60 anni di storia, continua a mantenere la conduzione familiare e che, insieme con Leucadia e Texnob, costituisce il Lazzati Group. «È un importante riconoscimento che interessa non solo i prodotti, ma anche le aziende produttrici che utilizzano materiali riciclati all’interno delle loro creazioni. La GRS, per tramite di Icea (Istituto per la certificazione etica e ambientale), certifica infatti non solamente la filiera eco per i materiali dichiarati 100% riciclati, ma anche che l’azienda stessa è attenta alle tematiche ambientali, politiche e sociali con azioni utili al territorio».

Prosegue Vercesi: «nel settore tessile e, in particolare, nel mondo dell’abbigliamento sono sempre più i marchi che decidono di utilizzare esclusivamente materiali riciclati per le loro collezioni. È una spinta verso tematiche di ecosostenibilità che arriva anche dal consumatore finale». La continua ricerca di soluzioni green ha permesso alla tessitura di San Vittore Olona di produrre tessuti in poliestere e nylon 100% riciclato post-consumer. «Il poliestere è ottenuto da un processo di recupero delle bottiglie in plastica, mentre il nylon deriva dal recupero di reti da pesca e tappeti non più utilizzati», spiega Vercesi. «In entrambi i casi siamo riusciti a sviluppare tessuti interamente sostenibili, certificati e di alta qualità. Questi tessuti trovano facilmente impiego nel settore sportivo e fashion, ma soprattutto contribuiscono a ridurre sensibilmente l’impatto ambientale dovuto alla loro produzione ex-novo». È anche possibile ritrovare questa “spinta green” verso i finissaggi utilizzati per aggiungere l’idrorepellenza nei tessuti. «La soluzione C-zero prevede l’impiego di una resina particolare che non utilizza sostanze chimiche perfluoroalchiliche come Pfos e Pfoa, sostanze particolarmente inquinanti e già oggetto di restrizioni da parte dell’Unione Europea. Con questo finissaggio non vengono alterate le caratteristiche del tessuto e, allo stesso tempo, anche in fase di lavaggio non c’è pericolo di rilascio di tossine dannose per l’ambiente», aggiunge Vercesi.

Vitavigor: qualità e originalità nel menu del successo

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MILANO – Guardare avanti, anzi oltreoceano per continuare a crescere senza dimenticare l’importanza delle proprie radici: questa è la filosofia di Vitavigor, azienda meneghina conosciuta in tutto il mondo per i “Super Grissin de Milan”, che guarda al futuro, lavorando su innovazione e originalità. Le prime indicazioni positive giungono dal fatturato che, al termine del 2021, sfiora i 5 milioni (+7% rispetto al 2020) con un +5% dal mercato italiano e +11% dall’estero. Restando in ottica export, la crescita maggiore per volume di prodotto si è verificata negli Stati Uniti con una crescita del 346%, seguita da Spagna (+40%) e Francia (+22%).Per quanto riguarda il Bel Paese, invece, si registra la crescita, anche se lenta, dell’horeca, seguita da un incremento più che ottimale della gdo grazie, in particolar modo, alla distribuzione dei prodotti in regioni oltre il solito raggio d’azione come il Veneto. A livello di referenze all’interno dei confini nazionali, cresce la linea dei grissini Hospitality Fashion. A tal proposito, sono le nuove referenze della linea di snack Vitapop Appena lanciata a registrare un incremento totale pari al 70%. Mentre i minicracker Vitafitregistrano una crescita del 15%. A livello globale, invece, emerge un +10%, in termini di produzione dei prodotti a marchio e un incremento del 4% per quelli realizzati per conto di terzi. «Nonostante l’incertezza che regna per via del tragico conflitto in corso, che sta portando alle stelle il prezzo delle materie prime e mettendo in crisi i fornitori, vogliamo proseguire nel percorso di crescita, continuando ad investire anche in ottica adv e pubblicità. Inoltre, sarà di fondamentale importanza la partecipazione ai più grandi eventi del nostro settore: grazie a questi, è possibile ricominciare a fare networking e, di conseguenza, ampliare il bacino di clienti e buyer», afferma Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor. Entrando più nel dettaglio in merito agli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina, si registra un aumento considerevole del valore di prodotti come la farina di grano tenero (+48% da febbraio e +133% sul 2020). Sulla stessa lunghezza d’onda si dimostra anche l’olio con un incremento di prezzo pari al 24% rispetto al periodo pre-conflitto e del 74% sul 2020.

Dall’ufficio al campo il welfare innovativo di Zucchetti

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LODI – L’innovazione si misura nel concreto dei progetti realizzati ma anche nel valore del pensiero che li ispira: è la concezione alla base di HR Alliance, partnership per la gestione del personale ideata da Zucchetti, la prima software house italiana con 1 miliardo di euro di ricavi, con la collaborazione di Coltivatori di Emozioni, prima piattaforma italiana di social farming, nata per sostenere i piccoli produttori agricoli, salvaguardare i territori rurali a rischio di abbandono e recuperare le antiche tradizioni contadine in via di estinzione. «Open innovation è e sarà il motore guida dell’articolato progetto HR Alliance – spiega Gianfranco Pezzolato, business development manager di Zucchetti – per la costruzione di un nuovo modello di partnership, attraverso nuove soluzioni costruite sulla condivisione di valori e la necessaria adattabilità nei confronti delle richieste dei clienti. Facendo rete e sistema possiamo costruire rapporti “al quadrato” che vadano oltre il tradizionale b2b ma che intercettino anche i clienti dei clienti. Abbiamo selezionato Coltivatori di Emozioni per la portata innovativa di proposte e progetti di welfare all’insegna della qualità». Zucchetti è l’unica azienda nel mondo a poter disporre di ben quattro piattaforme HR differenti (per un totale di più di 60 moduli), strutturate in diverse aree applicative per dare soluzioni nella gestione del personale di aziende di ogni dimensione. Questa estrema cura per le aziende clienti e per i loro dipendenti ha portato quindi alla ricerca di sempre nuove intese con realtà che possano intervenire positivamente anche nella costruzione del benessere del dipendente. Il tema del welfare infatti interviene in modo fondamentale nella gestione delle risorse umane. «L’incontro con Zucchetti – ha sottolinato Biagio Amantìa, co-founder di Coltivatori di Emozioni – ci ha permesso di contribuire alla salvaguardia del made in Italy. Sosteniamo l’identità e l’autenticità dei prodotti agroalimentari italiani. Questo significa essere dalla parte del lavoro e del rispetto della tradizione. La nostra piattaforma accorpa realtà agricole che promuovono l’eccellenza del territorio e la difesa del contesto di origine, per poter crescere e ‘seminare’ anche per le generazioni future. La lunga esperienza sul campo di Zucchetti in ambito HR ci permette di far crescere il valore della nostra proposta per farla diventare un vero e proprio benefit da gestire con il contributodelle tecnologie digitali». Nata in Puglia, l’iniziativa è presente oggi in 18 regioni italiane, con oltre 50 agricoltori aderenti. Grazie alla partnership con l’associazione “I borghi più belli d’Italia”, si possono vivere esperienze che consentono di conoscere da vicino prodotti e produttori e di scoprire le bellezze artistiche, culturali e paesaggistiche dei territori, organizzando anche eventi privati e aziendali. Il felice intreccio tra tecnologia e agricoltura consapevole infatti ha portato all’originale proposta welfare a disposizione delle imprese: prodotti coltivati con criteri di sostenibilità ambientale, possibilità di organizzare meeting in suggestivi borghi e di compiere esperienze dirette a contatto con la natura. Perché la valenza del benefit è sempre più legata alla dimensione del benessere psicofisico.

