Quando la solidarietà tra dipendenti produce posti di lavoro

REGGIO EMILIA – ?E’ stato firmato l’accordo per la riorganizzazione dei rapporti di lavoro dei collaboratori a progetto di Ifoa, l’Istituto di formazione per operatori aziendali che da più di trent’anni si occupa a livello nazionale di formazione, orientamento al lavoro e progetti internazionali in partnership con i Paesi europei. «L’accordo siglato in piena collaborazione con il sindacato è per molti versi unico nel suo genere in Italia», spiega Umberto Lonardoni, direttore di Ifoa, alla guida dell’Istituzione da poco più di un anno. «Di fronte a una situazione economica di crisi come quella attuale e a una recente riforma del mercato del lavoro che ha ridotto gli ambiti di applicazione delle forme di contratto flessibili, l’ente si è posto il problema di rispondere modificando modalità e prassi attuate in passato. Così, anche se non scontato, abbiamo scelto di provare a mantenere il contributo lavorativo di molti collaboratori con modalità contrattuali coerenti con la nuova legge». Il contratto di solidarietà siglato prevede l’assunzione di 29 persone tramite la riduzione oraria dei lavoratori dipendenti attualmente in organico, le garanzie per gli ulteriori collaboratori anche tramite l’uso della somministrazione, la definizione di un modello di relazioni sindacali anche per il futuro, che consenta di supportare la piena attuazione dell’accordo. «La recente riforma Fornero – continua Lonardoni – ci ha condotto a trasformare tali modalità contrattuali, che negli ultimi anni non hanno generato nessun contenzioso, segno di un sistema lavorativo percepito dagli stessi lavoratori come equo e favorevole sia in termini di autonomia professionale che di compenso. Certo che, se da una parte anche sotto la spinta della modifica normativa si sono ridotti gli strumenti di flessibilità in entrata, dall’altra non si è supportata la creazione di nuovi posti di lavoro, in quanto i posti di lavoro non si creano per decreto ma esistono nella misura in cui le aziende riescono a sostenerli. Per questo, una vera riforma del lavoro dovrebbe prevedere una riduzione del costo del lavoro dipendente. Ma dove non è arrivata la riforma hanno sopperito i dipendenti di Ifoa che hanno materialmente “messo mano al loro portafoglio” per venire incontro a una esigenza contingente aiutando l’ente ad applicare la manovra di assunzione».

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