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Producendo macchine utensili “just in time” il fatturato cresce del 6%

CASTELLEONE ? Nel cuore del polo produttivo della meccanica cremonese, tra le campagne che circondano Castelleone, lavorano incessantemente gli impianti e i trenta addetti della ABM Benelli Macchine, azienda specializzata nella produzione di macchine utensili per la lavorazione della lamiera e ad asportazione di truciolo, operando per altri costruttori ma anche con una propria linea di prodotti. Lo confermano i dati sul fatturato: «nel 2011, che pure ha segnato una lieve battuta di arresto, abbiamo chiuso a ?6,5 milioni di euro, mentre nel 2012 avremo una crescita del 6%, la stessa attesa anche per il 2013», spiega Alberto Benelli, fondatore e attuale amministratore delegato della società, che funge da capogruppo per altre tre imprese nate grazie allo sviluppo delle attività: la Benelli Cablaggi, che realizza cablaggi elettrici, la BTB Carpenteria, azienda a suo tempo rilevata da uno stato di crisi, che svolge le lavorazioni di carpenteria, e la Cabe, che cura i servizi di installazione e assistenza alla clientela. Ma come è riuscita a imporsi sul mercato questa piccola realtà imprenditoriale, che opera già su un’area produttiva di 3.200 metri quadrati e vede viaggiare verso l’estero il 90% dei suoi macchinari? «Abbiamo cominciato in due, lavorando come service di manutenzione alle macchine utensili. Poi abbiamo iniziato a ?svolgere attività di costruzione conto terzi, prima limitata al montaggio meccanico e successivamente integrata con la parte elettrica fino ad arrivare alla produzione completa della macchina su progettazione del cliente», racconta Benelli. Nel tempo si è sviluppata anche una produzione a marchio ABM, incentrata su alcune linee di accessori quali le tavole di sollevamento e la produzione di alcune macchine speciali: «in sostanza abbiamo sviluppato la capacità di risolvere specifici problemi produttivi posti dal cliente, quindi dedicandoci a una produzione esclusivamente personalizzata e non standard. Su alcune problematiche, in particolare la lavorazione delle lamiere per deformazione, l’esperienza sviluppata dal nostro ufficio tecnico costituisce ormai un know how distintivo e ci differenzia dai contoterzisti tradizionali». Tanto che dai capannoni della ABM sono uscite macchine totalmente innovative, come ?un’attrezzatura per la lavorazione del marmo a cinque assi, con testa di lavorazione brevettata, e una macchina per il taglio al plasma che l’azienda ha cominciato a commercializzare direttamente. «I nostri clienti, come ad esempio Coesia o Salvagnini, ?sono grandi realtà industriali, leader nei loro settori, per i quali lavoriamo con lead time molto brevi, tra le due e le tre settimane dalla data dell’ordine alla data di consegna del materiale. Per raggiungere questi livelli di qualità ed efficienza produttiva, negli ultimi anni abbiamo mantenuto un livello medio annuo di investimenti intorno ai 200mila euro». In un quadro certamente positivo, non mancano i coni d’ombra: «In prospettiva mi preoccupa la concorrenza internazionale, in considerazione della tendenza a delocalizzare la produzione all’estero da parte delle aziende nostre clienti. La nostra risposta al differenziale di costo tra la nostra produzione e quella estera è la focalizzazione sulla qualità e l’efficienza del servizio al cliente, così come rimane il know how specifico sulle soluzioni produttive. Si assiste però alla tendenza dei clienti a far acquisire la componentistica all’estero (Europa dell’est, Est asiatico?), non solo quella elettronica ma anche alcune parti meccaniche, che prima erano parte della nostra produzione, con il conseguente impoverimento del nostro processo di produzione». Sarà il prossimo step della ABM: investire sulla propria identità ed esclusività, per far conoscere anche sui mercati più lontani l’eccellenza produttiva di una piccola impresa manifatturiera della Pianura Padana.

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