Chiuderà il 2013 a +20% la piccola officina che rettifica gli stampi

VENIANO – Tra aumenti dei costi di produzione, investimenti in tecnologia e una tassazione sempre più asfissiante, ci sono imprese che riescono a stimare una chiusura dell’esercizio 2013 con un bel +20% di fatturato. Capita nel comasco, presso lo stabilimento della La.Re.Co., piccola azienda meccanica nata nel 1980 da un’intuizione di Luigi Canobbio (composta attualmente da 8 dipendenti più i due figli Alessandro e Andrea) e da sempre specializzata nelle lavorazioni di rettifica a coordinate per la lavorazione di stampi e per attrezzature meccaniche particolari, destinate a settori come il farmaceutico, l’alimentare e il confezionamento. Di cosa si tratta? «Si parte da un punto zero, localizzato in genere al centro del pezzo, successivamente si calcolano un’ascissa e un’ordinata di riferimento per rettificare fori o cave su coordinate richieste dal disegno», spiega l’imprenditore, che ripercorrendo la storia della sua impresa ricorda il 1990 come l’anno della svolta: «Avevo appena ottenuto un prestito per acquistare un costosissimo macchinario di rettifica a controllo numerico e improvvisamente il mercato di sbocco di quella specifica lavorazione crollò; mi trovai al verde, senza i soldi per pagarne le rate del leasing. Ma la società mi diede un po’ di respiro e potei tirare avanti». E fu grazie all’introduzione della nuova macchina che la La.Re.Co. si mise la crisi dietro le spalle. Nel corso degli anni, ai processi di rettifica si sono aggiunte le elettroerosioni, rettifiche Cnc in tondo e rettifiche per piani con la lappatrice, riuscendo a coprire quasi interamente l’area di questo settore altamente specializzato, soprattutto particolari per stampi conto terzi, che hanno consentito alla La.Re.Co. di incrementare progressivamente il proprio fatturato. La soddisfazione è visibile sul volto di Canobbio nel presentare il suo ultimo investimento. Prodotta dalla svizzera Studer e con il basamento in granito, la nuova macchina rettifica dal tondo filetti e forme geometriche molto varie (quadrati, triangoli, ovali, coni, esagoni e altri poligoni), sia esternamente sia internamente. «La versatilità è il suo punto di forza: affidabile e precisa, è il nostro gioiello e realizza il 20% del nostro lavoro». La particolarità è che la mola, opportunamente programmata, si sposta al ritmo della velocità di rotazione del pezzo, generando un prodotto di altissima qualità. E’ grazie a innovazioni come quella appena introdotta, e all’abilità degli operatori acquisita nel corso degli ultimi anni, che Canobbio si attende un’ottima chiusura di bilancio, pur a fronte dell’aumento contestuale delle spese: «tra tasse, sempre troppo alte, e adempimenti burocratici, che spesso sono farraginosi e incomprensibili, l’utile che resta in azienda è risibile». L’amministratore punta infine il dito contro il disinteresse delle ultime generazioni nei confronti della meccanica. «E’ mai possibile che a Como stiano chiudendo tutti corsi di perito meccanico ed elettronico? Eppure il nostro non è un lavoro pesante materialmente. Tutti parlano dell’elevato grado di disoccupazione giovanile, ma nessuno dice che di opportunità in questo settore ce ne sono, eccome».

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