Un grande silos per il grano del pastificio La Molisana

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Il grande silos, simbolo dell’ex zuccherificio del Molise, stoccherà grano. La famiglia Ferro, proprietaria del pastificio La Molisana dal 2011, lo ha acquisito all’asta insieme a numerosi capannoni da riadattare. «Il silos di grandi dimensioni che stoccava 44mila tonnellate di zucchero verrà utilizzato per stoccare grano», afferma Giuseppe Ferro, amministratore delegato della Molisana. «La posizione strategica dell’ex zuccherificio, adiacente la ferrovia, crea un vero e proprio snodo intermodale cruciale che facilita l’approvvigionamento della materia prima dalle regioni limitrofe. Data l’importanza che oggi assume la logistica nel nostro comparto industriale avremo vantaggi in termini di efficienza ed efficacia grazie alla facilità del trasporto su gomma e rotaie e, auspicabilmente, anche su mare. Pensiamo anche ai nuovi posti di lavoro e quindi ai giovani che avranno la possibilità di restare a casa, in Molise». La Molisana nasce nel 1912 nel cuore del Molise, una delle aree più fertili d’Italia. Dalla originaria bottega artigianale, attraverso un secolo di storia, La Molisana diventa uno dei più apprezzati marchi nazionali di pasta e nel 2011 è acquisito dai Ferro, da quattro generazioni dediti con passione alla produzione di semole di grano duro di altissima qualità. La storica famiglia di mugnai vanta una tradizione centenaria e una credibilità in ambito internazionale costruita nel corso degli anni, che le consente di selezionare accuratamente le migliori qualità di grano con grande competenza del mercato mondiale. La Molisana è oggi tra i leader del mercato della pasta con un fatturato di 185 milioni di euro. L’offerta vanta circa 200 diversi formati, tra pasta di semola, integrale e pasta all’uovo, con gamme prodotto diversificate per il canale domestico e fuori casa. Alla crescita nel mercato interno, si somma quella sui mercati internazionali: oggi la voce export vale il 42% del fatturato aziendale. I prodotti La Molisana sono distribuiti in 80 Paesi (erano 30 nel 2011), principalmente in Canada, USA, Brasile, Spagna e Giappone.

Da Fimer e Fortech ricariche smart per veicoli elettrici

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MONZA BRIANZA – Fimer, quarto produttore di inverter fotovoltaici al mondo e player di riferimento globale nella produzione di soluzioni di ricarica per il comparto e-mobility, e Fortech, azienda leader in Italia nella fornitura di servizi per gli impianti di distribuzione carburanti, annunciano di aver stretto una partnership che, nell’immediato, si traduce nel lancio di un’innovativa soluzione per la mobilità elettrica, nonché inedita per il mercato. Il nuovo prodotto, infatti, integra le soluzioni di ricarica in AC di Fimer per veicoli elettrici (in particolare Fimer Flexa Wallbox, dispositivo di ricarica da parete per applicazioni in ambito residenziale e privato e Fimer Flexa Station, colonnina di ricarica per applicazioni commerciali e pubbliche) e il terminale intelligente SmartOpt di Fortech. Risultato: una soluzione che consentirà di collegare fino a 20 colonnine o wallbox e gestire il pagamento delle ricariche tramite un unico terminale, in maniera semplice e veloce. In altre parole, si tratta della risposta concreta di Fimer e Fortech alle esigenze del mercato, sempre più attento a esperienze di ricarica 100% user-friendly dei veicoli elettrici. La nuova soluzione frutto della partnership si inserisce nella gamma di prodotti e-mobility di Fimer, ad oggi composta da soluzioni sia in corrente alternata AC che in corrente continua DC e pensata per soddisfare le diverse necessità dei clienti per uso privato, pubblico e commerciale. «Il mercato mondiale e-mobility continua la sua inarrestabile crescita. Di pari passo, aumenta la necessità di offrire infrastrutture di ricarica in linea con le esigenze attuali», commenta Gaetano Belluccio, managing director eMobility di Fimer. «Per questo, dal 2017 lavoriamo con i principali player del settore, sviluppando e producendo soluzioni in grado di anticipare e successivamente rispondere in tempo reale ai bisogni delle future generazioni di veicoli». Le molteplici stazioni di ricarica che si potranno interfacciare al terminale offrono costi ridotti per le strutture ospitanti, grazie, ad esempio, all’assenza di connettività HW e di un canone mensile per il traffico dati. Un’ulteriore possibilità di risparmio è consentita poi dall’assenza di un canone annuo back-end per ogni singola box connessa; una differenza sostanziale rispetto alle singole connessioni Future Net, dove è invece previsto il pagamento di un canone annuo. Inoltre, l’utilizzo è molto semplice: non occorre la registrazione da parte dell’utente finale e, si possono utilizzare diversi metodi di pagamento (inclusi QR code, voucher e mobile payment, oltre ai più classici come bancomat e carte di credito). Il pagamento della ricarica diventa dunque sempre più semplice e veloce. E ancora, grazie al monitor flat touchscreen 12’’ (con vetro antivandalo), l’utente ha a disposizione fino a 5 lingue opzionabili per la guida vocale e può attivare il microfono per ricevere immediatamente assistenza tramite il terminale smartOpt. Il risultato è un’esperienza esclusiva, unica ed intuitiva. Per Massimo Banci, direttore commerciale di Fortech, «grazie alla partnership con Fimer potremo offrire una soluzione innovativa ed economicamente vantaggiosa, che permetterà a tutti i gestori di stazioni di servizio, supermercati, parcheggi e aree di sosta di installare e gestire numerosi punti di ricarica con estrema facilità e profitto. Con questa soluzione, infatti, intendiamo replicare nel mondo della ricarica dei veicoli elettrici, la classica esperienza di rifornimento in self-service di benzina e gasolio, una user experience già ampiamente diffusa e collaudata nelle tradizionali stazioni di servizio. Ciò consentirà a tutti i consumatori, italiani ed esteri, di pagare il servizio di ricarica direttamente da un terminale, permettendo di ricaricare il proprio veicolo liberamente senza obbligo di registrazione su app o portali web».

