Innovazioni & Start up

Mobilità autonoma: si sperimenta a Torino Airport

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TORINO  – Al via la sperimentazione dei dispositivi di mobilità personale a guida  autonoma per l’assistenza di passeggeri a ridotta mobilità (prm) presso Torino Airport: il progetto, realizzato in collaborazione con la startup torinese Alba Robot nell’ambito di Torino City Lab,  laboratorio di innovazione di cui l’aeroporto è partner, è finalizzato a testare l’utilizzo di Sedia (SEat Designed for Intelligent Autonomy), un innovativo dispositivo a guida autonoma e comandi  vocali. La sperimentazione, prima in Italia ad essere applicata in ambito aeroportuale, mira ad impiegare un  dispositivo di mobilità personale dotato di intelligenza artificiale in un ambiente operativo reale.  Tre le fasi in cui si articola l’iniziativa: una fase di co-design, in cui sono stati definiti gli ambiti di applicazione della sperimentazione, gli aspetti normativi e le esigenze operative dell’assistenza ai passeggeri a ridotta mobilità in ambito  aeroportuale; una fase di validazione e ottimizzazione, con settaggio della piattaforma e degli algoritmi, la mappatura degli spazi aeroportuali, test in ambiente reale e l’utilizzo dei mezzi di mobilità personale  senza il coinvolgimento diretto degli utenti dello scalo; infine, una fase di sperimentazione operativa, che prevede l’impiego dei dispositivi di mobilità  personale Alba Robot nella reale assistenza dei passeggeri a ridotta mobilità dello scalo di Torino  che ne facciano richiesta. Attualmente è in corso la fase di validazione e ottimizzazione, a valle della quale verrà avviata la  sperimentazione operativa. L’applicazione di questa soluzione innovativa offre il vantaggio allo staff dell’Aeroporto di Torino di potersi dedicare maggiormente al supporto e alla relazione con i passeggeri, sgravando dal mero trasporto. Inoltre il sistema di guida autonoma su mappe predefinite permette ai mezzi di ricollocarsi autonomamente  negli stalli di servizio preposti, una volta terminata l’assistenza, ottimizzando la gestione della flotta.

 

Aria indoor purificata con le microalghe di Alos

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BOLZANO – La start-up Alos Technology ha lanciato sul mercato il purificatore d’aria Alos, un sistema vivo e respirante grazie alla biotecnologia basata su una coltivazione di microalghe. Questa tecnologia innovativa e sostenibile elimina molti inquinanti dall’ambiente in cui viviamo o lavoriamo, in particolare l’anidride carbonica, che viene consumata dalle microalghe per produrre ossigeno. Alos è un fotobioreattore, contenente una vasca per la coltivazione di microalghe. Sfrutta la fotosintesi per eliminare l’inquinamento indoor e produrre aria pulita. Questi microrganismi hanno un enorme potere fotosintetico: un singolo apparecchio Alos, ad esempio, elimina tanto CO2 quanto 500 palme.  «Siamo convinti che le soluzioni ai problemi di oggi esistano già in natura e che la chiave per un futuro migliore risieda nella capacità di riconoscerle e sfruttarle. Il futuro è tra noi, viviamo in un mondo di innovazione: dobbiamo quindi comprenderne le dinamiche ed entrare in un percorso che porti allo sviluppo sostenibile delle attività umane», hanno dichiarato Emiliano Gentilini e Francesco Guzzonato, co-fondatori e parte fondante del team di ricerca della start up che sviluppa tecnologie per la protezione dell’ambiente. «Il nostro obiettivo è proteggere l’ambiente e la salute pubblica, attraverso lo sviluppo di soluzioni green e innovative per la riduzione delle emissioni di gas serra, il miglioramento dell’impatto antropico sull’ambiente, il miglioramento dell’efficienza energetica, la riduzione dei rifiuti, l’ottimizzazione dei processi produttivi e la tutela delle risorse naturali».

 

Cantine Rossella: come l’e-commerce cambia il business

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PAVIA – Tremila bottiglie in sei ore. È stato un esordio con il “botto” quello delle Cantine Rossella nel mondo dell’e-commerce. L’azienda agricola di Santa Maria della Versa (PV), che da oltre 20 anni si affidava esclusivamente al telemarketing per la parte commerciale, supportata dall’agenzia Zero Pixel, ha accelerato il processo di digitalizzazione aprendosi alle vendite online. «È stata una sorpresa», afferma il direttore commerciale Carlo Vanni. «Il risultato è andato ben oltre ogni aspettativa, permettendoci di ampliare i canali di vendita e il portafoglio clienti». L’emergenza sanitaria e la necessità di restare in casa ha portato molte aziende a spingere sull’online per farsi conoscere e far apprezzare i loro prodotti. «Cantine Rossella è una piccola realtà dell’Oltrepò Pavese che arriva a produrre circa 200 mila bottiglie all’anno con le tradizionali etichette della zona e che nella sua storia ultracentenaria non ha mai voluto rinunciare ad un elemento: la passione», prosegue Vanni. La storia, unita a un prodotto di qualità gli hanno permesso di arrivare alla terza generazione senza mai dover passare dai negozi. All’iniziale vendita direttamente – e solamente – in cantina, alla fine degli anni Novanta è stata abbinata una struttura di telemarketing. «Questo ci ha permesso di dare risposte puntuali e  personalizzate, fidelizzando il cliente; in alcuni casi il medesimo apprezzamento per la cantina è stato tramandato di padre in figlio», ricorda il direttore commerciale. «Il passaggio al digitale era già in programma. Le difficoltà dell’attuale momento storico hanno imposto di rivedere strategie e accelerare un po’ i tempi. Così, dopo 20 anni siamo un po’ come ripartiti da zero nella strategia commerciale». Grazie alla collaborazione con Zero Pixel, è stata predisposta una piattaforma di e-commerce e studiata una campagna mirata attraverso i social. «L’offerta proposta ha trovato un sorprendente riscontro», spiega Marco Daturi, managing partner di Zero Pixel. «In sole 6 ore sono andate esaurite le scorte di Gutturnio 2018, una bottiglia che è stata proposta in abbinamento con Ventesimato, una bollicina delle Cantine Rossella. Di entrambe le etichette sono state vendute 1.500 bottiglie in un’area prevalentemente concentrata sulla provincia di Milano». Il servizio proposto però non è cambiato: «Abbiamo saputo coniugare il nuovo strumento digitale, quanto mai adatto a questo momento, con la capillarità di comunicazione che ci ha da sempre contraddistinto, grazie anche all’alto livello professionale di chi si relaziona con i nostri clienti; sono profondi conoscitori del prodotto e tra loro vi sono anche due sommelier», prosegue Vanni. Inoltre, Cantine Rossella gestisce internamente anche tutta la parte logistica. «Gli addetti alle consegne, che oggi svolgono un lavoro particolarmente importante, sono nostri dipendenti; attraverso di loro possiamo garantire continuità rispetto alla personalizzazione e all’attenzione del customer care». Di fatto, è cambiato lo strumento, «ma non la relazione che instauriamo con i clienti», sottolinea Vanni. «La nostra clientela è per la maggior parte over 50; è questa una generazione che già da un po’ di anni si sta sempre più aprendo agli strumenti digitali. E le limitazioni imposte in questo periodo di emergenza hanno dato una spinta ulteriore a questa transizione».

