Viaggio tra le aziende manifatturiere 2.0 che hanno puntato sull’innovazione

TAVAGNACCO – «Produrre in Italia è una sfida: svantaggi e difficoltà non mancano, eppure le eccellenze riescono a imporsi sia nel mercato nazionale, sia in quello internazionale. Il minimo comun denominatore delle aziende manifatturiere che crescono, oggi, è la capacità di distinguersi attraverso innovazione, qualità ed efficienza organizzativa: i margini si riducono ed è necessario che tutti i processi aziendali, a partire da quelli logistico-produttivi, siano ottimizzati e monitorati, anche con l’ausilio di strumenti tecnologicamente avanzati»: parola di Fabio Pettarin, presidente di Tecnest, azienda specializzata nella fornitura di soluzioni informatiche e organizzative per la pianificazione, il controllo e la gestione dei processi di produzione e della supply chain. «Aziende provenienti dai settori più disparati si stanno rivolgendo a noi negli ultimi anni per aumentare la propria competitività sul mercato attraverso una gestione dei processi delle operations più flessibile, dinamica e precisa», spiega Pettarin. Tra queste la torinese Ser, che produce e vende in tutto il mondo cere per l’industria e candele. «I nostri prodotti sono made in Italy dalla progettazione al servizio post-vendita, acquistiamo all’estero solo le materie prime che in Italia non sono disponibili», afferma l’amministratore, Piergiorgio Ambroggio. L’innovazione è la strada per restare sul mercato: «Abbiamo introdotto il software J-Flex di Tecnest per incrementare la flessibilità della nostra organizzazione e, quindi, aumentare la nostra competitività». Nel lecchese opera la O-Pac, specializzata nell’ideazione, progettazione e produzione di salviette umidificate per ogni applicazione. «La nostra azienda è un punto di riferimento per importanti gruppi farmaceutici e cosmetici per insegne della grande distribuzione, in Italia e all’estero»,   dice Paolo Mascellani, Ict manager di O-Pac. La variabilità e l’imprevedibilità della domanda hanno portato O-Pac a rivedere il processo di gestione della programmazione produzione. «Il piano di produzione era in precedenza realizzato sostanzialmente in manuale, con un grande dispendio di tempo e cicli ripetitivi e ridondanti», afferma Mascellani. «Abbiamo quindi contattato Tecnest per ridurre i tempi di definizione del piano principale di produzione e quelli di emissione degli ordini di produzione e di acquisto, verificando i componenti eventualmente mancanti e effettuando simulazioni su diversi scenari di produzione, e per ottimizzare le sequenze di produzione sulle linee. Obiettivi conseguiti grazie al software J-Flex e al forte supporto consulenziale di Tecnest sul tema della gestione produzione». Infine la bergamasca Carbosint, che produce componenti sinterizzati per diversi settori e industrie meccaniche, in particolare il settore automotive. «La capacità di competere sui mercati esteri è dovuta principalmente allo sviluppo tecnologico degli ultimi quattro anni e a una visione organizzativa in linea con le diverse condizioni di mercato», afferma Ivo Bendotti, direttore di stabilimento di Carbosint. L’elevato livello tecnologico e la flessibilità del servizio e dell’organizzazione, sono le chiavi del successo: «Abbiamo deciso di migliorare ulteriormente questi aspetti rivolgendoci a Tecnest per implementare un progetto di gestione della documentazione tecnica, degli aspetti di pianificazione e controllo avanzamento ordini, unito al calcolo dei costi preventivi-consuntivi dei prodotti», spiega Bendotti. L’obiettivo e il vantaggio che abbiamo dal sistema implementato è rendere la struttura di governo della produzione sempre più veloce e puntuale.».

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