 

Cantine Rossella: come l’e-commerce cambia il business

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PAVIA – Tremila bottiglie in sei ore. È stato un esordio con il “botto” quello delle Cantine Rossella nel mondo dell’e-commerce. L’azienda agricola di Santa Maria della Versa (PV), che da oltre 20 anni si affidava esclusivamente al telemarketing per la parte commerciale, supportata dall’agenzia Zero Pixel, ha accelerato il processo di digitalizzazione aprendosi alle vendite online. «È stata una sorpresa», afferma il direttore commerciale Carlo Vanni. «Il risultato è andato ben oltre ogni aspettativa, permettendoci di ampliare i canali di vendita e il portafoglio clienti». L’emergenza sanitaria e la necessità di restare in casa ha portato molte aziende a spingere sull’online per farsi conoscere e far apprezzare i loro prodotti. «Cantine Rossella è una piccola realtà dell’Oltrepò Pavese che arriva a produrre circa 200 mila bottiglie all’anno con le tradizionali etichette della zona e che nella sua storia ultracentenaria non ha mai voluto rinunciare ad un elemento: la passione», prosegue Vanni. La storia, unita a un prodotto di qualità gli hanno permesso di arrivare alla terza generazione senza mai dover passare dai negozi. All’iniziale vendita direttamente – e solamente – in cantina, alla fine degli anni Novanta è stata abbinata una struttura di telemarketing. «Questo ci ha permesso di dare risposte puntuali e  personalizzate, fidelizzando il cliente; in alcuni casi il medesimo apprezzamento per la cantina è stato tramandato di padre in figlio», ricorda il direttore commerciale. «Il passaggio al digitale era già in programma. Le difficoltà dell’attuale momento storico hanno imposto di rivedere strategie e accelerare un po’ i tempi. Così, dopo 20 anni siamo un po’ come ripartiti da zero nella strategia commerciale». Grazie alla collaborazione con Zero Pixel, è stata predisposta una piattaforma di e-commerce e studiata una campagna mirata attraverso i social. «L’offerta proposta ha trovato un sorprendente riscontro», spiega Marco Daturi, managing partner di Zero Pixel. «In sole 6 ore sono andate esaurite le scorte di Gutturnio 2018, una bottiglia che è stata proposta in abbinamento con Ventesimato, una bollicina delle Cantine Rossella. Di entrambe le etichette sono state vendute 1.500 bottiglie in un’area prevalentemente concentrata sulla provincia di Milano». Il servizio proposto però non è cambiato: «Abbiamo saputo coniugare il nuovo strumento digitale, quanto mai adatto a questo momento, con la capillarità di comunicazione che ci ha da sempre contraddistinto, grazie anche all’alto livello professionale di chi si relaziona con i nostri clienti; sono profondi conoscitori del prodotto e tra loro vi sono anche due sommelier», prosegue Vanni. Inoltre, Cantine Rossella gestisce internamente anche tutta la parte logistica. «Gli addetti alle consegne, che oggi svolgono un lavoro particolarmente importante, sono nostri dipendenti; attraverso di loro possiamo garantire continuità rispetto alla personalizzazione e all’attenzione del customer care». Di fatto, è cambiato lo strumento, «ma non la relazione che instauriamo con i clienti», sottolinea Vanni. «La nostra clientela è per la maggior parte over 50; è questa una generazione che già da un po’ di anni si sta sempre più aprendo agli strumenti digitali. E le limitazioni imposte in questo periodo di emergenza hanno dato una spinta ulteriore a questa transizione».

 

Distribuzione industriale: Minetti festeggia i primi 70

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BERGAMO – Settant’anni sul mercato crescendo costantemente per risultati, numero di dipendenti, presenza sul territorio, competenze e professionalità. Senza mai perdere di vista i valori di un’azienda familiare ma con il coraggio e la lungimiranza di cogliere le opportunità di cambiamento. È un traguardo importante quello che festeggia Minetti SpA: l’azienda, fondata a Bergamo nel 1951, spegne le settanta candeline posizionandosi come realtà numero uno in Italia nella distribuzione di forniture industriali, che serve 19mila clienti su tutto il territorio nazionale con prodotti e servizi nell’ambito di cuscinetti, tecnica lineare, tecnica dei fluidi, trasmissione del moto e di potenza, macchine ad aria compressa, utensileria meccanica e attrezzature per l’industria. Minetti fa parte del gruppo europeo Rubix con un fatturato di oltre 206 milioni di euro nel 2021, raddoppiato negli ultimi sei anni. Sono 530 i dipendenti di Minetti sui 700 totali di Rubix Italia. «Abbiamo fatto tantissima strada da quando mio zio e mio padre, nel secondo dopoguerra, cominciarono a occuparsi del commercio di componenti meccanici recuperati dai mezzi bellici in dismissione ed ebbero l’intuizione di puntare sui cuscinetti a sfera, che avrebbero di lì a poco avuto larghissima diffusione», racconta l’amministratore delegato Marco Minetti, in azienda dal 1977. Da allora l’azienda unisce forza commerciale e attenzione al fattore umano, mantenendo una continuità fondata su un forte senso di appartenenza, ma anche sapendo cogliere, quando si presentano, le opportunità di cambiare per migliorarsi. Un’accorta strategia di acquisizioni, specialmente negli ultimi vent’anni, ha portato Minetti ad ampliare la copertura territoriale e la gamma di prodotti,consolidandone la posizione di leader di mercato in Italia. Da settembre 2017 Minetti è un brand del Gruppo Rubix, il più grande gruppo europeo di distribuzione di prodotti e servizi per manutenzioni, riparazioni e revisioni in ambito industriale. Un colosso con 8mila dipendenti e 2,4 miliardi di fatturato, scaturito dalla fusione di IPH e Brammer nel 2017, dopo l’acquisizione di Brammer da parte del fondo Advent International. La scelta di proiettarsi in una dimensione più grande è stata fondamentale per superare le difficili condizioni degli ultimi due anni, segnati dalla pandemia. «Quando la crisi ha colpito ci siamo trovati in una posizione solida e con una struttura in grado di far fronte all’emergenza», spiega il cfo di Minetti Tiziano Biasoli. «Anche nei momenti più duri abbiamo garantito l’operatività al 100%, abbiamo messo in sicurezza le nostre persone e ci siamo convertiti rapidamente allo smartworking, che abbiamo poi introdotto stabilmente e in maniera ragionata nel nostro lavoro. E come parte del gruppo Rubix abbiamo preso parte a iniziative che ci hanno aiutato a vedere nel cambiamento lo stimolo a migliorare il servizio al cliente e i processi interni». Fra queste iniziative ci sono, per esempio, le visite ai clienti in modalità virtuale che hanno rivoluzionato i metodi di vendita (progetto Rubix 3.0), nonché la formazione digitale per i dipendenti sulla piattaforma Rubix Academy, la formazione manageriale e la partecipazione ai sondaggi interni proposti ogni anno dal gruppo. Da non dimenticare, infine, l’impegno verso i temi della responsabilità sociale e della sostenibilità ambientale:grazie a un approccio sempre più attento e sistematico, nel 2021 Rubix ha confermato il livello “silver” nel rating di sostenibilità di EcoVadis, ponendosi così nel top 25 delle realtà del settore quanto a l’impatto sull’ambiente.

