MARMOMACC: è italiano un terzo del mercato mondiale delle tecnologie di lavorazione dei lapidei

VERONA – La pietra naturale alla conquista del mondo: dal 1990 al 2013, la produzione lapidea internazionale è salita del 180%, da 46 a 130 milioni di tonnellate, pari a 1,4 miliardi di metri quadrati equivalenti (riferiti allo spessore convenzionale di una lastra da 2 centimetri), mentre i consumi sono cresciuti del 185 per cento. Un trend di aumento costante negli anni che diventa ancora più evidente se si prende in considerazione l’ultimo mezzo secolo, che ha visto un utilizzo di marmi e graniti superiore a quello di tutte le epoche precedenti. A rivelarlo, il XXV Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo curato da Carlo Montani in collaborazione con la casa editrice Aldus e il patrocinio della Regione Toscana, presentatoin occasione del salone Marmomacc 2014. Per l’industria mondiale, il 2013 ha costituito un ulteriore anno di consolidamento: il volume di materiale estratto e trasformato, pari a 265 milioni di tonnellate, sono aumentati di circa il 5% rispetto al 2012. Il marmo è sempre più utilizzato come materiale costruttivo e decorativo, con l’impiego pro-capite salito nel 2013 a 226 metri quadrati ogni mille unità, a fronte dei 215 dell’anno precedente e dei 135 del 2003. Un’espansione generale che però corrisponde a una concentrazione progressiva della produzione in alcuni Paesi: «Dagli anni ‘60, i rapporti di forza sono mutati radicalmente – ha spiegato Montani – con i primi quattro produttori, Cina, India, Turchia e Brasile che sono passati dal 30 al 61% della produzione globale». Per quanto riguarda l’interscambio, nel 2013 sono stati raggiunti i 22 miliardi di dollari di controvalore, totalizzati per il 58,5% dai primi quattro Paesi esportatori: Cina, Italia, Turchia e India. Il made in Italy conferma il proprio ruolo di protagonista nel settore delle tecnologie e dei macchinari di estrazione, taglio e lavorazione, con circa un terzo del mercato mondiale e posizioni maggioritarie in vari nazioni leader come Turchia e Brasile. Ma cosa riserva il futuro del marmo? Per l’autore del XVV Rapporto «la pietra viene da lontano e andrà lontano, riunendo tecnologia, estetica e valori professionali, in una parola qualità. Tradotte in numeri, le prospettive al 2020 indicano una produzione complessiva di almeno 170 milioni di tonnellate, pari a 1,8 miliardi di metri quadrati equivalenti».

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