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Con la cogenerazione anche le alghe diventano una fonte energetica utile

MILANO – L’ultima innovazione è un progetto di green energy a base di alghe, sfruttate per produrre il biogas necessario ad alimentare un impianto di cogenerazione che produce energia elettrica. D’altro canto, utilizzare bene la materia prima è la prima fonte di risparmio energetico. Lo sa bene Paolo Macchi, rappresentante legale della milanese Power Ventures, letteralmente “Iniziative energetiche”, società specializzata nella progettazione, realizzazione e conduzione di impianti di cogenerazione, che ha ereditato e portato avanti un’eccellente esperienza delle iniziative imprenditoriali di famiglia nel settore del gas metano: «Ha iniziato mio padre negli anni ’70, quando in provincia di Varese ha creato una della prime reti di distribuzione del metano. Da allora ci siamo sempre occupati di energia costruendo impianti, gasdotti e sistemi di distribuzione all’utenza. Parallelamente abbiamo gestito altre iniziative imprenditoriali, ad esempio nel campo della meccanica per la produzione di impianti di sollevamento, o in quello immobiliare, a supporto e completamento degli altri business più innovativi». Quando nel 2011 Franco Macchi ha lasciato l’azienda a 78 anni, il figlio Paolo ha assunto le redini puntando con decisione sulla cogenerazione, ancora poco conosciuta in Italia ma estremamente vantaggiosa per un Paese che dispone di poche risorse fossili per la produzione di energia: «La cogenerazione utilizza il calore prodotto tipicamente da un motore, molto simile tecnologicamente quello di un’autovettura, per produrre energia elettrica e trasferire il calore a un altro fluido. Può essere applicata a quasi tutti i settori civili e industriali che utilizzino il calore entro una certa fascia di temperature. L’ambito ideale è quello ospedaliero, alimentare, tessile e chimico, in cui c’è un impiego costante di energia per la produzione di vapore, riscaldamento, acqua calda, illuminazione eccetera». Aspetto peculiare di Power Ventures è che si assume buona parte del rischio imprenditoriale sostenendo spesso l’investimento del motore di cogenerazione, e cedendo al cliente solo l’energia elettrica  e il calore prodotti a un prezzo più competitivo del precedente a cui il cliente l’acquistava. Così Power Ventures, nonostante la recessione, è arrivata in pochi anni ad avviare una decina di impianti nel nord Italia, avendo come base operativa Milano e centro tecnico Padova. «Il più importante è quello di un’azienda bergamasca del tessile industriale, la TexCene: è un sistema del valore di 2 milioni di euro strutturato su due impianti accoppiati che consumano mediamente in un mese oltre 400.000 metri cubi di gas, quando una famiglia ne consuma 2.000 all’anno! Tale gas è meglio utilizzato rispetto al consumo che si avrebbe senza la cogenerazione. Il tutto si traduce in un risparmio economico per il cliente. L’aspetto interessante è che spesso ci troviamo in concorrenza con gruppi multinazionali che si stanno espandendo nel settore della cogenerazione, disponendo di capitali impressionanti, mentre Power Ventures riesce a crescere pur mantenendo caratteristiche da impresa di “artigianato industriale”, così come i nostri clienti affermano, soddisfatti».

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