BARI – Dall’outsourcing all’insourcing, ovvero tornano in Italia le produzioni di Natuzzi fin qui appaltate all’estero. È, questo, uno dei punti qualificanti dell’accordo siglato al ministero dello Sviluppo Economico. Un accordo considerato dal Mise di “svolta”, che consente nuove prospettive di produzione e occupazione nel cosiddetto “distretto dell’imbottito” delle Murge. L’accordo prevede che 1.300 lavoratori resteranno nell’attuale azienda che rinnova qualità del prodotto e tecnologie. Inoltre, prevede il rientro di attività attualmente svolte in Romania e che interesseranno circa 500 lavoratori (che nel triennio potranno diventare 700) e saranno realizzate da una nuova società ospitata negli stabilimenti dismessi dalla Natuzzi. Altri 300 lavoratori verranno impegnati in nuove attività industriali collegate al settore dell’arredamento e in iniziative di riqualificazione e altre politiche attive. Per i rimanenti 600 lavoratori si attiverà una mobilità volontaria e incentivata. «Non c’è dubbio – ha detto Claudio De Vincenti, sottosegretario allo Sviluppo Economico – che l’aver convinto anche Natuzzi che è possibile invertire il flusso di lavoro portato all’estero riportando in Italia anche le produzioni ad alto contenuto di lavoro, rappresenta un risultato molto importante che spero venga seguito da altri imprenditori».
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