 

Nella laser terapia Mectronic si conferma all’avanguardia

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BERGAMO – Investire energie, tempo e risorse nello sviluppo di avanzati dispositivi tecnologici nonostante la situazione di emergenza sanitaria, presentando nuove linee di apparecchiature made in Italy elaborate grazie all’incessante ricerca scientifica: prosegue nel segno dell’innovazione il 2021 di Mectronic, punto di riferimento a livello internazionale per la realizzazione di laser per la terapia riabilitativa, che ha scelto di utilizzare le proprie risorse per far evolvere ulteriormente le tecnologie più avanzate nel settore elettromedicale, anche grazie alla collaborazione costante con i più autorevoli professionisti della riabilitazione e con i migliori centri medici. Potenza, efficacia delle prestazioni, versatilità e compattezza, ecco le caratteristiche principali delle rinnovate linee: Plus, di cui fanno parte iLux Plus (laser terapia), Doctor Tecar Plus (tecar terapia) e Pulswave Plus (terapia ad onde d’urto), Smart, che comprende iLux Smart e Doctor Tecar Smart, e la gamma fiore all’occhiello dell’azienda che comprende iLux XP (Theal Therapy), lxyon XP (Theal Therapy), Doctor Tecar XP (tecar terapia) e Chelt, di recente premiata con il prestigioso Good Design Award 2020, promosso da The Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design. Ma non è tutto, perché Mectronic ha deciso di rinnovare le importanti e fruttuose partnership già instaurate in passato come, tra le altre, quelle con Milan e Atalanta per quanto concerne il mondo del calcio, e quella con la Fic – Federazione italiana canottaggio in ambito olimpico. Spazio anche all’espansione nei mercati esteri: dopo la presenza già ampiamente consolidata in 45 paesi stranieri tra Europa, Asia e Stati Uniti, l’azienda punta a raggiungere il mercato degli Emirati Arabi Uniti e dell’area asiatica.

«Da oltre 40 anni puntiamo all’eccellenza nel settore elettromedicale e, anche se il 2020 ha rappresentato un periodo estremamente difficile per tutti, abbiamo continuato a innovare e lavorare duramente per fare la differenza», ha spiegato Ennio Aloisini, ceo di Mectronic. «Per questo motivo siamo orgogliosi di presentare la nostra nuova gamma di dispositivi, realizzati in Italia con tecnologie all’avanguardia e studiati per essere al fianco dei professionisti, aiutandoli in qualsiasi circostanza. Si tratta di prodotti potenti e versatili che, integrando nuovi strumenti brevettati e funzioni di software avanzate, garantiscono un trattamento sicuro e funzionale, e la massima performance terapeutica».

 

 

Green Media Lab presenta la prima Fabbrica dell’Aria

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MILANO – Green Media Lab Srl SB, media relation & digital company specializzata in attività di comunicazione e consulenza strategica in ambito sostenibilità e CSR, outdoor, lifestyle e healthy food, presenta ufficialmente la sua installazione della Fabbrica dell’Aria©, il rivoluzionario sistema ideato da Stefano Mancuso, botanico di fama mondiale e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, insieme a PNAT Srl, società multidisciplinare di ricercatori, biologi, designer, ingegneri e architetti, per depurare l’aria degli spazi indoor attraverso le piante. La Fabbrica dell’Aria© è un’installazione che aumenta in maniera esponenziale la capacità naturale delle piante di rimuovere gli inquinanti negli spazi abitativi, commerciali e di lavoro. La realizzazione della Fabbrica dell’Aria© nella sede di Green Media Lab è stata possibile grazie al contributo di Giovanni Storti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, che crede fortemente nella mission e nella vision di Green Media Lab, tanto da esserne diventato socio nel 2020.

La Fabbrica dell’Aria di Green Media Lab Srl SB è il primo prototipo installato a Milano che combina le potenzialità della tecnologia alle capacità di filtrazione delle piante: grazie alla depurazione botanica, l’installazione permette infatti di assorbire e degradare gli inquinanti atmosferici tipicamente presenti negli edifici e nelle città moderne fino al 98%. La struttura, che occupa una superficie di circa 25 metri quadri, è stata costruita in modo da permettere all’aria di entrare all’interno di una parete vetrata, passare attraverso un’intercapedine sotto al piano di calpestio, fluire nelle vasche dove vengono messe a dimora le piante, per poi tornare, depurata, nell’ambiente. Quando le sostanze inquinanti attraversano il substrato di coltura, vengono trattenute e quindi degradate dalle radici delle piante. Gli inquinanti rimanenti vengono assorbiti dalle foglie e convertiti in nutrienti.

Gli arredi del nuovo headquarter di via Tertulliano sono stati realizzati combinando pezzi unici dal design sostenibile con complementi derivati da materiali di recupero, riuso e riciclo. Grazie alla partnership con Bosch BSH, tutti gli elettrodomestici installati sono funzionali al progetto interno di Green Media Lab sulla riduzione degli sprechi, che si tratti di energia, acqua o cibo. Spazio anche al green outdoor: nella terrazza di oltre 150 mq, Green Media Lab Srl SB ospiterà un vero orto verticale popolato da colture di diverse specie di piante, in ottica di sviluppo della biodiversità. Con questi importanti investimenti che mirano a migliorare l’impatto della propria struttura, Green Media Lab Srl SB riconferma la scelta di optare per un modello di business più responsabile, come dimostrato anche dai riconoscimenti che l’azienda ha ottenuto nel corso degli anni: da gennaio 2018 è certificata come B-Corp e da gennaio 2020 ha ottenuto lo status legale di società benefit. Inoltre, ha ricevuto il premio Assorel per il miglior progetto “Economia Circolare 2019” e ha aderito al programma di Net Zero 2030 con l’obiettivo di azzerare entro i prossimi anni le proprie emissioni di CO2.

Con Oroblù Save the Oceans la sostenibilità s’indossa

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BERGAMO – Creare un prodotto tessile di qualità e alla moda e che sia allo stesso tempo sostenibile grazie a un limitato impatto sull’ambiente. È questa la sfida che ha portato RadiciGroup – realtà italiana con 3.100 dipendenti e un fatturato superiore a 1 miliardo di euro, leader nella produzione di poliammidi, fibre sintetiche e tecnopolimeri destinati ad applicazioni in diversi ambiti, principalmente nel settore tessile/moda – e Oroblù – marchio di calze di alta gamma di proprietà di CSP International, gruppo che opera nel settore della produzione e distribuzione delle calze, intimo uomo e donna e costumi da bagno situato nella zona di Mantova – a collaborare per realizzare in Italia il primo collant realizzato con filati ottenuti dal riciclo del pet (polietilene tereftalato) delle bottiglie. È in quest’ottica che nasce “Oroblù Save the Oceans”, il collant nero, 50 denari, realizzato con Repetable, il nuovo filato di poliestere prodotto da RadiciGroup, ottenuto mediante un processo di riciclo post-consumer delle bottiglie di plastica, che consente di abbattere le emissioni di CO2 e ridurre i consumi di acqua ed energia.

