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Le “agri-macchine” che riciclano scarti alimentari in tutte le lingue del mondo

CERNUSCO SUL NAVIGLIO – «In attesa di Expo e delle ricadute che potrà avere sulla aziende che si occupano di tecnologie per la produzione alimentare, noi continuiamo a seguire la nostra filosofia: un passo alla volta ma avendo una visione molto ampia. E’ grazie a questa impostazione che la nostra piccola realtà produttiva opera ormai da cinquant’anni ed è presente in tutto il mondo»: Giulia Manenti, responsabile del coordinamento operativo della Agricarnitec, spiega la strategia dell’azienda di famiglia, specializzata nella progettazione, costruzione e installazione di macchinari e impianti completi per la lavorazione di prodotti e sottoprodotti alimentari di origine animale e della spremitura dei semi oleosi. E anticipa la partecipazione alla prossima Meat-Tech, la fiera internazionale che riunirà a Milano, proprio in concomitanza con l’avvio di Expo, le più importanti imprese del settore della lavorazione e del packaging per i prodotti carnei. «Grazie all’esperienza maturata dal fondatore, operiamo attivamente nel settore fin dal 1963, avvalendosi di specialisti e fornitori che hanno condiviso un percorso di crescita e di sviluppo tecnologico». La vasta gamma di produzione dei macchinari  comprende essiccatoi per foraggi, cereali e concimi organici, presse, frantoi, molini, macchinari per mangimifici, cubettatrici, autoclavi, sistemi di stoccaggio, trasportatori meccanici e pneumatici e altre attrezzature per zootecnia, oltre a componenti e accessori (caldareria, carpenteria metallica eccetera) che permettono ad Agricarnitec di effettuare direttamente forniture di impianti completi di varie tipologie. «Abbiamo effettuato interventi significativi sia in Italia che all’estero, spaziando dall’Europa all’Asia, dal Sudamerica all’Australia», aggiunge la Manenti, che indica nel 70% la quota di export sul fatturato annuo di circa 4 milioni di euro.  Ora l’obiettivo primario della famiglia Manenti è strutturare l’azienda per gestire meglio il processo di internazionalizzazione in atto, puntando sull’aggiornamento e la qualificazione dei 14 addetti. «Grazie alla nostra associazione Assomec abbiamo ottenuto oltre 8mila euro di finanziamenti a fondo perduto per strutturare un piano formativo che ha coinvolto una decina dei nostri dipendenti».

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