 

Dal seme al piatto: è vincente la biofiliera Girolomoni

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URBINO – Cresce il modello Girolomoni, realtà di riferimento nel panorama del biologico con un sistema unico di produzione che copre tutta la filiera della pasta, dalla coltivazione al piatto. La cooperativa agricola, con sede a Isola del Piano (Pesaro Urbino), ha chiuso il 2020 con 18,8 milioni di euro di fatturato, pari ad una crescita del 36% rispetto l’anno precedente. Una crescita che va di pari passo con l’aumento delle risorse umane, passate da 55 a 70, e degli agricoltori coinvolti nella filiera, che sono oggi 450, quasi 100 in più del 2019. Guidata dalla nuova generazione, la cooperativa prosegue con successo la strada tracciata sin dal 1971 da Gino Girolomoni, padre del movimento biologico in Italia, perseguendo un modello di sviluppo che oltre alla sostenibilità economica punta a valorizzare il legame con il territorio, il senso di comunità, il rispetto della terra.

“Il 2020 ci ha chiamato ad un impegno straordinario, che tutti hanno vissuto con grande spirito di servizio – commenta Giovanni Battista Girolomoni, presidente della cooperativa e figlio di Gino –, ciascuno ha dimostrato flessibilità e disponibilità anche a svolgere mansioni diverse: è grazie alla collaborazione di tutti che siamo riusciti ad affrontare quest’annata difficile. Entrare nelle case con la nostra pasta, mentre circolavano immagini di scaffali vuoti e tutto era bloccato, è stato per noi un privilegio. L’aumento della richiesta – aggiunge Girolomoni – con la crescita dei consumi in casa e il maggior utilizzo di canali di acquisto che presidiamo, come l’e-commerce, ci ha premiato”.

Il 2020 segna un balzo nel quadro di un andamento già positivo (il 2019 aveva chiuso con 13,8 milioni, pari a +12% sull’anno precedente), con una produzione della pasta, attività principale della cooperativa, arrivata a 105 mila quintali. Quasi l’83% del fatturato proviene dall’estero: Girolomoni esporta oggi in 30 paesi, fra cui i principali sono: Francia, Germania, USA, Spagna, Australia e Giappone. I risultati sono legati anche alla politica di investimenti, con in primo piano la costruzione del mulino, inaugurato nel 2019, che ha consentito di chiudere tutta la filiera di produzione: il grano viene coltivato negli 80 ettari di proprietà e dai 450 agricoltori in Italia (di cui il 76%nelle Marche), macinato e lavorato dalla cooperativa per raggiungere tutto il mondo. Sono in progetto ulteriori investimenti per l’ampliamento degli uffici e la realizzazione di un nuovo magazzino, di un centro di stoccaggio e di laboratori a servizio degli agricoltori.

La cooperativa Girolomonisi estende sulle colline tra lo splendido monastero di Montebello (da qui iniziò il sogno di Gino), lo stabilimento, i campi coltivati e la locanda, dove i prodotti Girolomoni arrivano al piatto. È in questo scenario unico che il modello Girolomoni diventa condivisione e incontro, con molteplici attività: ospitalità, fattoria didattica e visite guidate che contribuiscono a promuovere i valori dell’agricoltura sostenibile. Attività che nel solo 2020, tenuto conto delle limitazioni dovute alla pandemia, hanno portato ad Isola del Piano circa 3500 persone.

 

Cresce l’export di Terratinta Group, la ceramica benefit

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MODENA – La pandemia globale non ha arrestato la crescita di Terratinta Group, brand modenese punto di riferimento nel settore della ceramica di alto profilo, che ha chiuso il 2020 con un fatturato di 22 milioni e 715mila euro, un +1.4% rispetto all’anno precedente, confermando i suoi 34 addetti. Un risultato molto soddisfacente, in netta controtendenza rispetto all’andamento generale del settore in Italia, che negli ultimi 12 mesi ha totalizzato un calo di vendite complessivo del 4% rispetto al 2019. Per il gruppo di Fiorano Modenese, che da pochi mesi è una società benefit a tutti gli effetti, i primi mercati sono il Benelux, il Regno Unito, la Francia, gli Stati Uniti e la Scandinavia. Quest’ultimo mercato ha registrato una crescita del 15%, e al momento incide con una percentuale del 18% sul fatturato totale. Tra le performance individuali dei brand del gruppo, vale la pena menzionare quelle di Sartoria, che lo scorso anno è cresciuta addirittura del 75% rispetto al 2019. Le entrate del giovane brand, al suo secondo anno di vita, rappresentano già il 10% dell’intero fatturato di Terratinta Group.

“I desideri di crescita erano maggiori ma dobbiamo convivere con una situazione complessa dalle difficili prospettive. E’ questo quindi il periodo di rinsaldare i valori dell’azienda, e dare luce a una visione sempre più ambiziosa che condividiamo con tutto il nostro team. E’ il momento di avere coraggio, e la passione per la ceramica che Terratinta Group ha nel suo dna, ci porta a pensare anche fuori dagli schemi attuali”, ha dichiarato il ceo Luca Migliorini. 

Il 2020, per Terratinta Group, è stato anche l’anno del primo report sulla sostenibilità che rappresenta un vero e proprio manifesto della filosofia green dell’azienda. Per l’azienda guidata da Migliorini, il rispetto per l’ambiente rappresenta infatti una missione quotidiana, una parte essenziale della strategia operativa, indipendentemente dalle circostanze. Tutto è iniziato nel 2019 con il Progetto Change per approdare a una progressiva trasformazione del gruppo in un’azienda completamente a impatto zero. Tra le iniziative più rilevanti figurano i programmi Plastic Free, Green Energy e Paper Decrease e la certificazione Carbon Neutral.

 

I tedeschi premiano il laser tutto italiano per il miglior design

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GRASSOBBIO – Design accattivante unito a un’interfaccia pratica e intuitiva. Sono queste le caratteristiche che hanno portato iLux XP, dispositivo made in Italy brevettato da Mectronic allo scopo di effettuare trattamenti di Theal Therapy, ad aggiudicarsi l’ambitissimo German Design Awards 2019, uno dei più accreditati premi del settore a livello globale. L’importante associazione tedesca German Design Council, che ha oltre 60 anni di storia, premia annualmente non solo i prodotti più originali del design contemporaneo, ma soprattutto i progetti ad alto contenuto innovativo, capaci di tradursi in modelli rappresentativi e iconici. iLux XP è stato scelto da un’apposita giuria di esperti come vincitore nella categoria “medicina, riabilitazione e assistenza sanitaria”. «Siamo orgogliosi del fatto che iLux XP sia stato premiato da una prestigiosa associazione nel panorama internazionale del design. Punto d’arrivo dopo anni di ricerca e innovazione, il nostro dispositivo rappresenta l’ultima evoluzione della fototerapia e della laserterapia: la Theal Therapy, oltre a curare i più forti campioni del mondo, è la terapia laser per tutti. Viene infatti utilizzata con successo in ambiti completamenti diversi: dal trattamento delle patologie di un atleta quali tendiniti e lesioni muscolari, al trattamento del dolore di un paziente amputato di arto inferiore; dalla cura delle ulcere cutanee e diabetiche al trattamento conservativo delle patologie della colonna, come ernie, lombosciatalgie e radicolopatie», ha spiegato Ennio Aloisini, ceo di Mectronic. iLux XP è il risultato di un percorso iniziato oltre 30 anni fa con la progettazione del primo laser ad alta potenza al mondo per riabilitazione e culminato dopo 15 anni di costante attività di ricerca scientifica e tecnologica con la definizione di questa metodica caratterizzata da sette distinti brevetti. Il dispositivo è composto da protocolli terapeutici specifici per ottenere i 5 effetti principali della terapia Theal: biostimolante, antalgico, antinfiammatorio, antiedemigeno e decontratturante. i protocolli sono facilmente customizzabili attraverso l’innovativa e pratica interfaccia grafica, che permette di monitorare in contemporanea i valori di tutte le fasi e cambiarli secondo le necessità.

