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L’allevamento diversifica e investe 10 milioni per produrre energia rinnovabile

ROSATE – Un investimento da quasi 10 milioni di euro, per ampliare la superficie produttiva, sfruttare l’energia solare e trasformare un rifiuto organico (le deiezioni dei circa 10mila capi di bovini da carne allevati ogni anno) in una fonte rinnovabile di energia, generando una consistente fetta di ricavi annui, nell’ordine dei 2,5 milioni di euro: è l’esito del progetto avviato un anno fa dall’Agricola Marchesina, una delle più importanti aziende agro-zootecniche d’Italia, attiva da quarant’anni nella bassa padana a pochi chilometri da Milano.  Un fatturato di oltre 20 milioni di euro garantito dall’attività di due allevamenti (di cui uno in Francia) e di un macello (in comproprietà), dalla coltivazione dei fondi per la produzione di foraggio e ora anche dalla produzione di energia: «Anche se il settore alimentare subisce in misura minore gli effetti della crisi, è accertato che in Italia i consumi di carne bovina siano in calo da qualche anno a questa parte», spiega Piero Ravizza, direttore dell’azienda e genero del fondatore e attuale presidente Carlo Ultrocchi. «Così dal 2011 abbiamo deciso di avviare una strategia di diversificazione, puntando sullo sfruttamento delle risorse di cui disponiamo: il letame per alimentare l’impianto di biogas e il sole per l’irraggiamento dell’impianto fotovoltaico». Ma la chiave di volta nell’evoluzione dell’Agricola Marchesina sta nell’innovativo controllo di gestione introdotto in azienda proprio da Ravizza, che ha frequentato con successo l’ultima edizione dell’Executive Master per il management delle pmi, organizzato da Altis (Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica): «Laureato in scienze politiche, avevo cominciato a lavorare in una multinazionale dell’automotive. Quando mio suocero mi ha chiesto di entrare in azienda, ho approfondito gli studi di economia agraria, ma mi mancava una visione più ampia sulla strategia di sviluppo di una piccola impresa industriale, come di fatto è la nostra». Così Ravizza si iscrive al Master, il cui percorso formativo mirato a imprenditori junior e senior è finalizzato sui temi dello sviluppo, dell’internazionalizzazione e della transizione generazionale. «Il corso è costruito sulle esigenze di chi è già impegnato in un’attività imprenditoriale e affronta le questioni in modo pragmatico: come tesi conclusiva del Master ho infatti elaborato il progetto  per il controllo di gestione della mia impresa». Il prossimo step, oltre alla realizzazione di nuove stalle per potenziare una superficie d’allevamento che già tocca i 135mila metri quadrati, è l’ottimizzazione produttiva: «Porteremo qui a Rosate quella quota di capi bovini che facciamo allevare da altre aziende, per ridurre i costi di gestione e utilizzare al meglio il lavoro dei nostri venti addetti».

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