Mercati esteri - Page 5

La tecnologia per il miglior design italiano pronta a sbarcare in Russia

PAINA – C’è la Russia e c’è la nautica, nell’orizzonte di sviluppo della Mauri, piccola azienda manifatturiera della Brianza che nei suoi trent’anni di storia ha scritto alcune pagine poco conosciute del più prestigioso design italiano. «Operiamo sin dal ’73 nel campo dello stampaggio di resine poliuretaniche, sia per i grandi nomi dell’arredamento italiano, da Kartell a B&B, sia per settori più specialistici come il biomedicale, dove siamo fornitori di Esaote», racconta Carlo Carsana, sales manager della società brianzola che oggi occupa 15 addetti e fattura poco più di 2 milioni di euro, «con un primo trimestre 2012 che ha portato un segno finalmente positivo». Nello stabilimento della Mauri si seguono due linee di produzione: «Creiamo lo stampo su disegno del cliente e procediamo allo stampaggio delle resine poliuretaniche, consegnando il pezzo finito e imballato. Se invece il cliente ha capacità e competenze per effettuare lo stampaggio plastico, la nostra fornitura si concentra sulla progettazione dello stampo». Lavorando da sempre al servizio degli industriali del design, la Mauri ha acquisito un know how tecnologico che non ha rivali sul mercato italiano per questa ragione ha avviato un processo di diversificazione produttiva cercando nuovi canali di sbocco: «Operando sul trasferimento di competenze consolidate, si può fare molto per svariati settori industriali, non solo per l’arredamento. Abbiamo aperto una finestra sul comparto della nautica, un settore al momento un po’ in sofferenza ma dalle potenzialità decisamente interessanti». E poi l’estero: «Alla recente fiera Plast il nostro stand è stato meta di molti operatori russi. E’ un mercato importantissimo e i riscontri che abbiamo avuto ci aprono prospettive molto concrete».

Accordo con la taiwanese FFG per la leader piacentina delle macchine utensili

VIGEVANO – Nel piano di sviluppo e valorizzazione delle proprie partecipazioni nel settore delle macchine utensili, l’imprenditore Luigi Maniglio trasferisce la quota di maggioranza (80%) di Sigma Technology, storica eccellenza italiana nel settore delle macchine utensili, costruttrice di centri di lavoro verticali a 3 e 5 assi, alla Jobs Automazione, di cui già deteneva una partecipazione rilevante. Il restante 20% della Sigma rimane di proprietà di Davide Grossi, ceo della società. Tramite questa operazione Sigma entra nel contesto dell’alleanza strategica tra Jobs e il gruppo taiwanese FFG, che assicura le condizioni per un’ulteriore importante valorizzazione del costruttore vigevanese accelerandone il percorso, già avviato, di internazionalizzazione e di globalizzazione dei propri processi. Ad oggi il fatturato di Jobs è pari a 50 milioni di euro, quello di Sigma si attesta a 7 milioni. Complessivamente, l’operazione riguarda 250 addetti presenti negli stabilimenti di Piacenza, Reggio Emilia e Vigevano, oltre a circa 30 tecnici stranieri distribuiti sulle controllate estere, e si propone di raggiungere, in una logica di piano quinquennale, un fatturato pari a 110 milioni di euro. La partnership strategica Jobs-FFG, la prima di tale portata realizzata nel settore delle macchine utensili in Europa, si propone di sfruttare le sinergie tra l’elevatissimo know how tecnologico di Jobs, azienda esponente di quel made in Italy tecnologico di eccellenza riconosciuto a livello mondiale, e la forte penetrazione nel mercato globale del gruppo asiatico FFG (tra i gruppi più importanti al mondo nel settore, con un fatturato complessivo di 2,5 miliardi di dollari e una quota relativa alle macchine utensili pari a 1,3 miliardi di dollari). Obiettivo dell’operazione Jobs-FFG-Sigma è la creazione di un polo industriale di riferimento non solo in Europa, ma anche nelle aree di mercato del Far East, attuali forti utilizzatori di macchine utensili e impianti, e in prospettiva in quei Paesi in via di industrializzazione (come Brasile, India, Turchia) che sono destinati ad essere i futuri grandi consumatori di macchine utensili evolute. «Il confronto con competenze tecnologiche ed esperienze organizzative diverse, provenienti dall’accordo Jobs-FFG-Sigma – ha dichiarato Maniglio – stimolerà ulteriormente il riposizionamento del marchio Sigma a livello internazionale, riconfermando l’azienda fra i costruttori leader di centri di lavoro verticali e portatrice di una consolidata tradizione riconosciutaci da tutti i mercati storicamente affrontati fin dal 1950».