R&D aprono a Effebiquattro le porte del successo

SEREGNO – Un’area produttiva di 52mila metri quadri, di cui 33mila al coperto; una produzione quotidiana di 1.000 porte; oltre 500 modelli di prodotto; un fatturato 2015 di 21milioni, una stima di crescita del 12% e l’obiettivo, entro il 2018, di aprire 59 showroom monomarca in Italia e nel mondo. Sono i numeri di Effebiquattro Milano, primo produttore italiano di porte per interni. L’azienda di Seregno, nata nel cuore della Brianza più di 40 anni fa dall’istinto imprenditoriale del cavaliere Mario Barzaghi, oggi è una realtà all’avanguardia, capace di produrre porte tecnologicamente avanzate che uniscono design raffinato, alta qualità e dettagli tecnici. Le collezioni Effebiquattro Milano si distinguono tra Dilà, porte in legno e core business dell’azienda fin dalla sua nascita, e Contract, porte in melaminico destinate a progetti speciali e alla grande distribuzione. Tra i recenti successi a livello nazionale, spiccano la fornitura di circa 1.200 porte Dilà per il rinnovato Teatro alla Scala e 1.103 porte per il Bosco Verticale di Milano. L’innovazione e la ricerca sono stati la risposta di successo alla crisi che ha investito negli ultimi anni il settore del legno. L’azienda, in questo delicato periodo, ha studiato il mercato e ha avuto il coraggio di rinnovarsi e ora è pronta: ha rafforzato la propria presenza in Italia, che oggi rappresenta con orgoglio ancora il 60% della produzione, ha sviluppato nuovi canali commerciali e ha aperto nuovi mercati internazionali, a partire da Israele, Russia, Nord Africa, Australia, Messico, Stati Uniti e, da ultimo, Emirati Arabi. «Abbiamo investito in materiali, tecnologie e lavorazioni. L’obiettivo che abbiamo così raggiunto è il mantenimento di perfezione, creatività e qualità artigianali nella produzione industriale. Dimostrazione che il “creato in Italia” può essere oggi sinonimo di qualità e inventiva anche su grande scala grazie al valore aggiunto della ricerca», spiega Barzaghi. L’utilizzo di tecnologie e materiali innovativi in risposta ai cambiamenti del mercato e alle crescenti esigenze dell’utenza ha portato anche all’introduzione di importanti plus tecnici. L’acustica è uno degli elementi fondamentali per poter garantire comfort abitativo: le porte Effebiquattro sono dotate di serrature magnetiche silenziose e offrono ottime prestazioni di isolamento acustico in quanto capaci di raggiungere livelli di abbattimento del rumore pari a 28 decibel contro i 19 di una porta comune. La ricerca si traduce anche nella capacità di soddisfare i mercati stranieri, ciascuno con caratteristiche differenti: per il Middle East e l’Africa, per esempio, sono state prodotte porte in legno con grande resistenza alle alte temperature, all’umidità e alla nebbia salina.

Grob acquisisce Dmg Meccanica per il know how sull’elettromobilità

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TORINO – Siglata l’acquisizione da parte del gigante tedesco Grob, leader nella fabbricazione di macchine utensili (5.600 dipendenti e revenue per 1,3 miliardi di euro nel 2016), dell’italiana Dmg Meccanica, azienda specializzata nella produzione di macchine e impianti per la fabbricazione di statori per motori elettrici, alternatori e generatori, al fine di intensificare il lavoro di ricerca e sviluppo nel settore dell’elettromobilità e proporsi così come un partner sempre più competente, soprattutto per l’industria automobilistica. Financial advisor dell’operazione: Translink Corporate Finance. «Il settore automotive sta vivendo una nuova rivoluzione industriale a livello globale», spiega Mauro Bussotti, partner Translink Strempel & Co. che ha seguito l’operazione. «La scommessa dei giganti europei, americani e orientali è quella di diventare, nei prossimi anni, sofisticati produttori anche di motori elettrici. Più bravi di giganti specializzati quali la Bosch tedesca, la Nidec giapponese, la Midea (Welling) cinese, che sarebbero i naturali e più attrezzati fornitori di motori elettrici per la trazione automobilistica. Ma la sfida non riguarda solo la competizione tra marchi storici per la supremazia sul mercato, riguarda soprattutto il barrare la strada a tante nuove Tesla che cercheranno di conquistare quote di mercato in tutte le fasce di questo settore industriale. Considerando che l’industria automobilistica, relativamente ai primi 18 gruppi, rappresenta un fatturato globale di circa 2.000 miliardi di dollari (in termine di vendite), si comprende quanto questa sfida sia strategica anche per l’economia dei relativi Paesi». La futura collaborazione si prefigura dunque come una situazione vincente per entrambe le aziende: Grob fa proprie nuove conoscenze nel campo dell’elettromobilità e Dmg Meccanica trova in Grob un partner solido dalla vocazione internazionale per la produzione in serie. Per il consolidamento di queste tecnologie nel settore dell’elettromobilità sono previsti ulteriori investimenti sia nella sede di Torino sia in quella di Mindelheim. Nel 2016 Dmg Meccanica, che conta quaranta dipendenti e nel suo portafoglio clienti annovera molti nomi importanti tra i produttori di motori elettrici e i fornitori dell’industria automobilistica, ha raggiunto un valore complessivo della produzione pari a 10 milioni di euro. I proprietari Mauro Marzolla e Marco Debilio resteranno con l’azienda, continuando a guidare Dmg Meccanica in qualità di amministratori delegati e mantenendo tutti i posti di lavoro nella sede italiana.

