Novembre 30, 2020

Meno consumi, più fonti rinnovabili per Natura Nuova

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RAVENNA – Dopo un’attenta analisi e comparazione, sono stati calcolati i dati relativi ai consumi energetici che Natura Nuova, azienda di Bagnacavallo specializzata nella produzione di polpe e frullati di frutta e nei prodotti a base di proteine vegetali, destina annualmente per alimentare i propri impianti, che riguardano tre stabilimenti che occupano 150 addetti, 10 linee produttive che trattano 16mila tonnellate di frutta all’anno.  Ne emerge un quadro in linea con i principi che hanno da sempre animato l’azienda, che del rispetto per l’ambiente e sostenibilità ne ha fatto una scelta culturale, oltre che imprenditoriale: dal 2017 al 2018 il consumo energetico complessivo è sceso, infatti, dell’8%. Ma non è tutto: la produzione da energie rinnovabili (fotovoltaico e cogenerazione) è aumentata del 14% portando così l’autoconsumo di energia a un +11% e la riduzione di quella acquistata a -12%.

«L’attenzione per l’ambiente è uno dei nostri punti di forza. Disponiamo, infatti, di tre impianti fotovoltaici che forniscono il 50% del fabbisogno energetico e un cogeneratore che fornisce il 30% della restante energia. Inoltre, gli scarti di produzione (bucce di mele e scarti di tofu) diventano alimentazione per i biodigestori, mentre i materiali di imballo utilizzati sono certificati FSC, dunque riciclabili e sostenibili. Difendiamo la nostra terra attraverso delle scelte concrete, riducendo al massimo l’impatto ambientale. Per il benessere e il futuro di tutti», sottolinea Gabriele Longanesi, fondatore di Natura Nuova.

Dal 1994 l’azienda produce polpe e frullati di frutta naturali, senza l’aggiunta di zuccheri o di conservanti, e confeziona le puree composte al 100% da frutta in vaschetta o nel pratico formato in sacchetto (doypack). Da sempre Natura Nuova lavora sia la frutta tradizionale sia quella proveniente da coltivazioni biologiche e, recentemente, ha introdotto anche la lavorazione delle verdure. Non solo: è anche produttrice di proteine vegetali come il tofu, il tempeh e il seitan.

 

Food: La Sorgente investe 10 milioni per la sostenibilità

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MILANO – Il lockdown scaturito dall’emergenza sanitaria covid-19 ha cambiato le abitudini di consumo degli italiani, rafforzando in loro la sensibilità verso i temi della salute, della sicurezza, dell’origine e della sostenibilità dei prodotti alimentari acquistati. Per questo motivo La Sorgente, azienda alimentare del Gruppo Ganassini, che affianca alla pasta fresca la produzione di prodotti gastronomici e dolci da forno, dopo aver affrontato la grave discontinuità causata dall’emergenza guarda al futuro con un piano di investimenti da 10 milioni di euro mirato alla sostenibilità, alla sicurezza alimentare e all’italianità dei suoi prodotti. «In questo momento storico di grande incertezza diventa ancor più importante reagire con tempestività e coraggio, intercettando i nuovi trend e i modelli più evoluti di business e di consumo», osserva Giuseppe Multari, amministratore delegato di La Sorgente. Nell’ambito del piano di investimenti in corso, La Sorgente ha già stanziato risorse importanti nell’innovazione di prodotto e nella ricerca sempre più attenta di nuovi packaging sostenibili capaci di garantire, oltre alla totale riciclabilità, massima sicurezza e igiene nella produzione e consumo di piatti pronti per la grande distribuzione e per il consumatore finale.

Contestualmente molte risorse saranno destinate al rafforzamento tecnologico previsto nel piano industriale, allo sviluppo continuo delle filiere strategiche di approvvigionamento (in particolare qualità, sostenibilità delle materie prime e benessere animale), a incentivi riconosciuti agli agricoltori per una materia prima di grande qualità e per l’attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale, oltre alla completa riciclabilità delle confezioni.

Nel 2020 sono state ideate nuove ricettazioni in oltre il 50% dei piatti pronti, migliorandone il profilo nutrizionale attraverso una riduzione del contenuto di sale, zuccheri, grassi e/o grassi saturi o incrementando il contenuto di fibre; sono stati avviati progetti di agricoltura sostenibile su tutte le filiere strategiche, che entro il 2022, saranno interamente da agricoltura sostenibile. Sono stati anche ridotti i consumi idrici e le emissioni di C02, mentre per i prossimi anni si punta alla riciclabilità e biodegradabilità integrale di tutte le confezioni.