Una commessa da 1,2 milioni per rinfrescare la fabbrica di alluminio in Oman

CLUSONE – Non deve essere facile lavorare in un ufficio con vista sulle montagne bergamasche e immaginare la progettazione di un impianto di raffrescamento per una torrida fabbrica situata in una distesa desertica dell’Oman, sultanato posto nella parte sud-orientale della penisola arabica. Eppure tutto ciò significa lavoro, competenze, commesse e internazionalizzazione per una piccola realtà che da Clusone guarda con ottime prospettive ai mercati esteri. E’ la Aeris Technologies, specializzata da vent’anni nel campo del condizionamento per grandi ambienti industriali, commerciali e civili. «Abbiamo appena concluso un ordine con Fata (gruppo Finmeccanica) per la fornitura degli impianti di condizionamento per una nuova fabbrica di laminazione dell’alluminio in Oman, per un valore di 1,2 milioni di dollari. Stiamo cominciando la progettazione esecutiva e le prime consegne sono previste per inizio settembre», spiega Luca Brambilla, alla guida di Aeris Group, piccolo aggregato di società che fattura 4 milioni di euro e occupa una dozzina di collaboratori. «Siccome in quella regione c’è un problema di temperature medie molto elevate, nell’ambito della commessa abbiamo attivato una joint venture con un’impresa locale che ci aiuterà a installare l’impianto chiavi in mano utilizzando manodopera locale e avvalendoci di macchinari acquistati in loco proprio per le problematiche climatiche». Insomma, si vive e si lavora in val Seriana ma si ragiona secondo logiche globali, anche dal punto di vista delle soluzioni tecnologiche. «Per i grandi edifici industriali e artigianali, capannoni e magazzini, mercati coperti e persino strutture agricole, la nostra soluzione è un mix italiano-statunitense e si chiama Eco20», chiarisce Brambilla. E’ un raffrescatore che consente di abbattere la temperatura in ambienti chiusi ma anche aperti, generando un flusso d’aria fresca grazie a un processo naturale: «E’ lo stesso principio utilizzato nei Paesi più caldi, dove si getta acqua sui muri per togliere calore all’interno delle case. Nel caso di Eco20, l’aria calda passa attraverso pannelli alveolari costantemente irrorati da acqua e, per semplice contatto ed effetto di evaporazione, cede gran parte del calore contenuto. Così, filtrata e raffreddata, l’aria assicura un continuo rinnovo e refrigerio». Nelle zone con clima caldo secco e bassa umidità relativa, la riduzione di temperatura è nell’ordine dei 15/20°C, ma un microclima ottimale si raggiunge ovunque. E a bassissimo costo d’esercizio: « Questo sistema abbatte i consumi, la macchina di maggiore potenza è da 650 watt e da 1 kw installato. Un impianto di condizionamento tradizionale, a parità di volumi d’aria da trattare, avrebbe un costo d’investimento venti volte maggiore e un consumo elettrico trenta volte più alto».