Repetable è stato scelto da Oroblù, dopo un’attenta fase di studio e valutazione, per le sue caratteristiche uniche e per le prestazioni tecniche elevate, che rispondono pienamente alle esigenze del progetto Save the Oceans. Oltre a non consumare nuova materia prima vergine, Repetable viene anche tinto in massa, consentendo un ulteriore risparmio di acqua ed energia elettrica impiegate nella lavorazione.

“La nostra strategia di prodotto – ha sottolineato Angelo Radici, presidente di RadiciGroup- è sempre più orientata a incrementare l’uso di materia prima da recupero, senza però rinunciare alle performance delle soluzioni che proponiamo ai nostri clienti.  Abbiamo lavorato fianco a fianco con Oroblù per mettere sul mercato un collant di qualità, bello e sostenibile che potesse soddisfare le esigenze anche delle consumatrici più attente e sensibili a queste tematiche”. “La nostra azienda ha da sempre sviluppato collezioni che offrono prodotti di qualità, in cui l’attenta mano stilistica, in concerto con il team di sviluppo prodotto, ha sempre curato la costante attenzione all’eco-innovazione”, spiega Carlo Bertoni, amministratore delegato di CSP International Fashion Group. “Abbiamo sviluppato il concetto di sostenibilità integrandolo al nostro metodo di lavoro, attraverso la selezione di materie prime riciclate e riciclabili, garantendone l’intero percorso di tracciabilità, forti del fatto che il ciclo produttivo è basato prevalentemente in Italia nel territorio mantovano”.

Acqua Sant’Anna: 10 milioni per essere sempre più 4.0

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CUNEO – Un gioiello hi-tech in alta montagna: recentemente ristrutturata secondo i più moderni standard di bioedilizia, la sede di Acqua Sant’Anna, circondata dalle vette incontaminate della Valle Stura, diventa sempre più automatizzata grazie ad investimenti continui: Alberto Bertone, presidente a amministratore delegato, ha infatti annunciato l’investimento di 10 milioni di euro volti ad ampliare la gamma dei robot LGV e all’acquisto di una nuova linea di imbottigliamento, che andranno a potenziare l’efficienza e l’automazione allo stabilimento aziendale di Vinadio (Cuneo). Acqua Sant’Anna Spa, leader del mercato acque minerali, è uno dei casi di successo più eclatanti del made in Italy con un fatturato che negli ultimi 10 anni è più che triplicato, toccando i 320 milioni di euro nel 2019. La forza di questa azienda è stata da sempre la ricerca continua, il costante investimento in tecnologia, innovazione, e sviluppo di nuovi prodotti valorizzando le competenze delle risorse interne. Fin dalla fondazione nel 1996, Alberto Bertone ha puntato sulla tecnologia, l’automazione, l’innovazione, creando da subito uno tra i più moderni stabilimenti al mondo nel settore del beverage, che si è costantemente rinnovato e ingrandito.
L’intera capacità produttiva dello stabilimento ha oggi un potenziale di circa 3,5 miliardi di bottiglie/anno grazie a linee di imbottigliamento di ultima generazione, tra cui una tra le più veloci al mondo, in grado di produrre fino a 81.000 bottiglie/ora. Due anni fa l’azienda ha investito 50 milioni di euro per l’acquisto di 5 nuove linee di imbottigliamento: oggi si contano 15 linee in totale, 12 per l’acqua e 3 per le bevande, referenze nate in seguito alla strategia di diversificazione messa in atto negli ultimi anni. Grazie al nuovo investimento diventeranno 16, implementando ulteriormente la capacità produttiva giornaliera.
Lo scorso febbraio sono stati installati i robot a guida laser incaricati della movimentazione delle merci in stabilimento. Sono carrelli automatizzati che rispondono agli input di un software centrale, in grado di gestire la logistica interna, dallo stoccaggio all’uscita dal magazzino dei pallet. Questi veicoli si muovono in modo completamente autonomo, spostano la merce in magazzino e di lì sono in grado di caricare i pallet di acqua sui camion, distinguendo tipologie di acqua, formati e quantità. Oltre a garantire una precisione superiore al 99,5%, questi veicoli rispettano l’ambiente (funzionano con batterie ricaricabili anziché utilizzare carburante) e, grazie ad un’innovativa tecnologia tutta made in Italy, sviluppata dall’azienda emiliana Elettric 80, aumentano la sicurezza sul lavoro, eliminando incidenti alle persone e danni alle cose. “In un anno diffcile che ha messo a dura prova il sistema economico nazionale e gran parte delle imprese – dichiara Bertone – abbiamo voluto continuare a investire perché crediamo fortemente nelle nostre potenzialità di sviluppo che passano necessariamente da un ammodernamento e aggiornamento continuo volto ad ottimizzare l’efficienza produttiva”.
 

Food: La Sorgente investe 10 milioni per la sostenibilità

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MILANO – Il lockdown scaturito dall’emergenza sanitaria covid-19 ha cambiato le abitudini di consumo degli italiani, rafforzando in loro la sensibilità verso i temi della salute, della sicurezza, dell’origine e della sostenibilità dei prodotti alimentari acquistati. Per questo motivo La Sorgente, azienda alimentare del Gruppo Ganassini, che affianca alla pasta fresca la produzione di prodotti gastronomici e dolci da forno, dopo aver affrontato la grave discontinuità causata dall’emergenza guarda al futuro con un piano di investimenti da 10 milioni di euro mirato alla sostenibilità, alla sicurezza alimentare e all’italianità dei suoi prodotti. «In questo momento storico di grande incertezza diventa ancor più importante reagire con tempestività e coraggio, intercettando i nuovi trend e i modelli più evoluti di business e di consumo», osserva Giuseppe Multari, amministratore delegato di La Sorgente. Nell’ambito del piano di investimenti in corso, La Sorgente ha già stanziato risorse importanti nell’innovazione di prodotto e nella ricerca sempre più attenta di nuovi packaging sostenibili capaci di garantire, oltre alla totale riciclabilità, massima sicurezza e igiene nella produzione e consumo di piatti pronti per la grande distribuzione e per il consumatore finale.

Contestualmente molte risorse saranno destinate al rafforzamento tecnologico previsto nel piano industriale, allo sviluppo continuo delle filiere strategiche di approvvigionamento (in particolare qualità, sostenibilità delle materie prime e benessere animale), a incentivi riconosciuti agli agricoltori per una materia prima di grande qualità e per l’attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale, oltre alla completa riciclabilità delle confezioni.

