Stime Prometeia per i settori industriali: crescita rallentata fino al 2013

MILANO – L’Industria italiana, grazie ai buoni risultati ottenuti nella prima parte dell’anno, potrà chiudere il 2011 con una crescita del fatturato a prezzi costanti dell’1,3%. Il dato è comunicato da Prometeia, società specializzata nella ricerca e analisi macroeconomica, e da Intesa Sanpaolo, durante la presentazione della ricerca “Analisi dei settori industriali . ottobre 2011”, lo scorso 8 novembre a Milano. La crescita è dovuto principalmente all’espansione delle aziende italiane nei nuovi mercati internazionali. Infatti la propensione all’export del manifatturiero italiano salirà al 39% nel 2011 (nel 2008 ero al 36%). Un dato simile risale alla svalutazione della lira negli anni 90. Il rapporto presentato mette in testa alla classifica dei settori con le migliori prospettive di crescita, per il biennio 2012 -2013, i produttori dei beni d’investimento: meccanica, elettrotecnica e prodotti in metallo, oltre alla farmaceutica. La meccanica si è dimostrata più attiva nel processo di riposizionamento nei paesi a maggior crescita come la Cina e la Turchia e si confermerà leader del manifatturiero italiano. Lo sviluppo viene sia dal buon posizionamento sui mercati emergenti, che dal ruolo giocato nelle catene di subfornitura dei grandi produttori occidentali e ancora dalla buona capacità di controllo del mercato domestico. Il canale estero quindi integra questo quadro. Male invece i settori produttori di beni di consumo durevole: mobili, elettrodomestici, autoveicoli e moto. Nel prossimo biennio questi settori saranno penalizzati da una domanda interna debole, lo stesso vale per i prodotti e materiali da costruzione. Il sistema moda sconterà gli effetti di una domanda interna debole e orientata verso prodotti a basso costo, oltre all’indebolimento delle vendite nei mercati maturi. In ogni caso il settore moda è riuscito ad aumentare significativamente, nell’ultimo triennio, una quota di export già elevata. In particolare nell’Europa centro orientale, soprattutto Russia, nel bacino del Mediterraneo e in Cina. Per il settore alimentare infine è prevista un’evoluzione positiva, nonostante la tendenza delle famiglie a contenere gli sprechi emersa nella fase di crisi acuta nel 2009. La capacità di contenere le importazioni e di incrementare la quota di fatturato esportato giocheranno a favore dell’alimentare, favorito anche dalla fama della tradizione eno-gastronomica italiana. In conclusione il nostro manifatturiero si troverà a operare in condizioni di domanda debole, soprattutto interna, che porteranno a una diminuzione dei livelli di attività nel 2012 e a una debole ripresa nel 2013. Secondo l’analisi di Prometeia, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, si può stimare che il peggioramento dello scenario portato dalla crisi del debito europeo dei mesi estivi abbia bruciato oltre 94 miliardi di euro di introiti per l’industria italiana nel prossimo biennio. Viste le condizioni della domanda interna, i ricercatori affermano che soltanto la capacità di espandere le esportazioni, previste aumentare ad un tasso medio annuo intorno al 4,5% a prezzi costanti, potrà consentire al manifatturiero italiano di limitare le perdite.

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