Le carrozzerie refrigerate piemontesi puntano a Russia, India e sud est asiatico

CASALE MONFERRATO – «Avendo imparato da subito a costruire le più affidabili e innovative carrozzerie isotermiche refrigerate per il trasporto degli alimenti freschi e surgelati, ci siamo immediatamente messi nella condizione di condurre il mercato e le sue dinamiche, non di corrergli dietro. Per questo oggi, nonostante la crisi generalizzata, continuo a essere fiducioso:? abbiamo un buon controllo dei costi, una società ben capitalizzata, una struttura produttiva costantemente aggiornata, una testa pensante che continua a fare il suo mestiere. Ora possiamo puntare a nuovi mercati»: con i piedi piantati per terra, in quella terra del Monferrato che ha visto nascere e crescere il polo italiano della refrigerazione, la Cold Car ha lo sguardo rivolto al futuro negli occhi di Giuseppe Morano, presidente della società che ha chiuso il 2011 con ricavi per 27 milioni di euro (75% fatturati all’estero), vendendo circa 1.500 carrozzerie ai grandi marchi del food & beverage quali Nestlé, Unilever, Bofrost, Eismann, Argel, Toupargel, Hennig Olsen, Schwan’s e tanti altri ancora. Se il mercato oggi è decisamente globale, come si muove una media impresa della provincia piemontese nel contesto internazionale, interpretando il ruolo dell’azienda leader a livello mondiale nel suo settore produttivo? «Ogni azienda ha il proprio modello di successo, non ci sono ricette particolari. Per noi la differenza l’ha fatta e continua a farla la localizzazione, cioè la presenza stabile su un mercato, non tanto dal punto di vista produttivo, per noi non conveniente, ma con una rete commerciale fatta di agenti o distributori locali», spiega Morano. Insomma, sembra che la chiave del business risieda ancora nella capacità di tessere relazioni e di stabilire un feeling fiduciario tra persone: «E’ così: ad esempio, con il nostro agente in Israele lavoriamo da 19 anni, mi ha appena chiesto di andare a trovarlo per chiarire alcune situazioni. E io vado: per essere presenti sul mercato mondiale, non basta la qualità del prodotto, serve un rapporto interpersonale, durevole e armonico con chi ci rappresenta in un territorio. Perché noi vendiamo macchine che devono durare almeno dieci anni, il servizio post-vendita è essenziale. A? noi italiani questo modo di fare affari è più congeniale, in quanto ci mancano altre cose, a cominciare da un sistema-Paese adeguato alle spalle». L’internazionalizzazione di Cold Car, oltre alla stipula di accordi di rappresentanza e distribuzione in una trentina di Paesi, si è sviluppata anche con la creazione di partnership e joint venture locali: «Man mano che la presenza su un mercato si intensificava e le potenzialità crescevano, abbiamo deciso di avviare o partecipare a realtà societarie: oggi abbiamo sedi ufficiali Cold Car negli Stati Uniti, in Turchia, Brasile, Messico e Cile». La prospettiva di sviluppo è ora rivolta verso est. I prossimi mercati su cui l’azienda casalese ha messo gli occhi sono due Paesi Bric come Russia e India e una “tigre” come il Vietnam, quale base di appoggio per tutto il sud est asiatico.

Il nucleo magnetico brianzolo vince la sfida con i cinesi

AGRATE BRIANZA – Qualunque trasformatore elettrico ha un «cuore» magnetico, un nucleo di metallo che ne alimenta l’attività: la Femag Ferri Magnetici è una delle aziende italiane più attive in questo settore di nicchia e, pur mantenendo una dimensione contenuta, esporta il 70% della sua produzione e riesce a vincere la sfida con i competitor orientali, che tentano di sbaragliare il mercato vendendo prodotti che costano il 40% in meno. «Che non hanno però la qualità e l’affidabilità dei nostri», dichiarano con orgoglio Fabrizio Merlo e Walter Caterina, cofondatori dell’azienda brianzola, nata nel ’75 e oggi operativa con una quindicina di addetti e un fatturato di circa 5 milioni di euro. Dai 1.500 metri quadrati di area produttiva escono due tipologie di nuclei: a “C” e toroidale. «La prima riguarda prodotti destinati all’assemblaggio di trasformatori di piccola e media potenza, quindi all’industria elettromeccanica», spiega Merlo. «I nuclei a “C” sono fabbricati con un lamierino di acciaio magnetico che dobbiamo importare dall’estero, con rilevanti fluttuazioni dei prezzi di approvvigionamento». Anche per la fabbricazione de nuclei toroidali si utilizza acciaio magnetico, «ultimamente anche quello ad alta permeabilità – dice Caterina – fino ad oggi impiegato nei grandi trasformatori di potenza. Il vantaggio è che, a parità di potenza, si possono ridurre le dimensioni dei nuclei, quindi il peso, per aumentarne l’efficienza. Su questo segmento abbiamo subito per qualche tempo la concorrenza dei prodotti cinesi, ma negli ultimi due anni si è aperto anche per noi il mercato delle energie alternative (eolico, fotovoltaico e solare), dove il nostro prodotto è utilizzato in larga misura». L’ultima novità in casa Femag sono i nuclei costruiti in acciaio al silicio a grani orientati con tecnologie Unicore, destinati ai trasformatori elettrici mono e trifasi. «Questa tecnologia non richiede la costruzione di un’attrezzatura per ogni dimensione di nucleo, con un evidente contenimento del costo finale e  una riduzione di circa il 30% delle perdite rispetto a un pacco lamellare», aggiunge Caterina. La vera svolta per la Femag è avvenuta nell’89, con l’investimento per l’installazione di una linea da 14 metri per il taglio delle lamiere magnetiche, che prima venivano acquistate sotto forma di nastri da altre aziende. «Questo sviluppo tecnologico – dice Merlo – ci ha permesso di soddisfare più rapidamente le richieste. Abbiamo verificato poi che la capacità produttiva di questa linea era assai superiore alle richieste della nostra produzione di nuclei, così abbiamo cominciato a comprare maggiori quantità di materiale da tagliare e commercializzare. In sostanza, abbiamo creato un centro di servizi che fornisce lamiera tagliata anche in piccoli quantitativi. In questo modo abbiamo acquisito clienti in tutto il mondo e ora questa linea copre i due terzi del fatturato totale».

