La Ferrari della ventilazione ecologica “conquista” la Piaggio

MILANO – La ventilazione naturale è la nuova frontiera ecosostenibile del trattamento aria e c’è una sola azienda in Italia in grado di progettare, realizzare e installare la green technology che porta aria fresca e pulita in ambienti saturi di calore o gas nocivi, senza alcun consumo energetico: è la Bovema, azienda nata nel ’96 dall’incontro tra tecnici italiani e produttori olandesi. «Oggi ci chiamano la Ferrari della ventilazione naturale ma siamo nati realizzando impianti di evacuazione di fumo e calore», racconta l’amministratore Luca Marzola, che proprio nel 2008 decise di rilevare l’azienda in cui era entrato una decina d’anni prima come tecnico. Nel 2006 la svolta: per lo stabilimento della Bormioli di Milano la Bovema risolve un problema legato all’estrazione di aria calda nella zona compressori. «La nostra soluzione costava di più rispetto a quella dei concorrenti che proponevano il classico lucernario da tetto. Quando i tecnici Bormioli hanno capito che soltanto un sistema a ventilazione naturale progettato con le regole della fisica tecnica poteva estrarre l’aria calda da quegli ambienti senza ricorrere a condizionatori o aerazioni forzate, hanno scelto noi». Da quel momento l’azienda milanese ha cominciato a crescere, arrivando oggi a occupare una quindicina di tecnici (fisici, ingegneri, periti) per un fatturato di 3,5 milioni di euro. Con referenze importanti, tanto da aver lavorato per i presidenti di Confindustria uscente e entrante: «Abbiamo realizzato i sistemi di ventilazione naturale per le acciaierie Marcegaglia e per lo stabilimento Mapei, ma anche per altri importanti clienti come Pirelli e Bosh». L’ultima commessa, da un milione di euro, è per la Piaggio di Pontedera, «ma per il 2012 abbiamo già un pacchetto di offerte presentate da 12 milioni di euro». Il metodo di progettazione secondo Bovema è: «Entriamo nello stabilimento, posizioniamo sensori che monitorano per tre giorni l’ambiente interno e per una quindicina quello esterno, studiamo la carta territoriale dei venti, facciamo analisi computerizzate con simulazioni in 3D. Insomma, dobbiamo capire come si muove l’aria e come si stratifica il calore. A quel punto, lo studio si traduce in una soluzione progettuale e tecnica, che ha sempre un aspetto vincente: zero costi di esercizio», conclude Marzola. Che continua a produrre occupazione stabile al ritmo di un’assunzione all’anno: « Andiamo controcorrente, perché mentre tutti frenano riducendo gli investimenti, noi acceleriamo».

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