Nel 2020 sono state ideate nuove ricettazioni in oltre il 50% dei piatti pronti, migliorandone il profilo nutrizionale attraverso una riduzione del contenuto di sale, zuccheri, grassi e/o grassi saturi o incrementando il contenuto di fibre; sono stati avviati progetti di agricoltura sostenibile su tutte le filiere strategiche, che entro il 2022, saranno interamente da agricoltura sostenibile. Sono stati anche ridotti i consumi idrici e le emissioni di C02, mentre per i prossimi anni si punta alla riciclabilità e biodegradabilità integrale di tutte le confezioni.

Parla italiano Hyperloop, il treno supersonico del futuro

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LOS ANGELES – Al via la prima partnership pubblico-privata per il primo studio di fattibilità del sistema interstatale Hyperloop Transportation Technologies tra l’Ohio e l’Illinois: il treno Hyperloop, viaggiando alla velocità del suono, collegherà Cleveland e Chicago. La startup è stata creata dall’italiano Bibop G. Gresta, tra i fondatori di Digital Magics, ed è controllata dalla società Jumpstarter, che fa parte del portfolio dell’incubatore quotato su AIM di Borsa Italiana. Hyperloop Transportation Technologies ha firmato gli accordi ufficiali con la Northeast Ohio Coordination Agency, agenzia di trasporti e pianificazione ambientale e il Dipartimento dei Trasporti dell’Illinois: il treno supersonico (una capsula a lievitazione magnetica dentro un tubo a bassa pressione) collegherà Chicago, la più grande città dell’Illinois, e Cleveland, capoluogo amministrativo nello Stato dell’Ohio, percorrendo oltre 500 km in 28 minuti e viaggiando alla velocità di circa 1.200 km orari. Bibop G. Gresta, co-fondatore e presidente di Hyperloop Transportation Technologies, ha dichiarato: «Questi accordi segnano un momento storico per HyperloopTT. Per la prima volta uno stato americano sta investendo nella nostra tecnologia. È il primo grande passo verso una rivoluzione tecnologica che cambierà il modo di concepire i trasporti». Gabriele Ronchini, fondatore e amministratore delegato di Digital Magics, dichiara: «L’affermazione “l’innovazione rappresenta il nostro futuro” non è mai stata più vera quando parliamo di Hyperloop. In soli 5 anni sono oltre 800 le persone che lavorano in tutto il mondo per questo progetto visionario. HyperloopTT ha prodotto 27 brevetti, stretto 8 accordi governativi in fasi avanzate di negoziazione e oltre 40 partnership per lo sviluppo della tecnologia». Il progetto Hyperloop è una capsula che si libra sospesa, all’interno di un tubo a bassa pressione. Così come per un aereo in alta quota, la capsula incontra meno resistenza. L’aria rimanente di fronte alla capsula viene convogliata verso la parte posteriore del tubo utilizzando un compressore, che consente di raggiungere velocità incredibili fino ad arrivare a oltre 1.200 km/h e con basso consumo di energia elettrica. Il sistema è stato progettato con i massimi standard di sostenibilità, in modo da avere un minimo impatto al suolo. L’intero sistema dei tubi è infatti costruito su piloni, in modo da ridurre i costi di acquisizione dei terreni e garantire l’isolamento da condizioni climatiche e ambientali. La progettazione dei piloni è tale da rendere la struttura a prova di terremoto, nonché autosufficiente in termini energetici. Grazie ai pannelli solari posti lungo tutta la parte superiore dei tubi e grazie a un sofisticato sistema di recupero energetico, Hyperloop è in grado di produrre più elettricità di quanta ne consumi.

  

 

 

I tedeschi premiano il laser tutto italiano per il miglior design

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GRASSOBBIO – Design accattivante unito a un’interfaccia pratica e intuitiva. Sono queste le caratteristiche che hanno portato iLux XP, dispositivo made in Italy brevettato da Mectronic allo scopo di effettuare trattamenti di Theal Therapy, ad aggiudicarsi l’ambitissimo German Design Awards 2019, uno dei più accreditati premi del settore a livello globale. L’importante associazione tedesca German Design Council, che ha oltre 60 anni di storia, premia annualmente non solo i prodotti più originali del design contemporaneo, ma soprattutto i progetti ad alto contenuto innovativo, capaci di tradursi in modelli rappresentativi e iconici. iLux XP è stato scelto da un’apposita giuria di esperti come vincitore nella categoria “medicina, riabilitazione e assistenza sanitaria”. «Siamo orgogliosi del fatto che iLux XP sia stato premiato da una prestigiosa associazione nel panorama internazionale del design. Punto d’arrivo dopo anni di ricerca e innovazione, il nostro dispositivo rappresenta l’ultima evoluzione della fototerapia e della laserterapia: la Theal Therapy, oltre a curare i più forti campioni del mondo, è la terapia laser per tutti. Viene infatti utilizzata con successo in ambiti completamenti diversi: dal trattamento delle patologie di un atleta quali tendiniti e lesioni muscolari, al trattamento del dolore di un paziente amputato di arto inferiore; dalla cura delle ulcere cutanee e diabetiche al trattamento conservativo delle patologie della colonna, come ernie, lombosciatalgie e radicolopatie», ha spiegato Ennio Aloisini, ceo di Mectronic. iLux XP è il risultato di un percorso iniziato oltre 30 anni fa con la progettazione del primo laser ad alta potenza al mondo per riabilitazione e culminato dopo 15 anni di costante attività di ricerca scientifica e tecnologica con la definizione di questa metodica caratterizzata da sette distinti brevetti. Il dispositivo è composto da protocolli terapeutici specifici per ottenere i 5 effetti principali della terapia Theal: biostimolante, antalgico, antinfiammatorio, antiedemigeno e decontratturante. i protocolli sono facilmente customizzabili attraverso l’innovativa e pratica interfaccia grafica, che permette di monitorare in contemporanea i valori di tutte le fasi e cambiarli secondo le necessità.