Sbarcano in nord America le lampade a led marchigiane

VILLAGRANDE – La Somm, azienda marchigiana specializzata da 25 anni nella produzione di particolari torniti su disegno o a campione, ha siglato un accordo di distribuzione con il gruppo statunitense Morris Group Inc. per la commercializzazione dell’intera gamma Somm.it – Lighting in tutto il nord America (Usa, Canada, Messico), sotto il brand Velocity Products (www.velocityproducts.com). “Si tratta della nuova linea di lampade a led per officine e ambienti da lavoro, che abbiamo presentato in anteprima mondiale al Mecspe di Parma”, spiega il titolare Stefano Camporesi. La gamma, pensata e realizzata partendo dall’esperienza ultra ventennale del lavoro di torneria e dall’esigenza e volontà di migliorare la sicurezza e la qualità dell’ambiente di lavoro, é composta da tre collezioni diverse. La serie Roma prevede lampade a 9, 12 e 18 power led, disponibili anche con fissaggio magnetico, per illuminare l’ambiente interno di lavoro di macchine e postazioni di lavoro; realizzate dal pieno di alluminio, viteria inox, vetro temprato, sono certificate IP68 e IK07. Tra le altre caratteristiche della Serie Roma vanno ricordate anche le dimensioni ridotte, la facilità d’installazione e la loro durata nel tempo. La Serie Flex propone lampade a led da banco per migliorare la qualità del controllo visivo durante la lavorazione di precisione. Infine la Serie Stack Light è costituita da lampade a led da segnalazione a torretta, caratterizzate da design moderno, altissima visibilità e durata nel tempo.

Strumenti per analisi: alleanza italiana alla conquista del mondo

ROMA – AMS Group e Systea Spa, le due società italiane specialiste nella produzione di strumenti di analisi per laboratori, hanno annunciato la loro fusione e la costituzione di AMS-Systea, una nuova realtà aggregata che ora comprende quattro divisioni: clinica (biochimica e reagenti), agro-alimentare (kit di biologia molecolare e di analisi attrezzature), ambientale (strumenti per flusso continuo e analizzatori sequenziali) e nucleare. Con i tre centri di ricerca & sviluppo (a Roma e Anagni in Italia e a Frépillon in Francia) e un organico complessivo di 90 addetti, il gruppo AMS-Systea diventa leader mondiale nello sviluppo di soluzioni e sistemi di analisi, offrendo la gamma più completa sul mercato e annunciando il lancio di nuove attrezzature entro il 2012. “Grazie a questa fusione saremo in grado di rispondere alle esigenze dei nostri partner in tutto il mondo”, ha dichiarato Pompeo Moscetta, amministratore delegato di Systea, ben posizionata nel settore del monitoraggio ambientale (acque di superficie, rifiuti e mare) e agro-alimentare (suolo, fertilizzanti, alimenti, vini…). “La sinergia tra le nostre gamme di prodotti ci consentirà di offrire soluzioni che siano perfettamente rispondenti alla domanda degli utenti professionali, in particolare per applicazioni ambientali nel settore idrico, con la disponibilità di versioni on line e portatili degli strumenti”, aggiunge Antonio Gagliarducci, amministratore delegato di AMS, uno dei principali produttori mondiali di strumenti di misurazione, con sede a Roma e quattro filiali internazionali.

