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Dall’Everest alla conquista del mondo, con gli impianti acchiappa-meteo

SETTALA ?– E’ là, sull’Everest, a poche centinaia di metri dalla vetta, la più «alta» stazione di monitoraggio meteorologica del mondo: l’ha progettata e realizzata la Lsi-Lastem, piccola (35 addetti) azienda dell’hinterland milanese caratterizzata da un riuscito connubio tra leadership imprenditoriale familiare e conduzione manageriale, che dagli anni Settanta ha collocato in Italia e anche all’estero migliaia di centraline per la rilevazione delle condizioni meteorologiche per scopi civili e industriali. Ma la più innovativa area di sviluppo del business, oggi stabilizzato a 4 milioni di euro all’anno, è quella che ha a che fare con le fonti energetiche alternative, il solare e l’eolico, che oggi vale il 20% del giro d’affari, come spiega il direttore commerciale Federico Pasquini: «Dalle grandi installazione sui tetti di capannoni e magazzini agli impianti a terra della Sun Valley pugliese, in questo ultimo biennio abbiamo disseminato il Paese di centinaia di stazioni per rilevare la risorsa energetica disponibile, cioè la radiazione solare, e verificare così l’efficacia di rendimento degli impianti fotovoltaici rispetto alle condizioni atmosferiche». Misurazioni fondamentali per determinare tutti gli aspetti economici connessi alla produttività dei pannelli e alla cessione dell’energia alla rete nazionale. Nel campo dell’eolico, l’intervento della Lsi-Lastem precede l’installazione delle pale, «perché occorre verificare la qualità e l’intensità dei flussi ventosi per dimensionare grandezze e potenze dell’impianto eolico». L’aspetto sorprendente dell’attività diversificata dell’azienda di Settala è che ci sono aree d’intervento apparentemente inconciliabili: «Abbiamo realizzato i sistemi di monitoraggio delle condizioni igrometriche dei Musei Vaticani e, al tempo stesso, gli impianti posizionati presso discariche e termovalorizzatori per la rilevazione dell’impatto delle condizioni atmosferiche sulla gestione dei rifiuti», aggiunge Pasquini. Ora la Lsi-Lastem guarda all’estero, per aumentare la quota di export sul fatturato, oggi al 25%. «In Italia siamo leader, ora vogliamo portare queste tecnologie, interamente studiate e prodotte nel nostro stabilimento,? su molti altri mercati».

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