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Dagli scarti del riso il bio-materiale che rivoluzionerà il mondo degli aerogel

PAVIA – Potrebbe un giorno viaggiare nello spazio il materiale innovativo messo a punto da alcuni ricercatori dell’Università di Pavia, che analizzando in laboratorio le incredibili performances di uno scarto della lavorazione risicola – tipica del loro territorio – hanno deciso di costituire una società per lo sviluppo e la commercializzazione del primo aerogel ecologico. Così è nata Nam (Nano Analysis and Materials), start up diretta da un pool di soci e coordinata da Stefania Grandi, un’esperienza ventennale nella ricerca sui materiali silicei. Ma a cosa serve l’eco-aerogel? «Attualmente nel mondo nano-foams o aerogels di silice (e quindi ottenuti estraendo sabbia da mari e fiumi, n.d.r.), sono impiegati per studi scientifici e particolari applicazioni tecnologiche, ad esempio come materiali intrappolatori/assorbitori di particelle, a bassa costante dielettrica, isolante ad alta capacità, catalizzatore, per sensori di umidità e di ultrasuoni. E’ il caso della Nasa, che li ha utilizzati come materiali isolanti per gli Shuttle», spiega la Grandi. Altre applicazioni diffuse sono quelle per l’isolamento elettrico o per l’edilizia. In cosa consiste l’innovazione messa a punto da Nam? «A partire dalla cenere della lolla del riso, un materiale di scarto ottenuto dopo il trattamento nei termovalorizzatori, siamo riusciti a identificare un processo innovativo ed ecologico per produrre aerogel, mantenendo le medesime alte prestazioni di quello convenzionale, prodotto e distribuito da multinazionali della chimica. Il nostro eco-aerogel può essere fornito puro, sotto forma di polvere oppure in granuli, e trova la sua principale applicazione nel settore dell’isolamento termico e, per la sua altissima resistenza al calore, anche come materiale antincendio. In più si evita il ricorso al silicio e quindi il prelievo di sabbia». Infatti, la principale applicazione in fase di messa a punto è la produzione di un aerogel con caratteristiche di resistenza al fuoco fino ad almeno 1000°C, cosa che al momento lo rende unico nel mercato. Il piano di Nam prevede la realizzazione entro il 2015 del primo impianto pilota, con un investimento da 250 mila euro: «E’ uno step decisivo per ottimizzare il processo di trasformazione della cenere in aerogel e cominciare a industrializzare il prodotto, per lanciarlo sul mercato dal 2016».

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