Apre in Usa e a Singapore la specialista dei sistemi per la telefonia mobile

COLOGNO MONZESE – L’obiettivo era di coprire tutti i continenti entro il 2012: con l’apertura delle filiali negli Stati Uniti e a Singapore, che si affiancano alle sedi già operative in Francia, Germania e India, la strategia di internazionalizzazione della Fimotec Spa è quasi completata. Un successo planetario per una piccola impresa dell’hinterland milanese, nata alla fine della seconda guerra mondiale per iniziativa di un tecnico tedesco, Hans Feige, rimasto a Milano a costruirsi una famiglia e ad avviare l’attività imprenditoriale nel settore della telefonia. Il figlio Giorgio, recentemente scomparso dopo aver guidato l’azienda per più di cinquant’anni, l’ha condotta alla dimensione globale attuale. “Produciamo componenti per ottimizzare il processo di installazione di antenne e reti di trasmissione dei segnali della telefonia mobile (mobile telecom networks), e contiamo tra i nostri clienti i maggiori operatori della telefonia mobile mondiale, come Nokia-Siemens, Ericsson, Vodafone, nonché primarie società di installazione”, racconta il direttore commerciale Angelo Radaelli. Un successo che ha scatenato la corsa alla “clonazione” dei prodotti a marchio Fimo?, soprattutto poer opera di tanti copiatori dell’est asiatico. Ciononostante Fimo? continua a essere un punto di riferimento apprezzato, conosciuto e consolidato in tutto il mondo. “La nostra è un’azienda di medie dimensioni, con una cinquantina di addetti in Italia e un’altra quarantina nel mondo, con cinque società controllate all’estero. Nella sede italiana manteniamo l’attività di progettazione, produzione, assemblaggio e di distribuzione per il mercato italiano e mondiale. Le filiali estere hanno funzione di distribuzione locale, a eccezione dell’insediamento indiano, che ha una forte capacità produttiva e deve servire principalmente il mercato asiatico”. Un percorso di crescita costante che ha però fatto il vero salto di qualità alla fine degli anni ’90, quando Fimotec è passata da 5 a oltre 20 milioni di euro di fatturato, con una quota di export salita da 1 a 15 milioni di euro, cioè il 75% del giro d’affari globale. “Uno sviluppo riconosciuto dai leader di mercato, tanto che Fimotec è stata la prima piccola impresa a stipulare, a livello mondiale, un accordo quadro con la Nokia”.

Tachigrafo italiano sui camion turchi, grazie all’Enterprise Europe Network

VERONA – L’Enterprise Europe Network (la rete di centri di ricerca, enti di trasferimento tecnologico e imprese attiva in più di 50 Paesi) ha colpito ancora: per l’adeguamento alle nuove normative riguardanti il tachigrafo digitale, lo strumento che controlla i tempi di guida e di riposo dei camionisti, ha generato un’opportunità di contatto e di business tra la società veronese Infogestweb e la turca BB Servis Ekipmanları. Lo racconta l’ingegner Marco Gorini, responsabile dei servizi di trasferimento tecnologico presso Veneto Innovazione, referente per l’Italia dell’Een. “La Infogestweb opera nel campo informatico e della stampa digitale. Negli ultimi anni ha sviluppato Golia, un’infrastruttura tecnologica in grado di gestire i dati forniti dai tachigrafi analogici e digitali. Golia è strategica in applicazioni real time per la prevenzione delle infrazioni, comunicando rapidamente con le attrezzature in remoto installate a bordo di camion o di pullman”. Claudio Carrano, proprietario di Infogestweb, si era messo in contatto con Veneto Innovazione per promuovere la sua piattaforma. Inserita nella rete Een, la proposta ha richiamato l’attenzione di Bilal Yesil, titolare della BB Servis Ekipmanları, una società turca produttrice di apparecchiature per il settore automobilistico e le carrozzerie, come tester per freni, sistemi di convergenza ruote, smontagomme, elevatori, macchine equilibratrici, idropulitrici, martinetti. A seguito delle novità legislative, la BB Servis Ekipmanları si è focalizzata sui dispositivi per il download dei dati da tachigrafo e software di analisi: quando Yesil ha letto la notizia dell’offerta tecnologica intitolata “Tachigrafo: analisi dei dati e prevenzione delle infrazioni”, ha chiesto di essere messo in contatto con l’imprenditore italiano per approfondire le opportunità di collaborazione. Assistite dai referenti locali dell’Een, l’azienda italiana e quella turca raggiunto un accordo di partnership per l’adozione della tecnologia veneta sul mercato turco. “Enterprise Europe Network – ha commentato Bilal Yesil – ci ha dato l’opportunità di incontrare un partner veramente interessante e propositivo, strategico per affrontare un nuovo mercato con idee utili e un’ottima conoscenza necessaria per implementare una versione vincente e adatta alle nostre tecnologie. L’applicazione della tecnologia italiana sosterrà l’attuazione e l’armonizzazione delle legislazioni europea e turca relative al trasporto stradale internazionale, garantendo la sicurezza dei lavoratori e la competitività delle imprese”.