Bruno Parise, dagli antichi telai rinascono le borse del futuro

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MAROSTICA – Quella di Bruno Parise Italia, eccellenza vicentina che produce borse in pelle artigianali, è una storia di rinnovamento particolare nel panorama imprenditoriale. Al fondatore Bruno Parise si avvicenda la figlia Alessandra, 32 anni e un recente passato come project customer manager in una società di eventi torinese, che abbandona un contratto a tempo indeterminato per dedicarsi a un mestiere dalla forte connotazione artigianale con un nuovo approccio smart. Protagonisti del cambiamento tecnologico non sono solamente gli strumenti di comunicazione e gestione dell’attività, ma gli strumenti produttivi delle fettucce in pelle intrecciate che caratterizzano il prodotto: telai a pedale veneziani del ‘700 restaurati con tecniche moderne per non perdere l’impronta qualitativa delle borse e per rimanere fortemente legati alla tradizione manifatturiera veneta. «E’ cambiato l’approccio ai clienti, attraverso l’implementazione delle attività sul web», spiega Alessandra Parise. «E’ cambiata la produzione, non più legata a un unico luogo fisico, ma resa più snella attraverso la distribuzione della produzione su più realtà artigianali vicentine. E’ cambiata anche la gestione: tablet e smartphone mi permettono di lavorare da qualsiasi luogo. Ma il vero cuore del rinnovamento tecnologico sono i telai, utilizzati 300 anni fa per realizzare splendidi arazzi veneziani. Un pezzo di storia del territorio veneto e della tradizione produttiva italiana che torna in vita per produrre borse dall’impronta inconfondibile e per evitare che cambi l’aspetto più importante del made in Italy artigianale: la qualità». I telai sono stati modificati strutturalmente per tessere sottili fettucce di pelle e intrecciarle con una tela di fili di cotone tinti del medesimo colore. Il risultato è un tessuto morbidissimo che dà vita alle idee dei designer della casa. Volumi e colori sono classici, ma arricchiti da dettagli e linee moderne. Alla collezione continuativa si avvicendano di stagione in stagione concise selezioni di nuovi modelli, che prendono il nome da donne che ne hanno ispirato la realizzazione. Le attività web del brand permettono di ordinare modello e colore indipendentemente dal luogo in cui si trova il destinatario: accanto ai tradizionali canali di distribuzione in Italia e Germania è prevista la spedizione in tutto il mondo.

Debuttano in Borsa i prodotti da forno della lucana Di Leo Pietro

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C’è anche la Di Leo Pietro Spa, azienda nata nel 1860 ad Altamura e con sede a Matera, impegnata nella produzione e commercializzazione di prodotti da forno, tra le trenta aziende italiane entrate ufficialmente a far parte di Elite, l’innovativo programma di Borsa Italiana per rendere le piccole e medie imprese con alte potenzialità di crescita ancora più competitive e attraenti nei confronti degli investitori. Nato dalla collaborazione tra Borsa Italiana e le più importanti istituzioni e organizzazioni italiane (tra cui Abi, ministero dell’Economia e delle finanze, Sace, Confindustria, Bocconi), Elite affianca le migliori pmi italiane in un percorso di sviluppo organizzativo e manageriale, e per facilitare l’internazionalizzazione. Con più di 40 dipendenti e uno stabilimento produttivo di circa 18.000 metri quadrati, la Di Leo Pietro Spa ha registrato nell’ultimo quinquennio una notevole crescita del fatturato: dai 10,5 milioni del 2010 ai 14,9 del 2015. Per consolidare il suo posizionamento nel segmento salutistico-integrale, nel quale è già leader di mercato in Puglia e Basilicata, l’azienda ha pianificato un investimento di 8,5 milioni di euro da completarsi nel 2018, per costruire un nuovo opificio di 6.000 metri quadri, avviare una nuova linea produttiva di biscotti gluten free e potenziare gli impianti esistenti dedicati alla produzione di biscotti bio e vegani. L’azienda, inoltre, ha di recente completato il percorso volto all’eliminazione dell’olio di palma dai propri biscotti che oggi sono tutti palm oil free. «Abbiamo aderito a Elite – spiega Pietro Di Leo, amministratore unico dell’azienda lucana – per valorizzare le nostre potenzialità, migliorare la governance aziendale e sviluppare nuovi rapporti commerciali e finanziari confrontandoci con realtà di diversi settori. L’esperienza formativa che faremo ci consentirà anche di valutare le modalità più opportune di accesso ai mercati di capitali per finanziare la nostra ulteriore crescita». Azienda realmente eccellente, la Di Leo Pietro SpA è stata una delle prime imprese del meridione ad aver ottenuto la BRC Global Standard Food, prestigiosa certificazione inglese di qualità, specifica del settore alimentare, nella categoria “A”, massimo riconoscimento ottenibile.

Stabilimento più “lean” con i sistemi per la sicurezza Toyota

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ROSA’ – Meno urti con i carrelli elevatori vuole dire non solo più sicurezza, ma anche meno sprechi e più efficienza negli impianti logistici e produttivi e quindi una gestione molto più “lean”. «Quando si parla dei pericoli connessi all’utilizzo dei carrelli elevatori non può certamente valere il detto “la fortuna aiuta gli audaci”. La fortuna piuttosto aiuta le aziende attrezzate», spiega Davide Santi, after sales service manager di Toyota Material Handling Italia. Questo pensiero sposa perfettamente la filosofia di DS Smith, multinazionale di origine britannica, specializzata nella realizzazione di imballaggi, il cui claim è proprio “Don’t rely on luck”, cioé “non affidarti alla fortuna”. «Per questa ragione, la divisione italiana di DS Smith Packaging ha scelto di implementare nel proprio stabilimento produttivo di Rosà, in provincia di Vicenza, alcune delle soluzioni firmate Toyota Material Handling Italia», ha dichiarato il direttore generale Alessandro Cebin. Nei 24.000 metri quadri coperti della struttura DS Smith a Rosà lavorano oltre 120 persone su 2 o 3 turni quotidiani e vengono lavorati ogni giorno più di 380.000 metri quadri di cartone. Di questi, circa 260.000 diventano scatole, destinate ad alcuni importanti nomi dei più diversi settori, come gdo e automotive. La quantità e la complessità delle attività che vengono svolte quotidianamente all’interno dell’impianto si aggiungono ai vincoli strutturali di un edificio che, seppure continuamente rinnovato ed aggiornato dal punto di vista del layout e delle tecnologie applicare, è comunque una costruzione anni ’60. Per l’azienda era dunque fondamentale azzerare il pericolo di collisione in un contesto in cui, la forte compresenza di persone e veicoli, rendeva il rischio particolarmente elevato. Il primo passo mosso verso un assottigliamento del rischio durante le attività di handling è stato dunque l’ammodernamento della flotta di carrelli elevatori, con l’introduzione di 10 moderni veicoli Toyota dotati di avanzati dispositivi di sicurezza: i nuovi carrelli hanno di serie il sistema di stabilità attiva Toyota SAS (Sistema di Stabilità Attiva) antiribaltamento, fondamentale laddove si debbano movimentare carichi pesanti e ingombranti, quali possono essere le bobine di carta utilizzata nella produzione di DS Smith. Soprattutto, tutti i carrelli Toyota nell’impianto sono stati dotati in prima installazione dei dispositivi Blue Light e Anticollision. Il primo segnala il suo avvicinamento ai pedoni ed agli altri mezzi presenti nell’area, proiettando a terra un fascio di luce blu a distanza, Anticollision, invece, grazie all’identificazione a radio frequenza RFID (Radio Frequency IDentitication), rileva mezzi e persone dotati di trasponder attivi (tag) e può quindi intervenire autonomamente sulle prestazioni del carrello al fine di evitare un urto.
Per incrementare ulteriormente i livelli di sicurezza ed efficienza durante le attività di handling è stato anche implementato I_Site, il sistema di fleet management di Toyota Material Handling. Quest’ultimo è uno strumento completo per la gestione ed il monitoraggio in tempo reale dell’intero parco carrelli, pensato per offrire indicazioni precise e sempre aggiornate sullo stato e sull’operatività di ogni singolo veicolo su cui I_Site è installato. I primi risultati dall’entrata a pieno regime della fornitura Toyota Material Handling Italia nell’impianto produttivo di Rosà sono decisamente buoni: non solo la flotta Toyota ha espresso prestazioni davvero soddisfacenti in termini di consumi ed efficienza. A settembre, il numero di urti generati da carrelli elevatori è stato misurato in drastica diminuzione e quello di incidenti è risultato pari a zero.

