Search
Close this search box.

Con la bottiglia trasformista un artigiano-inventore rivoluzionerà il modo di bere

SOVIZZO – A Newton il concetto della gravità venne in mente – è proprio il caso di dirlo – per una mela cascatagli in testa. A Fabio Benetti, artigiano veneto cinquantunenne, sposato con una figlia, da trent’anni impegnato insieme al fratello nella torneria meccanica di famiglia, l’idea che potrebbe rivoluzionare il modo di bere bibite e alcolici è venuta nel 2003, quando le campagne della sua terra erano arse dalla siccità e c’era il problema serio dell’approvvigionamento dell’acqua, con l’obbligo di ridurne l’uso per il lavaggio di stoviglie e bicchieri. «Mi è venuto in mente di prendere una bottiglia monodose, molte hanno forme bellissime e se vengono capovolte sembrano dei bicchieri. Si è accesa la lampadina. Ho cominciato a fare prove per capire come posizionare il tappo sul collo della bottiglia rovesciata, scegliendo bottiglie con tappo a vite, per consentirne l’avvitamento e il serraggio. Ho girato per supermercati armato di calibro per misurare i diametri di colli e fondi e trovare barattoli con tappi a vite che potessero adattarsi al fondo della bottiglia di vetro. Ho fatto tagliare la bottiglia da un amico artigiano e il primo risultato era soddisfacente». Così, da una pura intuizione e forse da un sogno a occhi aperti, è cominciato un percorso creativo che ha portato Benetti a ottenere un primo brevetto nel 2007: «Che ho dovuto annullare perché si è scoperto che esisteva un brevetto analogo depositata nel 1938 negli Stati Uniti. Quando poi ho visto i report dell’indagine sui diversi brevetti, ho notato che tutti presentavano difficoltà nel sistema di bloccaggio del tappo sul collo della bottiglia, perché usavano agganci a baionetta, mentre la mia era strutturata come una pinza con lamelle che si allargavano e si chiudevano, con una miglior tenuta». In sostanza, l’innovazione di Benetti era più funzionale, ma ciò non era sufficiente per sfidare il mercato e rischiare di farsi soffiare l’idea. «Poi c’era il problema del possibile travaso di liquido, che può capitare nell’aprire e maneggiare una bottiglia piena, e della manipolazione di un tappo che comunque, essendo a contatto con il liquido, si bagna». Così, dopo altri due anni di studi e prove, Benetti è pronto con la soluzione vincente: «il doppio tappo, il mio ultimo brevetto: c’è il tappo chiuso e sopra il tappo è agganciato il piedestallo, che si rimuove maneggiando la bottiglia in modo agevole». Nel frattempo, con un artigiano di Marostica Benetti prepara delle bottiglie in vetro soffiato con un design particolare, e nell’aprile del 2010 partecipa alla fiera Genève Inventions: l’entusiasmo scatenato dall’invenzione di Benetti è tale che ?riceve il premio come “Miglior creatività italiana nel mondo” dalla delegazione italiana presieduta da Loredana Gulino, presidente dell’Ufficio italiano brevetti e marchi, ?e la medaglia d’oro assegnata dalla giuria internazionale. A quel punto sulla strada di Benetti, che tra prove, esperimenti e brevetti aveva già investito di tasca sua 100mila euro, si presenta Marco Gorini, responsabile di Veneto Innovazione nonché esperto di trasferimento tecnologico e matching tra imprese, che introduce l’artigiano alle opportunità dell’Enterprise Europe Network. Risultato? «Ora sono in trattativa con licenziatari americani conosciuti tramite Veneto Innovazione, ma allo stesso tempo ho avviato un’attività imprenditoriale, la FAB Bere Facile, per lanciare sul mercato la mia invenzione». Benetti sta organizzando un reparto di produzione di bicchieri-bottiglia monodose con il marchio Be-Re, utilizzando una macchina di nuova concezione che può produrre fino a 2mila pezzi/ora: «Voglio uscire con il mio marchio e lanciare nel mondo quest’idea nuova di beverage come The Italian Transformer». A settembre uscirà la collezione Be-Re di bicchieri-bottiglie nelle varietà limoncello, arancino e grappa con ciliegia, anche in confezioni regalo pensate per le feste natalizie.

Categories

Archivi

Ultimi Post