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A Città del Messico il nuovo metro in sicurezza grazie agli ingegneri brianzoli

GIUSSANO – Sarà la brianzola Mont-Ele,  da quarant’anni attiva nel campo dell’ingegneria, della produzione e dell’impiantistica elettrica ed elettromeccanica per i sistemi metroferrotramviari, a realizzare i quadri alimentatori in corrente continua della nuova metropolitana di Città del Messico. Un appalto che segue quelli già acquisiti negli ultimi anni a Copenaghen, Riyad e Taipei, ma anche i lavori per la linea 4 della metropolitana milanese e quelli già conclusi per le sottostazioni elettriche delle linee ferroviarie dell’alta velocità di Rfi Spa. Un piccolo gioiello dell’ingegneria italiana – 50 addetti, più di 10 milioni di euro fatturati nel 2013 in crescita rispetto all’anno prima – fondato e ancor oggi guidato da Enrico Maggioni, che spiega la chiave del successo: «Il nostro campo di battaglia è il mondo, là dove sia richiesta un’elevata specializzazione nell’ambito della progettazione, produzione, manutenzione e protezione delle linee elettriche a corrente continua. Certo, l’incidenza del nostro lavoro in  un progetto di linea ferroviaria o metropolitana vale solo il 5/10% del lavoro complessivo, ma è un aspetto fondamentale per la buona gestione e sicurezza dell’intero sistema». Quando Mont-Ele si confronta nelle gare internazionali, i suoi committenti sono colossi del calibro di Ansaldo, Finmeccanica, Rfi, gestori ferroviari e società multinazionali; l’unica possibilità di essere scelti è nella capacità di garantire il rispetto delle specifiche tecniche più severe. «Il settore della corrente continua è molto difficile, perché quando parliamo di impianti a 5/6mila ampère occorre considerare problematiche di trasporto molto particolari, soprattutto legate alla velocità dei mezzi e alla sicurezza. I sistemi di sicurezza elettrica dell’alta velocità italiana li abbiamo messi a punto noi (i cosiddetti “poc-posti di confine”, n.d.r.) e concorrono alla sicurezza del buon funzionamento del sistema Rtms, ciò che rende le ferrovie italiane le più sicure al mondo, tanto da costituire lo standard tecnologico a cui si sta adeguando tutta l’Europa». Eppure, anche per un’azienda affermata come Mont-Ele, la sfida competitiva è sempre molto serrata, anche perché per muoversi sui mercati esteri occorre una buona reputazione e una grande disponibilità di risorse finanziarie e umane: «E’ da un anno che stiamo cercando un ingegnere informatico e non l’abbiamo ancora trovato. Abbiamo bisogno di laureati disposti a trasferirsi all’estero per seguire i lavori dei nostri cantieri, ma sembra che sia un’offerta poco appetita dai nostri giovani». Ma l’azienda di Maggioni non si ferma: «Stiamo lavorando per allargare il mercato verso l’oriente; sarà la nostra prossima sfida».

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