Ferplast festeggia mezzo secolo da leader nel pet comfort

CASTELGOMBERTO (agosto 2016) – Sono in corso le celebrazioni per il cinquantesimo “compleanno” della vicentina Ferplast, la multinazionale leader nella produzione di accessori per animali domestici, nata cinquant’ anni fa per volontà del suo fondatore e attuale presidente Carlo Vaccari, oggi affiancato nella governance aziendale dalla sorella Caterina e dal figlio Nicola, direttore generale. Una vera e propria family company, in cui «ingegno, tenacia, desiderio di affermazione e tanto spirito di sacrificio sono stati gli ingredienti di una storia di successo, iniziata nel seminterrato di casa e arrivata oggi a occupare oltre 170 mila metri quadri dislocati nelle tre sedi produttive di Italia, Slovacchia e Ucraina», spiega il fondatore. Una favola dei giorni nostri che dà lavoro a 1.000 persone, che coinvolge 12 filiali commerciali collocate in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Benelux, Polonia, Ucraina, Slovacchia, Russia, Cina e Sud America (Brasile) e che produce oltre 4mila articoli completamente realizzati internamente che trovano sistemazione nei 30 mila metri quadri adibiti a magazzini prima di essere spediti negli 85 diversi Paesi dei cinque continenti, con un tempo medio di consegna di 3/9 giorni lavorativi in Europa. Numeri che danno un’idea dell’escalation di un’azienda partita nel 1966 dalla costruzione manuale di gabbiette in ferro plastificato per uccellini e che ora riempie 1.700 autotreni di merce l’anno. «Investiamo l’8% del fatturato in ricerca per il miglioramento dei prodotti, con conseguente 15% di aggiornamento annuo della gamma a catalogo. Abbiamo sviluppato soluzioni all’avanguardia per il comfort dell’animale domestico e registrato oltre 100 brevetti internazionali», aggiunge Nicola Vaccari. Ferplast è un’azienda “green”, attenta all’ambiente al punto da gestire la filiera nei soli tre stabilimenti di proprietà così da garantire la massima qualità produttiva oltre all’ottemperanza delle rigide norme ecosostenibili autoimposte. Un impegno ecologico enorme se si pensa che ogni mese vengono gestite 2.600 tonnellate di materie prime metalliche, 5.300 tonnellate di materie plastiche oltre a legno, cuoio e tessuti. Ed è un’azienda votata all’innovazione, come sottolinea il nuovo payoff “New Pet Generation”, che ha spostato il focus dal conseguimento della notorietà del brand all’esclusivo rapporto tra l’uomo e l’animale, sia esso cane, gatto, pesce, volatile o roditore.

Nasce a Grosseto il laboratorio tecnologico per le pmi toscane

CINIGIANO – 1.500 metri quadrati di stabilimento con macchinari tutti basati su altissima tecnologia, suddivisi in cinque aree tematiche per un totale di 10 lotti e un’area di staff di 500 metri quadrati, dedicata a uffici e sale training: questo è Certema, il Laboratorio tecnologico multidisciplinare che si candida a essere nodo nevralgico toscano per le imprese che vogliano sviluppare progetti e competenze nel campo della meccanica di precisione, costruzioni meccaniche, utilizzo del laser sinterizzazione (additive manufacturing), automazione, misura e analisi. Certema è stato inaugurato lo scorso 29 febbraio alla presenza di Stefano Ciuoffo, assessore alle Attività produttive della Regione Toscana, Emilio Bonifazi, presidente della Provincia di Grosseto, Romina Sani, sindaco di Cinigiano, Pierdomenico Perata, rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Maria Chiara Carrozza, professore ordinario di bioingegneria industriale, Paolo Dario, direttore dell’Istituto di biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Come spiegato dal presidente  Fosco Tosti, «Certema è un sistema di servizi tecnologici voluto da un consorzio di imprese private con il supporto di Università di Pisa e il contributo di Regione Toscana e Provincia di Grosseto». Le sei imprese che lo promuovono sono: Tosti (meccanica), Roggi (lavorazione della lamiera e del ferro), Opus (servizi industriali ad alta tecnologia), Kelly (impianti per la produzione di energia elettrica), Femto (ingegneria meccanica) e Datapos (consulenza e programmazione per information technology). L’anima operativa di Certama è costituita da cinque laboratori, che operano su diverse aree: analisi ambientali e di processo in continuo, esecuzione di thermal tests, prototipazione optoelettronica e studio dei sistemi di human-machine interface (hmi), meccanica applicata e costruzioni meccaniche, tecnologia meccanica avanzata, microscopia elettronica a scansione e micro-analisi a ultra/alta risoluzione. «L’obiettivo di Certema – ha aggiunto Tosti – è permettere e promuovere lo sviluppo di progetti e competenze, ad elevato contenuto tecnologico e innovativo, che migliorino la competitività e la capacità di innovazione a breve e medio termine delle pmi esistenti e che favoriscano la nascita di nuove imprese. Inoltre, Certema conta di essere un punto di riferimento nell’esercizio della funzione di collegamento e trasferimento tecnologico tra il mondo accademico e gli enti di ricerca nei confronti delle pmi».

