CESDOC: a Treviso incremento sensibile di domande di deposito di invenzioni, forte contrazione a Venezia

VENEZIA – Anche per il 2012 a Padova sono state depositate 1979 domande di marchi e brevetti, quasi un terzo del Veneto (6.428) ed un quarto del Triveneto (8.636). I trevigiani si scoprono popolo di inventori (+32,24%), mentre gli Archimede sembrano abbandonare Venezia (-44,58%). È la fotografia della creatività nel Veneto, scattata dal Cesdoc (Centro studi dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Venezia) ed emersa, con riguardo alle invenzioni nazionali, dall’indagine sull’andamento dei marchi e brevetti depositati nelle province del Triveneto lo scorso anno su dati Cciaa delle province del Triveneto e dati Uibm (Ufficio italiano brevetti e marchi).
Nel Veneto, tornando al dato più generale riferito ai “marchi e brevetti” (che comprende marchi nazionali, invenzioni nazionali, disegni e modelli nazionali e modelli di utilità) sono stati effettuati complessivamente 6.428 depositi nel 2012, 189 in meno rispetto all’anno scorso (-2,86%), con una performance leggermente peggiore rispetto al dato triveneto (-2,41%), ma migliore rispetto a quello italiano (-4,20%). Nello specifico: 1.313 invenzioni nazionali con una crescita dell’1,70%, 4.853 marchi nazionali in flessione del 6,45%, 165 disegni e modelli nazionali in aumento del 26,92% e 367 modelli di utilità, incrementati del 23,57%. “L’innovazione e le invenzioni rappresentano un patrimonio di conoscenze e tecnologie sempre più cruciale per la vita economica delle aziende, con le quali noi commercialisti quotidianamente dialoghiamo, sottolinea Gabriele Andreola, Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Venezia. Se il tasso di competitività e progresso tecnologico di un territorio viene misurato dal numero di brevetti depositati e registrati, il calo seppur contenuto del Veneto (-2,86% rispetto all’anno scorso) è un segnale da non sottovalutare. Il vero vantaggio per le imprese, in special modo per le nostre PMI, deriva dalla capacità di identificare i propri asset competitivi, di tutelarli attraverso idonee attività di protezione, di saperli sfruttare e valorizzare adeguatamente soprattutto al fine di poter pianificare e sviluppare strategie di innovazione di processo o prodotto. Spesso questi strumenti non sono adeguatamente valorizzati ed in una delicata fase congiunturale, quale l’attuale, i marchi e brevetti possono rappresentare uno strumento di creazione e crescita di valore per l’impresa ed il territorio in cui opera. Un patrimonio che nel passato recente ha rappresentato per alcune pmi la leva strategica per affermarsi sui mercati non solo nazionali”. Sulla stessa linea d’onda Massimo Da Re, responsabile organizzativo Cesdoc: “I marchi e brevetti rappresentano un metro per misurare il reale valore di una azienda. Un patrimonio intellettuale ed immateriale spesso sottovalutato dalle aziende, che lo quantificano come un costo e non come una risorsa vitale in un momento di grave crisi economica. La consapevolezza del valore economico dell’innovazione può rappresentare una grande opportunità di crescita delle imprese e la via strategica per l’espansione sui mercati internazionali”. Tra le invenzioni più curiose depositate in provincia di Venezia: dispositivo di rilevamento del passaggio di persone eo oggetti in genere attraverso un varco.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

Punta al brand personalizzato il fornitore di componenti per l’industria

Next Story

Censimento industria: il 90% del sistema produttivo è governato da famiglie

Latest from Ufficio studi