 

Con la certificazione BBB «sfonda» in America e in Africa

PIACENZA – Ci sono voluti addirittura otto anni, ma finalmente la Nordmeccanica ha ottenuto la certificazione BBB. Un tecnicismo per addetti ai lavori? Certamente, ma occorre anche sottolineare che l’istituto statunitense Better Business Bureau assegna il suo prestigioso marchio di conformità soltanto ad aziende che operano nel rispetto di trasparenti regole di comportamento particolarmente rilevanti nel mercato americano. Così, l’azienda fondata nel ’98 da Antonio Cerciello, affiancato oggi dai figli Alfredo e Vincenzo, rispettivamente direttore tecnico e direttore finanziario del gruppo, può affrontare con maggiore serenità anche un periodo di grave recessione mondiale, puntando non soltanto sulle sue armi tecnologiche, che ne fanno una leader indiscussa nella produzione di macchinari per l’imballaggio flessibile, ma anche sulle doti etiche che la contraddistinguono. “Siamo molto soddisfatti. La BBB è il top delle certificazioni ed è un premio per i grandi sforzi compiuti in questi anni, che ci hanno permesso di diventare un partner tecnico e commerciale affidabile presso tutti i nostri clienti”, dice il fondatore. Che guarda sempre di più all’estero: “grazie a forti investimenti realizzati nell’area industriale di Shanghai, abbiamo avviato una penetrazione importante sul mercato asiatico”. Oltre alle sedi operative in Cina e negli Stati Uniti, Nordmeccanica ha messo in cantiere processi di internazionalizzazione su mercati emergenti: il nuovo ufficio di rappresentanza a Lagos, capitale della Nigeria, consentirà infatti all’azienda piacentina di operare per il settore industriale che serve un bacino complessivo di circa 250 milioni di persone.

L’automotive d’alta gamma traina l’export del circuito stampato italiano

TREZZANO ROSA – «In 24 ore siamo in grado di progettare, realizzare, testare e spedire una campionatura di pcb (circuito stampato professionale) su richiesta specifica del cliente»: il punto di forza della Tecnometal di Trezzano Rosa, come spiega il general manager Attilio Brivio, è la capacità tecnica e produttiva di fare tutto in casa, dall’elaborazione al cad alle diverse lavorazioni cui una scheda elettronica è sottoposta. Sarà anche questa una delle ragioni per cui, proprio nel biennio in cui più drammatica è stata la crisi per buona parte delle imprese operanti nel settore elettronico, la Tecnometal ha chiuso il 2010 a 5,4 milioni di euro (+20% rispetto al 2009) e il 2011 a 6,1 milioni di euro (+9%), iniziando il 2012 con un +5% sui primi due mesi di attività. Tradotto in volumi, il fatturato corrisponde a 28mila metri quadrati di pcb, l’equivalente di quattro campi di calcio interamente ricoperti di schede. «In realtà i margini di utile si sono ridotti per l’aumento dei costi delle materie prime – aggiunge Brivio – ma l’attività è rimasta su buoni livelli operativi. Attualmente stiamo realizzando una commessa importante per BMW, attraverso un loro fornitore per il quale produciamo pcb che servono al funzionamento di componenti quali gli airbag, le prese jack per gli accessi audio, i monitor lcd inseriti nei poggiatesta dei sedili anteriori. Queste forniture per il settore automotive sono per noi motivo di vanto perché il nostro prodotto è utilizzato soprattutto nell’ambito della sicurezza e per un target di clientela molto alto». E’ dall’89 che questa giovane azienda, dove lavorano una trentina di addetti equamente ripartiti tra produzione e area commerciale, realizza circuiti stampati richiesti da due tipologie di operatori: gli «ems» (electronic manufactoring service) e gli «oem» (original electronic manufacturing). Da una decina d’anni la Tecnometal ha anche stretto accordi con fornitori cinesi, indiani e coreani per fabbricare e commercializzare schede elettroniche destinate soprattutto ad alti volumi di produzione. Oltre all’automotive, i clienti più importanti operano in settori quali l’elettromedicale, le telecomunicazioni, l’illuminotecnica, l’elettronica industriale.