 

 

 

 

Premiata come azienda eccellente la multinazionale italiana del biotech

MILANO – La società di consulenza di direzione Gea – partner strategico delle imprese italiane che festeggia quest’anno 50 anni di attività – e Harvard Business Review Italia – edizione italiana della più diffusa rivista di management del mondo – hanno annunciato il vincitore della seconda edizione del Premio Eccellenze d’Impresa. Ad aggiudicarsi il riconoscimento per il 2015 è DiaSorin, multinazionale italiana attiva nel settore delle biotecnologie e leader a livello mondiale nella diagnostica in vitro, ovvero nella produzione e commercializzazione di test per esami del sangue che sono in grado di diagnosticare nell’organismo dei pazienti la presenza o meno di patologie in tempi rapidissimi. Costituita nel 1968 come divisione di Sorin Biomedica, l’azienda è stata acquisita dal management nel 2000 ed è quotata in Borsa a Milano dal 2007. DiaSorin è oggi una realtà internazionale di successo, presente in più di 80 Paesi attraverso 27 filiali e oltre 1.650 dipendenti. Tra gli elementi distintivi di DiaSorin, il Premio Eccellenze d’Impresa Gea-Hbr ha voluto sottolineare la grande capacità di innovazione, l’elevato grado di internazionalizzazione, la qualità della leadership tecnologica e della ricerca, l’elevato livello delle risorse umane e del management, la cura costante nella crescita delle persone e dei talenti e l’attenzione alla sostenibilità e alla responsabilità sociale d’impresa. «Siamo particolarmente orgogliosi del prestigioso riconoscimento che ci è stato conferito, un tributo assegnato ogni anno alle aziende che meglio hanno saputo esprimere i valori alla base dell’eccellenza imprenditoriale», ha dichiarato l’amministratore delegato del Gruppo DiaSorin, Carlo Rosa. «DiaSorin è un’azienda che ha raggiunto traguardi eccellenti caratterizzati sempre da un forte connotato d’innovazione che ha trovato espressione in una molteplicità di elementi: leadership tecnologica, avanguardia nella ricerca, internazionalizzazione spinta, creazione di nuovi posti di lavoro qualificati, sostenibilità ambientale e responsabilità sociale dell’impresa. Il premio è un importante attestato all’impegno che viviamo ogni giorno con grande responsabilità operando in un ambito, quello delle biotecnologie, che tocca la vita di milioni di persone». Oltre a decretare il vincitore del Premio Eccellenze d’Impresa 2015, i giurati hanno segnalato altre tre società meritevoli di una menzione speciale: Amplifon, l’azienda leader al mondo nella commercializzazione, nell’applicazione e nella personalizzazione di soluzioni per l’udito; Eldor, leader nel settore automotive e fornitrice delle principali case automobilistiche mondiali; Industrie De Nora, primo gruppo al mondo per la fornitura di elettrodi per processi elettrochimici e leader riconosciuto per tecnologie e processi di ossidazione avanzata nel trattamento delle acque.

Oltre un secolo di bontà e tradizione industriale in formato biscotto

Compie 125 anni una delle più prestigiose aziende di biscotti italiane: la Gentilini, nata nel 1890 dall’intuizione di Pietro Gentilini, rappresenta oggi un fiore all’occhiello per l’eccellenza del made in Italy e che continua a veder crescere consensi e fatturati, in controtendenza a quella che è la crisi economica italiana, con un fatturato di 30 milioni di euro, 70 dipendenti fissi e 20 stagionali, 50 agenti in tutta Italia e oltre 80 referenze nel suo portafoglio. Esempio nei decenni di successo, serietà, tradizione, romanità e autorevolezza, la storia della Biscotti Gentilini è ora un libro dai mille risvolti scritto da Daniela Brignone e pubblicato da Palombi Editori. Un saggio e una biografia, una raccolta di preziosi documenti d’archivio e dati economici, un percorso di ricostruzione analitica di una realtà imprenditoriale che parte dalla provincia bolognese per approdare nella Capitale, dove un giovane con le idee chiare riesce a sviluppare in pochi anni un impero attraverso il sudore di un sano lavoro, una volontà ferrea, una fantasiosa creatività ed una lungimirante mentalità imprenditoriale. Il ragazzo è Pietro Gentilini, capostipite di cui si traccia il percorso dalla giovinezza a Vergato per approdare alla descrizione dell’attuale azienda presieduta dal nipote Paolo, ricostruendo in dettaglio – tra eventi e contesti storici diversificati, carteggi epistolari e racconti familiari – l’eroica sfida di un uomo determinato a realizzare i propri sogni: dolcetti composti da farina, zucchero, burro, miele e vaniglia sapientemente miscelati (la ricetta è ancora segreta) e confezionati in scatole di lusso per pochi privilegiati, ma diventati nel tempo un prodotto ricercato da famiglie di ogni estrazione sociale. Fin dagli inizi, a Roma vengono aperti i primi negozi a marchio, precursori del moderno franchising: il successo non tarda ad arrivare e dal negozio alla fabbrica il passo è breve. Nel 1957 la fabbrica di via Alessandria viene trasferita nell’attuale sede di via Tiburtina. Il nuovo polo industriale consente l’automazione dei processi produttivi che hanno favorito il percorso di espansione fino ai giorni nostri. Oggi la Gentilini è infatti una tra le più importanti realtà affermate nel mercato dei biscotti e delle fette biscottate. Il 125esimo anniversario dell’azienda sarà anche celebrato, in collaborazione con Poste Italiane Filatelia, attraverso l’emissione di un folder contenente due cartoline con francobollo, personalizzate e timbrate con bollo speciale dell’evento.

Con una sneaker etica e sostenibile si rilancia il lavoro artigianale

CASTELFRANCO VENETO – Quando il non profit rilancia il business industriale: dopo il recupero del know-how, dei macchinari e delle persone di un calzaturificio artigianale a rischio chiusura, la Cooperativa Venethica va oltre e realizza una linea di scarpe omonima, dal passo ancora più importante: la produzione di queste sneaker è destinata a cambiare il futuro dell’industria calzaturiera in prospettiva ambientale. «Venethica rappresenta in pieno il concetto di “scarpa che cammina e non calpesta”, perché rispetta l’ambiente da ogni angolazione la si guardi», afferma il presidente della Cooperativa Noi, Fabio Panizzon. «Acquistarne le scarpe significa favorire il mantenimento dei posti di lavoro, dare valore alle risorse sul nostro territorio e dimostrare allo stesso anche il pieno rispetto della natura. Venethica è la dimostrazione che si può fare impresa nel rispetto dei valori etici». La tomaia nasce dalle manichette antincendio, riciclate e disaccoppiate; i riporti sono in riso e cereali, quindi dalla natura arrivano e alla stessa ritornano; tintura e colle sono ad acqua, totalmente ecologiche e la suola, punto di forza estremo rispetto a quanto visto finora, è totalmente biodegradabile, il tutto garantendo alti standard qualitativi e di durata. Venethica, che sarà disponibile in commercio per la stagione primavera/estate 2016, è una linea di scarpe da passeggio nate da un nuovo concetto di ricerca e sviluppo, sempre più volto all’ecosostenibilità. La Cooperativa Venethica fa parte, assieme alla Cooperativa Noi e a Pastificio Veneto, della nuova realtà Noi Group, ed è nata per sensibilizzare su più fronti: quello socio-lavorativo, assumendo cinque persone a rischio disoccupazione, quello della ricchezza territoriale, recuperando il know-how, i macchinari e la produzione di un calzaturificio destinato a chiudere, quello ambientale con chiari messaggi di ecosostenibilità in una scarpa-moda prodotta secondo le tradizionali regole manifatturiere, con standard di alta qualità, e destinata a durare nel tempo.