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Quelle imprese di successo che sanno coniugare etica e competitività

ASTI – «Bisognerebbe cambiare la Costituzione: l’Italia è una Repubblica fondata non sul lavoro ma su chi crea lavoro. La nostra associazione nasce per affermare il valore e il ruolo sociale degli imprenditori che, nonostante tutte le inefficienze del sistema Paese e la scarsa considerazione sociale di cui godono per colpa di pochi disonesti, continuano a creare lavoro, a mantenere il benessere sociale e a rendere sostenibile lo sviluppo economico». Lorenzo Orsenigo, presidente dell’ASGI – Associazione San Giuseppe Imprenditore, ha aperto con questo messaggio di rivendicazione l’evento che ad Asti ha avviato il tour nazionale di presentazione dell’associazione, fondata per diffondere e condividere i casi di buona imprenditorialità, anche alla luce di personali esperienze di fede, e aiutare con servizi e supporti dedicati gli imprenditori in grave difficoltà. La tavola rotonda sul tema “Creare lavoro unge l’imprenditore di dignità? ha visto alternarsi sul palco esperti e imprenditori. Oreste Bazzichi, sociologo della Pontificia facoltà teologica S. Bonaventura–Seraphicum di Roma, citando le encicliche Caritas in veritate e Laudato sì, ha sottolineato che già i filosofi e teologi francescani «seppero sincronizzare il pensiero con l’azione, la mistica con il lavoro, l’economia con la felicità, il bene con il ben-essere», ridando dignità alla produzione di ricchezza e all’uso del danaro se impiegato per generare nuovo lavoro. Altre significative testimonianze sono venute da imprenditori di successo,  come Renato Erminio Goria, presidente della Camera di commercio di Asti e titolare della Alplast Srl, leader nella produzione di impianti per l’imbottigliamento; Cesare Ponti, presidente della Ponti SpA, un’azienda da 115 milioni di euro di fatturato che ha saputo costruire rapporti di forte collaborazione con i lavoratori, creando anche progetti innovativi di formazione; Tiziano Fusar Poli, presidente della Latteria Soresina Scrl, espressione di un forte spirito cooperativistico e di legame con il territorio, che ha introdotto un meccanismo di rotazione delle esperienze di reparto che ha ridotto di oltre il 50% gli assenteismi per malattia; Giuseppe Meregalli, presidente del Gruppo Meregalli Srl, protagonista nella distribuzione del settore vini, che per cinque generazioni ha conservato la validità dei principi etici nella gestione dell’azienda, giunta ai 50 milioni di euro di ricavi e ancora legata a stretti rapporti fiduciari con fornitori e clienti; Antonio Rillosi, presidente di Extravega Srl, giovane realtà che dall’hinterland milanese si è affermata nel mondo del design a livello mondiale con sedi a New Yourk e Sidney e che sta sviluppando un progetto di joint venture profi-nonprofit in Cambogia. Nel corso dell’evento è stato presentato il Telefono Arancione, primo servizio di aiuto gestito da ex-imprenditori, al quale imprenditori alle prese con situazioni personali difficili o di grave rischio per l’azienda possono rivolgersi in forma totalmente anonima, trovando ascolto, consigli e il supporto gratuito di professionisti che analizzano la situazione e suggeriscono soluzioni fattibili, prima di gravi coinvolgimenti familiari o tragiche  decisioni  personali. Il Telefono Arancione è al momento attivo in via sperimentale con una linea telefonica e un’email dedicata (3371654811 – sgimprenditore@gmail.com). Lo sviluppo del progetto prevede l’articolazione di una rete di professionisti selezionati sul territorio, già attivi e disponibili nelle provincie di Torino, Milano, Monza e Brianza, Brescia, Como, Lecco, Verona, Roma, Napoli, Bari e Ragusa. «L’ASGI – ha proseguito Orsenigo – si avvia a sviluppare la propria missione coinvolgendo tutti gli imprenditori – agricoltori, artigiani, artisti, commercianti, professionisti e industriali – cercando di stimolare e sostenere lo spirito etico nel fare impresa e nel generare e mantenere posti di lavoro. Vogliamo creare eventi, diffondere con tutti i mezzi possibili la cultura del fare impresa con etica, anche ispirandosi ai principi del Vangelo; vogliamo sviluppare rapporti per diffondere e rafforzare le buone pratiche. Vogliamo raccontare di come alcuni imprenditori reinvestono il danaro nel rispetto della redistribuzione dei benefici e nella solidità lungimirante dell’impresa».

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