Il più grande polo mondiale di produzione dei polimeri funziona con valvole milanesi

TREZZANO SUL NAVIGLIO ?– ?La località è Borouge, nel cuore degli Emirati Arabi Uniti, una landa desertica affacciata sul mar Rosso: lì si sta costruendo il più grande polo mondiale per la produzione di polimeri, frutto di un progetto Tecnimont-Samsung per la finlandese Borealis. La notizia sorprendente, per i non addetti ai lavori, è che tutte le valvole speciali necessarie a gestire immensi processi di lavorazione della plastica sono di ideazione e fabbricazione italiana: il fornitore di una commessa di valvolame da più di 3 milioni di euro è la Nicolini, storica azienda trezzanese, giunta alla terza generazione e oggi guidata da Claudio Badocchi, che ci racconta le ragioni di questo autentico successo dell’Italy Inside: «Ci siamo da subito specializzati nella costruzione di valvole industriali, progettate su commessa per clienti internazionali. Una sartoria tecnologica d’alto livello, che risolve i problemi delle grandi società d’ingegneria e dei gruppi internazionali della chimica, su processi particolarmente gravosi. Con la nostra tecnologia e le nostre valvole speciali siamo diventati fornitori del maggior numero di impianti nel mondo di produzione di raw materials per le plastiche, cioè gli impianti di polipropilene, polietilene, eccetera». Ma come riesce una piccola impresa dell’hinterland milanese, una trentina di addetti, a essere scelta per una realizzazione di queste dimensioni? «Per scegliere i fornitori dei loro impianti, i grandi produttori mondiali di plastiche allestiscono degli impianti-pilota, dove testano sistemi e componenti. Essere selezionati dopo aver superato queste prove, vincendo la concorrenza americana, giapponese, tedesca e francese, è certamente una bella soddisfazione ma anche una grande responsabilità». La commessa dovrà essere soddisfatta entro il 2012, fatto che decreterà per Nicolini quasi il raddoppio del fatturato, oltre i 6 milioni di euro.

Guarda all’America la specialista delle valvole in alluminio

COLOGNO MONZESE – «Abbiamo investito 3 milioni di euro in nuove tecnologie e mai scelta è stata più azzeccata: se oggi ci stiamo espandendo su mercati esigenti e di qualità come la Germania e la Francia, lo dobbiamo proprio allo sviluppo di nuove produzioni con materiali differenti»: è soddisfatto Giuseppe Pons, sales manager della Rubinetteria GST, nell’annunciare l’acquisizione di sei nuovi clienti a livello europeo per i quali la società di Cologno Monzese produrrà componentistica industriale in ottone e alluminio, la nuova frontiera di un’azienda che è nata nel 1950 con la chiara vocazione allo stampaggio di componenti in ottone per impianti frigoriferi. Oggi la Rubinetteria GST, presieduta dai soci Enzo Tridella e Daniele Borghetti, fa parte del gruppo Tridella Brass, che occupa una settantina di addetti e fattura circa 16 milioni di euro. «Quando la crisi ha cominciato a farsi sentire con un calo del fatturato del 35% – racconta Pons – abbiamo capito che dovevamo orientarci su altri mercati e clienti. La scelta di investire in innovazione di processo e prodotto ci permette ora di fronteggiare anche all’estero la concorrenza sulle produzioni specializzate e di sganciarci dall’ambito delle produzioni standard, che oramai vengono tutte da est Europa, Cina e Taiwan». Di fatto, l’evoluzione del mercato ha portato la Rubinetteria GST a essere una delle pochissime aziende attive nel nord Italia in grado di produrre valvolame conto terzi in una gamma così ampia di tipologie. Ma oltre alle lavorazioni meccaniche per altri produttori, la società produce anche milioni di valvole di sovrapressione per gli scaldabagni, che vende soprattutto in Medio Oriente. E ora da Cologno si guarda anche a una possibile espansione commerciale verso l’immenso mercato americano.

Anche in India l’automazione nei processi dei laminati parla milanese

BUSSERO ?– Dopo la Cina e il Brasile, tocca all’India: già presente su una trentina di mercati esteri con la sua produzione di equipaggiamenti??per l’automazione dei processi di lavorazione di diversi materiali laminati (carta, filo metallico, gomma e plastica, tessile, tessuto non tessuto?), la milanese RE Controlli Industriali ha dato vita alla sua terza joint venture estera: è la RE Shilp Equipment India, costituita insieme alla Shilp Ultra-Tech, società quotata in Borsa, già da due anni partner dell’azienda di Bussero per le attività sul mercato indiano. La RE Controlli Industriali è presente in India da un decennio, dove vende direttamente i suoi sistemi di automazione ai costruttori locali di macchinari per il converting, che ne tempo sono cresciuti e hanno richiesto un servizio di assistenza post-vendita sempre più efficiente. Da qui la decisione di attivare una struttura che potesse garantire una costante presenza sul territorio, sostenuta dall’affidabilità della produzione italiana e dalla competenza tecnica della società indiana. La RE Shilp ha sede ad Ahmedabad, nella regione del Gujarat – un’ora di volo da Bombay – una delle zone più attive e trainanti dell’economia indiana.