Dynamica innova con la simulazione dinamica

CORMANO – La realtà virtuale sta impattando molto rapidamente anche nel mondo della progettazione industriale: è il senso dell’attività di Dynamica, società fondata da Andrea Bartolini insieme a due specialisti del mondo accademico, per sviluppare progetti d’innovazione in ambito b2b. Incontriamo Bertolini in Corefab, dove la società ha la sua sede operativa: «La nostra mission – spiega Bertolini, che ha una sede operativa presso l’hub dell’innovazione Corefab – è portare nuove tecnologie nel campo della simulazione dinamica, all’interno nel normale work flow di progetti di automazione industriale. Dynamica è il partner ideale per progetti connessi a grandi sistemi o processi oppure all’innovazione nell’ambito dei beni strumentali». In sostanza, la società propone la declinazione della simulazione dinamica in tutte le fasi della progettazione, da quando si inizia a progettare il sistema sino al momento in cui devono essere verificate determinate performances o si deve procedere alla fase di collaudo, ancor prima della creazione prototipale. E’ interessante notare l’approccio customizzato dell’attività di Dynamica: «Noi facciamo l’analisi del problema da risolvere o del progetto da realizzare e capiamo che tipo di modello può servire. Valutiamo se è possibile affidarsi a librerie di modelli software già esistenti o se bisogna realizzarne uno su misura o adattato. Di fatto, generiamo applicativi che sono modelli software di simulazione. Dopodiché, produciamo il modello con il grado di dettaglio richiesto per quel problema o progetto. Una volta realizzato il modello, il cliente può chiederci un semplice report dei risultati ottenuti dalla simulazione dinamica, oppure può decidere di portarsi questo know how in azienda per applicarlo on demand», spiega Bartolini.
Al di là degli aspetti di business, il vero obiettivo di Dynamica è portare know how alle aziende, diffondendo la cultura della modellazione dinamica – soprattutto quella che si sviluppa nelle piattaforme open source tipo Open Modelica -come valore aggiunto alle metodologie di progettazione. «L’open funziona molto bene e si può usare anche in ambito industriale. Se invece il cliente vuole una soluzione basata su tool proprietari, possiamo soddisfare anche questa richiesta». Tra i target di Dynamica si annoverano settori industriali molto diversi, in genere aziende interessate a sviluppare innovazioni o miglioramenti su prodotti o processi. Per un grande produttore di sistemi elettrici di distribuzione ad alta tensione, la società sta creando modelli di simulazione dinamica per reti di dimensioni continentali. Per alcuni costruttori di macchine oleodinamiche, Dynamica sta lavorando alla realizzazione dei digital twin, cioè il modello digitale di un macchinario per verificarne condizioni operative e prestazioni. «Stiamo cominciando il discorso della manutenzione programmata o predittiva, ci lavoriamo da un anno e mezzo. Oggi esistono modelli basati su dati, mentre il nostro modello si basa sulle equazioni; i dati servono per nutrire il modello, ma noi crediamo sia più efficiente un modello basato sulle equazioni della meccanica e della fisica. Abbiamo portato un prototipo a SPC Drives con un modello applicato a un braccio automatizzato. L’ideale è giungere a creare un modello che giri su plc».

Gellify entra in Silicon Valley investendo nella startup Beaconforce

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BOLOGNA – Gellify, piattaforma di innovazione B2B in grado di connettere le start up software digital alle aziende tradizionali, annuncia l’ingresso nel proprio programma di gellificazione di Beaconforce, piattaforma che tramite l’ascolto e il feedback continuo tra dipendenti e manager permette di migliorare la loro motivazione intrinseca e quindi la produttività, la retention dei talenti e le performance dei team. Con la piattaforma SaaS, Beaconforce trasforma i feedback forniti dai dipendenti con una apposita app mobile in informazioni strutturate, attraverso algoritmi di intelligenza artificiale. La start up nasce nel 2016 a San Francisco ed è già un’azienda distribuita a livello globale con risorse negli Stati Uniti, in Italia, in India, in Canada e in UK. «L’ingresso di Beaconforce nel portafoglio di Gellify rappresenta il nostro primo importante investimento in una realtà della Silicon Valley ad alto potenziale di crescita – dichiara Fabio Nalucci, CEO e founder di GELLIFY – perché va incontro, sfruttando le analytics e l’intelligenza artificiale, a una delle più grandi criticità delle aziende di oggi, ovvero la gestione e il coinvolgimento delle risorse umane e dei talenti». «L’idea di Beaconforce nasce dai risultati di oltre vent’anni di studi scientifici e accademici – dichiara Luca Rosetti, Ceo di Beaconforce – che hanno dimostrato che le persone sono realmente motivate da una spinta interiore che le fa agire per propria gratificazione personale, perché sono immerse in un’attività coinvolgente e appagante. La forza della motivazione intrinseca e dell’efficacia di questi studi è evidente anche dal successo dei progetti Beaconforce, in tutto il mondo: nei primi due mesi dall’adozione da parte dell’azienda oltre il 70% dei dipendenti entra spontaneamente nel nostro circolo virtuoso di feedback». Beaconforce è uno strumento di ascolto e non di controllo e consiste nel ricevere quotidianamente da parte dei dipendenti due domande a risposta multipla a cui è possibile rispondere volontariamente e in maniera anonima. In questo modo la persona si sente parte integrante e attiva dell’organizzazione e fornisce al contempo dati ed informazioni, che vengono poi tradotti in raccomandazioni pratiche consigliate ai manager. Gellify opera tramite altre due business unit: Gellify Air, focalizzata sui programmi di innovazione delle aziende italiane, per creare un flusso di innovazione che congiunga imprenditori digitali ed imprenditori tradizionali con un verticale sull’Industria 4.0, e Gellify Investment, composta da un team di sei investitori, che si posiziona accanto ai principali venture capitalist italiani come capacità di investimento in start up.

  

Da Phonetica a Ingo: nasce il gruppo delle relazioni “human to human”

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MILANO – Ha avuto per teatro il World Business Forum di Milano l’annuncio di Phonetica, azienda italiana da vent’anni leader nel customer care e nelle relazioni “human to human”, che ha comunicato alla business community la nascita di una nuova struttura societaria, 100% italiana, primo atto del piano industriale 2020. Leader nel mondo del business process outsourcing, Phonetica Spa ha deciso di rinnovare la propria struttura corporate, creando il nuovo Gruppo Ingo, a cui faranno capo quattro società: Phonetica Srl, che rafforza la propria focalizzazione nella gestione delle relazioni in outsourcing, Intoowit Srl, technology solution provider, Tessa Srl, società di relation design, e Oppplà, la nuova business unit dedicata ai nuovi processi di vendita multicanale. Un bundle unico nel mercato dei servizi. È stato lo speaker d’eccezione del Forum, Nicholas Negroponte – cofondatore del Massachusetts Institute of Technology Media Lab e punto di riferimento mondiale per quanto riguarda l’innovazione e la visione del futuro – a lanciare Ingo durante il suo speech. «In questo momento di grande evoluzione tecnologica, è nostro obiettivo accompagnare le aziende nell’innovazione delle loro relazioni con servizi, prodotti e percorsi di empowerment di eccellenza», ha dichiarato Marco Durante, ceo di Ingo. «La nostra organizzazione è sana e solida, le nostre competenze si continuano ad arricchire; le aziende che si affidano a noi ci stanno dando fiducia nel continuare sulla strada del valore. La crescita conseguita in questi anni e l’impegno verso tutte le persone che collaborano con noi ci motiva a guardare avanti e ad abbracciare nuove sfide per mantenere la nostra competitività e il nostro posizionamento sul mercato. Da oggi nasce quindi un Gruppo che vuole proporre al mercato un’offerta d’eccellenza nella gestione dei processi di relazione delle aziende». Attraverso le specializzazioni di competenze e processi delle società del gruppo, Ingo sarà in grado di fornire un’offerta unica sul mercato attraverso soluzioni integrate: dai servizi cross channel di contact center, allo sviluppo di software e soluzioni digitali IoT, fino ai percorsi consulenziali per esprimere il massimo del potenziale relazionale delle aziende.

