INDICE IFIIT: aprile conferma la frenata degli investimenti in innovazione tecnologica

MILANO – Ulteriore brusca frenata della propensione a investire in progetti di innovazione tecnologica da parte della platea imprenditoriale, con l’Indice Ifiit che scende a 29,80 punti dai 30,20 della rilevazione precedente. Pesano il clima recessivo dell’economia e la grande incertezza che contraddistingue la politica italiana; in questa cornice, meno di un’impresa su tre è nelle condizioni di pensare a progetti per lo sviluppo di una maggiore competitività. ?La sfiducia è maggiormente diffusa tra le piccole e le medie imprese, che subiscono sia i contraccolpi della riduzione del mercato interno e sia gli effetti perniciosi di una generale ristrettezza della liquidità, mentre le grandi aziende da tempo inserite nel contesto dei mercati internazionali riescono ad affrontare meglio la congiuntura e mantengono la propensione ad investire in innovazione su basi più elevate. Si paventa il rischio di un parziale sgretolamento di alcune filiere produttive a causa di fattori creativi, come acquisizione da parte di gruppi esteri (americani, canadesi, inglesi, tedeschi, olandesi e cinesi) o delocalizzazione all’estero, oppure di fattori contrattivi, come chiusure, fallimenti, amministrazione controllata. La propensione agli investimenti in innovazione resiste solo nella sfera del primo caso, con l’effetto di uno spostamento dei baricentri decisionali comunque all’estero. Sulla base delle rilevazioni compiute tra gli imprenditori del campione viene confermato l’abbassamento del volume d’affari, che fa propendere verso un ulteriore calo della produzione industriale nei prossimi mesi. I progetti di innovazione tecnologica delle piccole e delle medie imprese restano ancorati a modelli produttivi non incrementali. La visione imprenditoriale che punta alla crescita preferisce esplorare possibili politiche di aggregazione. Non risulta soddisfacente – per molte imprese – la trasposizione dal mercato interno al mercato europeo. Il mercato “domestico” appare quello nazionale e questa convinzione mette in rilievo tutta la complessità e la criticità di un sistema che fino ad un recente passato veniva reclamato positivo perché “piccolo è bello”. Le regioni dove resta piuttosto consistente la propensione ad investire in progetti e soluzioni di innovazione tecnologica sono la Lombardia e l’Emilia-Romagna. In contrazione il Triveneto, stabile l’area del Nord-Ovest. Debole il Meridione. I settori maggiormente vivaci sono la sicurezza, l’energia, la nautica, l’elettromedicale, il chimico-farmaceutico e la logistica integrata. Qualche segnale di rilievo registra la comunicazione via web. Perdurano le difficoltà dei settori legati all’edilizia e al commercio al dettaglio, tra gli artigiani e tra le micro e le piccole imprese. Forti segnali di vivacità giungono dalle nuove imprese, con l’ingresso sul mercato di numerose start-up, i cui sviluppi ed esiti saranno opportunamente monitorati.

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