CONFARTIGIANATO: Dalla resistenza al cambiamento: pmi lombarde proiettate oltre la crisi

MILANO – Gli artigiani lombardi hanno smesso di resistere: non perché sia venuta a mancare la voglia di stare, con le unghie e con i denti, sul mercato. Ma perché sono convinti che, a fronte di una crisi che dura da troppo tempo, sia venuto il momento di cambiare atteggiamento, provando a competere con nuovi strumenti. Questo il messaggio lanciato oggi, in occasione della presentazione del terzo Rapporto dell’Osservatorio Artigianato e Mpi di Confartigianato Lombardia, alla presenza dell’assessore alle Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Mario Melazzini. «I dati rilevati dal nostro Osservatorio raccontano di una Lombardia ancora forte sullo scenario competitivo, nonostante le difficoltà», spiega il presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti. «Basti pensare che siamo il territorio europeo con il più alto numero di imprenditori e lavoratori autonomi, quasi un milione; e che due distretti lombardi, quello del mobile della Brianza e quello lecchese dei metalli, guidano la classifica dei distretti con maggior propensione all’innovazione. Ma non possiamo chiudere gli occhi di fronte alle 5.600 imprese artigiane perse tra inizio 2012 e inizio 2013, di cui 3.700 nel solo settore delle costruzioni; né di fronte a un tasso  medio di occupazione degli under 35 del 53,9%, inferiore di quasi 10 punti percentuali rispetto al 2007, con 48mila giovani occupati in meno rispetto allo scorso anno». Prova a guardare dietro la crisi, alla ricerca di un percorso di uscita, anche Francesco Cancellato, ricercatore del Consorzio Aaster, che commenta così alcuni dati emersi dal Rapporto: «Qualche segnale debole di cambiamento già c’è. Lo portano quelle 23mila imprese che nel 2012 sono cresciute, appartenenti ai settori dell’informatica, della net e della green economy e dei servizi alle imprese. Ma anche i dati, ancora numericamente limitati ma in crescita esponenziale, sulle reti di impresa, che vedono primeggiare gli imprenditori lombardi e coinvolgono in egual misura imprese del manifatturiero e dei servizi.  Il cambiamento parte proprio da qui, dalla capacità di ibridare manifattura e terziario, territori e metropoli, saperi globali e saperi locali». L’assessore regionale Melazzini ha confermato che la giunta lombarda intende «rafforzare il nosro ruolo di propulsore dell’attività delle imprese lombarde partendo dalla consapevolezza che le aziende non sono solo un “fatto proprietario” ma un luogo in cui si realizza il bene comune: occupazione e benessere.  Per questo stiamo promuovendo un’azione combinata su più fronti. Metteremo a disposizione nei prossimi due mesi risorse pari a 60 milioni di euro finalizzate a: stimolare la nascita di nuove imprese; favorire l’aggregazione e l’internazionalizzazione; incrementare l’attrattività del territorio; sostenere la ricerca e l’innovazione. Allo stesso tempo stiamo rivolgendo massima attenzione a temi particolarmente sentiti dalle imprese, specialmente nell’attuale congiuntura economica: la semplificazione degli adempimenti amministrativi e dei controlli, l’accesso al credito e il sostegno alle imprese in difficoltà».

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