 

Con Gellify il matching tra start up digitali e aziende è più facile

BOLOGNA – Gellify, prima piattaforma di innovazione B2B in grado di connettere le start up software digital alle aziende tradizionali, ha sottoscritto l’aumento di capitale e l’ingresso in Datalytics, software vendor che impiega il phygital marketing, la gamification e la data visualization per aumentare la reputazione e la notorietà dei brand, incrementare le interazioni tra le aziende e i consumatori, convertirle in lead e concretizzarne il valore di business. «Siamo molto soddisfatti dell’ingresso di Datalytics nella piattaforma. L’unione di un team di talento – ha dichiarato Fabio Nalucci, ceo di Gellify – con il programma di gellificazione garantisce ottime prospettive di crescita. La visione di Datalytics si innesta nella nostra track di Big Data Analytics e ne sfrutta appieno le opportunità combinando le potenzialità dell’analisi dei dati con l’interazione fisica e digitale dei consumatori». Gellify opera tramite una metodologia proprietaria definita gellificazione, ovvero un processo brevettato che permette alle start up di migliorare le proprie skills tecniche e manageriali, l’organizzazione e i processi aziendali coerentemente con la propria crescita. Questo approccio riduce il fabbisogno di investimenti e il rischio complessivo, aumentando le chance di trasformare le start up in aziende efficaci sul mercato, efficienti e in grado di raggiungere col tempo dimensioni rilevanti. Datalytics è attiva nel mercato del customer engagement con numerosi clienti italiani e internazionali e più di 200 progetti digital realizzati dalla fondazione. «La gellificazione di Datalytics permetterà al nostro team di accelerare con l’evoluzione dei modelli di business e di aumentare il valore per le imprese che abbracciano la rivoluzione digitale», ha aggiunto Davide Feltoni Gurini, ceo e co-founder di Datalytics.

Tecnest ed Eurotech portano l’Internet of Things nel manifatturiero

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UDINE – La quarta rivoluzione industriale è sempre più vicina. E lo è ancora di più dopo l’accordo di collaborazione siglato tra Tecnest, azienda friulana che si occupa di soluzioni informatiche e organizzative per la gestione dei processi di produzione e della supply chain, ed Eurotech, leader nella fornitura di dispositivi intelligenti e tecnologie Machine-to-Machine per applicazioni Internet of Things (IoT). «L’applicazione dell’Internet of Things nella produzione industriale ha un ruolo chiave nella cosiddetta Industry 4.0», dice Fabio Pettarin, presidente di Tecnest. «Si tratta di una trasformazione epocale che permette di collegare macchine, prodotti e sistemi. Lo scenario che si delinea grazie alla connessione è articolato: sarà possibile analizzare i dati per prevedere difficoltà o errori e i sistemi potranno autoconfigurarsi per adattarsi ai cambiamenti. E non solo: l’Industry 4.0 cambierà il modo di pensare la fabbrica e le relazioni tra fornitori, aziende di produzione e clienti». In Italia il mercato dello Smart Manufacturing nel 2015 vale quasi il 10% del totale degli investimenti complessivi dell’industria e per il 2016 prevista una crescita del 20% (dati dell’Osservatorio Smart Manufacturing della School of Management del Politecnico di Milano).
Il progetto nasce da due eccellenze friulane che hanno unito le rispettive specializzazioni per promuovere una soluzione tecnologica d’avanguardia. Da una parte c’è Tecnest, realtà da quasi 30 anni specializzata in soluzioni software per il settore manifatturiero, e dall’altra Eurotech, multinazionale che ha messo a punto Everyware Cloud, una piattaforma software Machine-to-Machine che permette di connettere facilmente dispositivi fisici (macchine o altri device) a sistemi IT e altre applicazioni software. «I nostri strumenti e tecnologie per l’IoT sono applicabili a diversi settori: quello con Tecnest è un accordo dedicato al mondo industriale per la realizzazione di una soluzione per la Fabbrica 4.0. Si stima che la digitalizzazione spinta di una fabbrica possa portare a un 10% di recupero di efficienza» dice Roberto Siagri, presidente e amministratore delegato di Eurotech. «Con la nostra tecnologia ogni macchina o linea di produzione diventa intelligente: comprende il proprio stato di funzionamento e lo comunica tramite Internet. Il flusso dati generato viene inviato in tempo reale ad una piattaforma sul Cloud che mette a disposizione una serie di interfacce per consentire un collegamento snello e veloce delle diverse applicazioni. In ambito industriale questo significa, ad esempio, raccogliere i dati di produzione da un parco macchine già esistente o da nuove macchine e renderli disponibili e accessibili in cloud da applicazioni di manufacturing execution come quelle di Tecnest». I dati generati e raccolti dalle macchine devono poi essere interpretati e messi a disposizione delle diverse funzioni aziendali e degli attori coinvolti nella catena del valore, per tenere sotto controllo e migliorare i processi produttivi e della supply chain. Qui entrano in gioco le competenze specialistiche di Tecnest e le sue soluzioni per la gestione dei processi di pianificazione e gestione della produzione e della supply chain della suite software J-Flex. «Le nostre soluzioni aiutano da sempre le aziende manifatturiere ad ottimizzare i processi di produzione, a tenere sotto controllo la fabbrica in tempo reale intervenendo in caso di criticità e a migliorare le performance produttive», conclude Pettarin.

L’innovazione è di casa e più accessibile al Corefab

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CORMANO – Fare innovazione significa sì realizzare qualcosa di nuovo, ma anche trovare modi nuovi per fare meglio quanto già consolidato. Affrontare problemi irrisolti, migliorare la qualità portandosi alla pari con le conoscenze nel proprio settore. Per farlo sono necessarie risorse finanziarie e umane che non sempre è facile raggiungere, ma che pure sono disponibili per le imprese. Se ne discuterà venerdì 10 marzo (dalle ore 14,00) in Corefab (via Po 77 a Cormano) con il Consorzio C2T e Find Your Doctor, specializzati nel supportare l’innovazione in impresa, rispondendo insieme al bisogno di prospettive dei ricercatori che oggi non trovano un futuro nelle università italiane. «Avremo la possibilità di presentare dal vivo case history del modello Find Your Doctor, con testimonianze di imprenditori che hanno creduto nel dialogo diretto ricerca-impresa per fare innovazione, anche con il coinvolgimento di associazioni di categoria territoriali», spiega Chiara Marelli, community manager di Corefab. Dopo l’introduzione a cura di Eva Ratti (Find Your Doctor), il programma dell’evento prevede la prima sessione sul tema “Strategie, criticità ed esperienze nell’innovazione del manifatturiero”, con testimonianze di Tiberio Roda (Trafilerie San Paolo), Angelo Belgeri (Airoldi & Belgeri), Emanuele Fratto (Noltec Europe), Stefania Grandi (NAM) e Fabio Massimo (Aesse.net); la seconda sessione sul tema “Come rendere accessibile e sostenibile l’innovazione per le pmi” con interventi di Mauro Gattinoni (ApiLecco), Gualtiero Cortellini (Consorzio C2T), Stefano Binda (CNA Milano), Davide Lecchi (Toyota Academy). La partecipazione è gratuita, previa registrazione al link https://www.eventbrite.com/e/corefab-linnovazione-e-accessibile-tickets-32289389433