Una joint venture brasiliana per la specialista del controllo

CINISELLO BALSAMO – Mentre lancia sul mercato il nuovo contabilizzatore di energia ISONRG ML311, sviluppato dal proprio laboratorio di ricerca & sviluppo nello stabilimento di produzione italiano, la Isoil Industria annuncia la costituzione della joint venture con il distributore brasiliano Lamon. Con sede a Belo Horizonte, nello stato di Minas Gerais, la nuova società è stata chiamata Isoil Lamon Industria De Equipamentos e Servicos De Instrumentacao Ltda e vede Isoil Industria come socio di maggioranza. Per la società di Cinisello Balsamo l’operazione rappresenta un passo importante nella strategia di sviluppo in America Latina, al fine di aumentare la penetrazione dei prodotti nel Mercosur e gestire direttamente dal Brasile tutta la catena dei distributori commerciali. «La presenza diretta – spiega l’amministratore delegato Roberto Guazzoni – ci consentirà di ridurre considerevolmente i costi di trasporto e l’impatto delle tariffe doganali, aumentando in modo consistente la forza competitiva. Inoltre la capacità di supporto tecnologico locale sarà potenziata grazie a nuovi programmi di formazione tecnica». I prodotti saranno realizzati in Italia, mantenendo e sviluppando il know how produttivo specifico, e saranno assemblati e calibrati direttamente in Brasile nelle nuove strutture produttive dotate dei banchi di calibrazione necessari per i misuratori, realizzati secondo le norme ISO 17025. Questa nuova struttura permetterà a Isoil Industria di poter rispondere con maggiore velocità alle richieste dei clienti locali, riducendone in modo effettivo il lead time e assicurando un supporto tecnico e operativo di alto livello. L’azienda è strutturata in divisioni: Isocontrol si occupa della misura e del controllo del processo industriale e del ciclo integrato delle acque; Isothermic è specializzata nella misura e controllo dell’energia termica e dell’automazione industriale e civile; Isotrack è concentrata nella strumentazione per materiale rotabile ferroviario e per i trasporti pubblici in genere.

Ad Abbiategrasso il polo mondiale per la schiumatura isolante

ABBIATEGRASSO – Come ce l’hanno fatta? Per quale ragione due tecnici abbiatensi sono stati scelti dal colosso mondiale delle presse a iniezione termoplastica e degli estrusori per grosse condutture, la tedesca Krauss Maffei Technology, per costituire il competence centre internazionale nel settore dell’isolamento poliuretanico per l’industria frigorifera? «Hanno investito su di noi per sfruttare la spiccata vocazione manifatturiera del nostro territorio nell’ambito della schiumatura isolante per gli apparecchi di refrigerazione», chiarisce Gabriele Amodeo, fondatore e general manager della Krauss Maffei Italiana insieme al responsabile commerciale Gianmario Rossi. Oggi l’azienda abbiatense occupa una quarantina di addetti e registra un fatturato annuo di circa 15 milioni di euro, lavorando sul mercato mondiale – dagli Stati Uniti al Brasile, dalla Cina all’India – come una piccola ma agguerrita impresa globalizzata. Tra la sua clientela i grossi nomi del «bianco», come Electrolux, Bosch-Siemens, Whirpool, Samsung, oltre a diverse aziende cinesi che stanno invadendo di elettrodomestici le nostre case. «Le caratteristiche chimico-fisiche del poliuretano sono differenti a seconda dei settori d’impiego», spiega Amodeo. «Noi studiamo la soluzione impiantistica più adatta per il contenimento della schiuma in una struttura dimensionata ad hoc, quella che serve poi per dare forma al frigorifero. In sostanza, acquistiamo la tecnologia dalla casa-madre tedesca, la abbiniamo ai nostri impianti e la vendiamo in tutto il mondo». Insomma, ogni volta che si apre il frigorifero di casa, si può pensare a quanta ricerca, inventiva e affidabilità italiana ci sia «dietro» i più quotati marchi stranieri.

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