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Dal crollo della nautica al rilancio del design con i manufatti in vetroresina

MONZA – Il mercato della nautica in Italia ha perso quasi l’80% rispetto ai numeri di fatturato che si era abituati a registrare fino al 2008, anno cruciale in cui la crisi ha iniziato a colpire indiscriminatamente. Molte delle imprese italiane del settore, soprattutto terziste, sono state costrette a chiudere. È andata decisamente meglio a Janautica, piccola azienda con 12 addetti che progetta e realizza stampi e manufatti in vetroresina. Inizialmente il core business erano le canoe, poi la nautica in genere; dall’inizio degli anni 2000, grazie a un’intuizione del suo titolare, Attilio Taglialegami, l’azienda si è reinventata ed è sbarcata sul mercato del design. «Negli ultimi anni abbiamo dovuto diversificare necessariamente la nostra produzione cercando nuovi target di mercato – spiega Taglialegami – e il settore più ricettivo è risultato quello dei componenti d’arredo, del contract per negozi, dell’accessoristica legata all’arredamento stagionale. I grandi brand della moda dispongono di buone capacità d spesa per essere visibili e spesso hanno catene di negozi in giro per il mondo e il lavoro si moltiplica». Allora via con la produzione di componenti utili alla realizzazione delle vetrine stagionali, ad esempio quelle natalizie, e con tutti quei manufatti realizzati in composito o in fibra di vetro, commissionati da grandi studi di design e di architettura italiani e stranieri, come nel caso della collaborazione con Stefanel, avviata da uno studio londinese, che sta andando avanti ormai da quattro anni. «Quello che noi possiamo fare – continua Taglialegami – è proporci come terzisti in grado di realizzare manufatti su progetto del cliente. Abbiamo in programma presentazioni  mirate presso studi di design in ambito europeo, anche se il lavoro legato ai brand della moda è convulso e difficilmente pianificabile». C’è un elemento fondamentale che ha permesso a Janautica di porsi sul piano dell’eccellenza nel corso degli anni, ed è la sua scelta di proporsi sul mercato con prodotti di qualità. Di qui l’immediato apprezzamento e la fama di poter essere una garanzia anche in settori che esulano dalla nautica. «Non utilizziamo mai materie prime di recupero, di seconda scelta o di riciclo. Questo ci ha permesso di sopravvivere e, anche se i margini di guadagno sono sempre più sottili, abbiamo sempre manifestato una totale disponibilità nei confronti dei nostri clienti». Quasi una scommessa, che per ora Janautica sembra aver vinto.

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