Stabilimento più “lean” con i sistemi per la sicurezza Toyota

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ROSA’ – Meno urti con i carrelli elevatori vuole dire non solo più sicurezza, ma anche meno sprechi e più efficienza negli impianti logistici e produttivi e quindi una gestione molto più “lean”. «Quando si parla dei pericoli connessi all’utilizzo dei carrelli elevatori non può certamente valere il detto “la fortuna aiuta gli audaci”. La fortuna piuttosto aiuta le aziende attrezzate», spiega Davide Santi, after sales service manager di Toyota Material Handling Italia. Questo pensiero sposa perfettamente la filosofia di DS Smith, multinazionale di origine britannica, specializzata nella realizzazione di imballaggi, il cui claim è proprio “Don’t rely on luck”, cioé “non affidarti alla fortuna”. «Per questa ragione, la divisione italiana di DS Smith Packaging ha scelto di implementare nel proprio stabilimento produttivo di Rosà, in provincia di Vicenza, alcune delle soluzioni firmate Toyota Material Handling Italia», ha dichiarato il direttore generale Alessandro Cebin. Nei 24.000 metri quadri coperti della struttura DS Smith a Rosà lavorano oltre 120 persone su 2 o 3 turni quotidiani e vengono lavorati ogni giorno più di 380.000 metri quadri di cartone. Di questi, circa 260.000 diventano scatole, destinate ad alcuni importanti nomi dei più diversi settori, come gdo e automotive. La quantità e la complessità delle attività che vengono svolte quotidianamente all’interno dell’impianto si aggiungono ai vincoli strutturali di un edificio che, seppure continuamente rinnovato ed aggiornato dal punto di vista del layout e delle tecnologie applicare, è comunque una costruzione anni ’60. Per l’azienda era dunque fondamentale azzerare il pericolo di collisione in un contesto in cui, la forte compresenza di persone e veicoli, rendeva il rischio particolarmente elevato. Il primo passo mosso verso un assottigliamento del rischio durante le attività di handling è stato dunque l’ammodernamento della flotta di carrelli elevatori, con l’introduzione di 10 moderni veicoli Toyota dotati di avanzati dispositivi di sicurezza: i nuovi carrelli hanno di serie il sistema di stabilità attiva Toyota SAS (Sistema di Stabilità Attiva) antiribaltamento, fondamentale laddove si debbano movimentare carichi pesanti e ingombranti, quali possono essere le bobine di carta utilizzata nella produzione di DS Smith. Soprattutto, tutti i carrelli Toyota nell’impianto sono stati dotati in prima installazione dei dispositivi Blue Light e Anticollision. Il primo segnala il suo avvicinamento ai pedoni ed agli altri mezzi presenti nell’area, proiettando a terra un fascio di luce blu a distanza, Anticollision, invece, grazie all’identificazione a radio frequenza RFID (Radio Frequency IDentitication), rileva mezzi e persone dotati di trasponder attivi (tag) e può quindi intervenire autonomamente sulle prestazioni del carrello al fine di evitare un urto.
Per incrementare ulteriormente i livelli di sicurezza ed efficienza durante le attività di handling è stato anche implementato I_Site, il sistema di fleet management di Toyota Material Handling. Quest’ultimo è uno strumento completo per la gestione ed il monitoraggio in tempo reale dell’intero parco carrelli, pensato per offrire indicazioni precise e sempre aggiornate sullo stato e sull’operatività di ogni singolo veicolo su cui I_Site è installato. I primi risultati dall’entrata a pieno regime della fornitura Toyota Material Handling Italia nell’impianto produttivo di Rosà sono decisamente buoni: non solo la flotta Toyota ha espresso prestazioni davvero soddisfacenti in termini di consumi ed efficienza. A settembre, il numero di urti generati da carrelli elevatori è stato misurato in drastica diminuzione e quello di incidenti è risultato pari a zero.

L’innovazione tra digitale e manifatturiero sboccia al Corefab

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CORMANO – Sabato 21 gennaio è ufficialmente nato Corefab: nel cuore della grande Tech Valley milanese, ha aperto i battenti la casa dell’Internet of Things e dell’Industria 4.0, dove imprenditori, investitori, professionisti, ricercatori, startupper e innovatori possono trovare il punto di incontro, di progettazione e di sviluppo per nuovi prodotti e nuovi processi. Corefab (www.corefab.it) è l’iniziativa voluta dalla famiglia Marelli, imprenditori da tre generazioni nel settore della meccanica, che dopo aver ceduto una delle loro aziende a un gruppo svedese hanno deciso di reinvestire risorse importanti nella riqualificazione di un capannone di proprietà in via Po 77 per trasformarlo nell’hub dell’innovazione industriale.
Il sindaco di Cormano Tatiana Cocca e la delegata alla Mobilità e Servizi di rete della Città Metropolitana Siria Trezzi sono intervenute per il taglio del nastro dell’unico “ecosistema” esistente in provincia di Milano interamente votato all’integrazione tra produzione manifatturiera tradizionale e tecnologia digitale, come spiega il promotore Remo Marelli: «Da sempre attivi con le nostre imprese nel mondo della meccanica, abbiamo subito immaginato il Corefab come un grande ingranaggio fisico e virtuale, un luogo dove unire idee, uomini e imprese, per traghettare la ricerca e i progetti di business verso l’approdo reale del mercato. Evitando così un’inutile dispersione di creatività e capitali. Una vera e propria rete tra imprenditori senior e giovani ricercatori o “inventori” di start up, che in modo sussidiario si collegano tra di loro per sviluppare nuove soluzioni». Con un’attenzione speciale a finalizzare interventi, servizi e competenze a favore della piccola e media industria, cioè la parte produttiva più dinamica del Paese ma anche la meno sostenuta sul fronte della ricerca e
innovazione. «Per poter raggiungere questi obiettivi – aggiunge il general manager Chiara Marelli – abbiamo realizzato, su progetto dell’architetto Donata Nicetta, un ambiente aperto e integrato, con 70 postazioni open, nuclei semi-aperti e uffici chiusi, sale riunioni e aule di formazione – oltre a uno spazio fitness e una nursery – dove su un’area di mille metri quadrati opereranno la sede lombarda della prestigiosa Toyota Academy, l’incubatore e sviluppatore di start up gestito da Altis-Università Cattolica e Cna Milano, la piattaforma di ricerca e trasferimento tecnologico promossa da Find Your Doctor (che raggruppa oltre un migliaio di ricercatori universitari) e Consorzio C2T, l’ente accreditato di formazione Boston Group, il coworking della rete InCowork, la redazione del web magazine Voxfabrica.it, l’agenzia dicomunicazione BCI impegnata nell’ambito del business ethics».
 Ma ci saranno spazi anche per una realtà non profit come l’Associazione San Giuseppe Imprenditore, che con il servizio del Telefono Arancione costituisce un punto di riferimento nazionale per gli imprenditori in grave difficoltà, e per un’area benessere curata da Neolife. Con le attività interne e le partnership qualificate, Corefab rappresenta per il territorio della Grande Milano e della Lombardia una piattaforma integrata di apprendimento e un incubatore-aggregatore per persone, progetti e organizzazioni impegnate a migliorare il proprio approccio con il mercato, attraverso servizi di coaching & mentoring, ricerca & sviluppo, trasferimento tecnologico, social networking, editoria e comunicazione.

