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Raddoppiate in un anno le neo-imprese che sviluppano alta tecnologia

MILANO – Italia Startup e gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Smau e con Cerved Group e con il supporto istituzionale del ministero dello Sviluppo Economico, hanno presentato seconda edizione del progetto “The Italian Startup Ecosystem: Who’s Who”. L’intero ecosistema delle start up mostra una forte crescita: più che raddoppiate le start up innovative, che registrano un incremento del 120% passando da 1.227 nel 2013 a 2.716 nel 2014, mentre le start up finanziate crescono del 74% passando da 113 nel 2013 a 197 nel 2014. La ricerca evidenzia per il 2013 investimenti complessivi (sia da investitori istituzionali che da business angel, family office e venture incubator) in start up hi-tech in crescita del 15% sul 2012, per un valore di 129 milioni di euro (erano 112 milioni un anno prima). Una cifra che rimane in valore assoluto ancora piccola se confrontata con quella relativa ad altri Paesi: in Italia si investe in start up hi-tech un ottavo rispetto a Francia e Germania, un quinto rispetto al Regno Unito e poco meno della metà rispetto alla Spagna. Si stima per quest’anno un calo degli investimenti, che dovrebbero riassestarsi sui 110 milioni di euro, dovuto, in buona misura, alla chiusura dei fondi con target di investimento sul Sud Italia. Al tempo stesso però si registra un netto incremento del ruolo svolto dagli investimenti fatti da soggetti non istituzionali, cioè business angel, family office, acceleratori e incubatori: l’apporto di questa tipologia di investitori è in costante crescita dal 2012 ad oggi, fino ad arrivare a un peso del 50% degli investimenti stimati per il 2014. «I dati della seconda edizione dell’Osservatorio – sottolinea Federico Barilli, segretario generale di Italia Startup – si collocano in un quadro di forte dinamica del comparto. Gli investitori cosiddetti istituzionali hanno un ruolo di continuità importante nel sostegno alle giovani imprese innovative. Le banche hanno iniziato a fornire prestiti rilevanti, di medio termine, alle start up, grazie al fondo di garanzia statale, pari a quasi 100 milioni di euro. E le start up intanto crescono: sono più che raddoppiate in un anno quelle iscritte al registro dedicato presso le camere di commercio e sono quasi raddoppiate quelle che hanno ricevuto investimenti in equity. L’azione associativa si rivolge ora a 2 interlocutori chiave per far crescere ulteriormente il sostegno alle giovani imprese innovative: le aziende italiane, ancora troppo timide negli investimenti finanziari e industriali in start up; gli investitori e le imprese straniere che troppo spesso non hanno nei loro “radar” il nostro ecosistema, ricco di start up di valore e che stanno sulla frontiera dell’innovazione mondiale». «In questa edizione dell’Osservatorio – commenta Andrea Rangone, responsabile degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano – si è deciso di approfondire 10 start up particolarmente significative in ciascuna di queste fasi: nella fase iniziale abbiamo approfondito le start up che hanno raccolto finanziamenti particolarmente elevati, superiori a 2 milioni di euro; nella fase di sviluppo abbiamo studiato le start up che hanno avuto ottime dinamiche di crescita del fatturato, tra le quali molte hanno superato il milione di euro; nella fase di exit, abbiamo analizzato le start up che sono state vendute o quotate ai valori più elevati, pari a qualche centinaio di milioni di euro. Queste ultime evidenze della ricerca dimostrano che – nonostante gli investimenti in capitale di rischio siano in Italia ancora contenuti – possiamo guardare al futuro con ragionevole ottimismo».

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