 

    

 

Ideascudo lancia il tessuto che protegge dai campi elettromagnetici

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Siamo tutti “immersi” in un elettrosmog permanente, causato dall’utilizzo continuativo di apparecchi elettronici come computer, smartphone, sistemi wireless. E’ da questa consapevolezza che è nato e si sta sviluppando uno dei settori più promettenti dell’industria tessile italiana: quello dei tessuti tecnici protettivi, con funzione di schermatura dai campi elettromagnetici. Pioniere in questa attività è Paolo Inzaghi, titolare del gruppo Creamoda e primo produttore in Italia di tessuti schermanti. «Frutto di anni di ricerche e investimenti in brevetti, la nostra attività riguarda l’ideazione e la realizzazione di materiali tessili che schermano l’inquinamento elettromagnetico: abbigliamento, tendaggi, articoli per l’edilizia, materiali utilizzabili anche in serre e allevamenti, al fine di proteggere dall’elettrosmog tutti gli organismi viventi». La storia racconta che Inzaghi fonda la sua azienda nel 1993, con il preciso scopo di sviluppare brevetti relativi a materiali tessili innovativi, in grado di abbattere il rischio per la salute dovuto al crescente impiego di fonti elettromagnetiche. Nel 1998 l’imprenditore raggiunge un accordo con una società produttrice di filati per l’utilizzo, la produzione e la commercializzazione del tessuto schermante dalle onde elettromagnetiche. «Da questo accordo sono scaturiti diversi brevetti, tra cui uno relativo a tessuti schermanti in genere e un altro per la realizzazione di pannelli vetrati. Di fatto, siamo l’unica società operante in Italia, tramite il brand Ideascudo, a disporre in esclusiva del materiale tessile ad azione schermante”. Che ha trovato subito molteplici impieghi pratici, per tre linee di tessuto: a rete per uso edilizio, in poliestere per tende e in cotone per abbiglia
mento. Ma come funziona un tessuto schermante? «Il cuore del prodotto è un filo metallico, prodotto utilizzando diversi composti minerali: il filo viene poi intessuto all’interno del materiale tessile che si desidera schermare, realizzando così una trama che riproduce una sorta di gabbia di Faraday. Dopodiché, il materiale finito può avere diversi utilizzi». Parallelamente all’attività di ricerca dei vari prodotti che compongono l’attu
ale gamma di tessuti schermanti, Creamoda ha infatti avviato anche la commercializzazione di prodotti finiti, rivolti sia a privati sia ad aziende: dalla linea di custodie per telefoni cellulari alle camicie per uomo e donna, dai camici di tipo ospedaliero per medici e radiologi alle tute da lavoro e alle stuoie per letti. Fino agli interventi più complessi, come la schermatura di una centrale elettrica a Manfredonia, commissionata dal gruppo Marcegaglia, o la protezione di magazzini logistici di Cisalfa: «Grazie alla versatilità del prodotto, riusciamo a schermare anche edifici interi. Il settore edile è molto promettente: abbiamo sviluppato alcuni progetti con il Politecnico di Milano e collaboriamo con diversi enti certificatori e piattaforme di distribuzione di materiali edili, come Material Connection». Inzaghi non nasconde il forte interesse manifestato da altri Paesi, ma il suo obiettivo è far crescere in Italia un’industria di applicazioni che utilizzino il suo tessuto anti-elettrosmog.

Dai rifiuti all’asfalto high tech: prima “posa” per Ama e Iterchimica

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ROMA – Iterchimica, azienda leader mondiale nel campo degli additivi per l’asfalto, e AMA, la municipalizzata romana per la gestione integrata dei servizi ambfoto-iterchimica-2ientali, hanno avviato una collaborazione per promuovere iniziative di sensibilizzazione all’utilizzo di prodotti innovativi ed ecosostenibili per la realizzazione di beni comuni. Come primo atto di questa partnership, è stato realizzato un tratto di pista ciclabile sotto Lungotevere Oberdan a Roma, che ha come peculiarità l’utilizzo di una pavimentazione green e high tech studiata ad hoc per piste ciclabili. Il tratto oggetto dell’intervento, in precedenza caratterizzato da una pavimentazione alquanto sconnessa, è stato individuato grazie alla collaborazione di Biciroma (il movimento nato in seno alla onlus Associazione Due Ruote d’Italia). La tecnologia, tutta italiana, di Iterchimica e la competenza sull’ambiente urbano di AMA permettono la riqualificazione e valorizzazione di un’area cittadina senza contaminarne la storicità, fondendo tradizione e innovazione in un pratico esempio di economia circolare che può diventare un modello replicabile in altre zone di Roma e in altre città.
Grazie ai suoi additivi di ultima generazione, interamente messi a punto e prodotti in Italia da 50 anni, Iterchimica è infatti in grado di consentire pavimentazioni stradali con percentuali altissime di asfalto riciclato (fino al 100%), abbassando le temperature di lavorazione, con un conseguente risparmio di energia e riduzione dei vapori bituminosi, aumentando di quasi il doppio la vita delle pavimentazioni grazie a speciali polimeri. AMA è diventata detentore unico di un brevetto per la realizzazione di un prodotto derivato da rifiuti solidi urbani, definito “Mineralized Biomass”, che consente il recupero della frazione organica in uscita dagli impianti di trattamento meccanico biologico. La miscela derivante, ottenuta senza trattamenti chimici o termici ma attraverso una mescola “a freddo”, è adatta al risanamento ambientale e il rifiuto organico potrà essere riutilizzato e trasformato in una base per strade, piste ciclabili, parcheggi, scarpate delimitanti autostrade e binari di ferrovie eccetera. «Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati che sta portando questa collaborazione pubblico privato con AMA», ha dichiarato Federica Giannattasio, a.d. di Iterchimica. «Iterchimica ha da sempre posto particolare attenzione allo sviluppo di tecnologie e processi a basso impatto ambientale e ad alta economicità d’esercizio. Infatti, con buone pratiche di produzione e di stesa e grazie al contributo determinante degli additivi, l’asfalto per piste ciclabili, strade e parcheggi può durare almeno il doppio del tempo senza danneggiarsi. E naturalmente lo stesso vale per la riparazione delle buche, che se fatta a regola d’arte, può essere duratura e non solo una soluzione temporanea».

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