MILANO – La formazione continua può rappresentare la leva strategica per lo sviluppo e l’internazionalizzazione del settore agroalimentare. Ne è convinto il 61% di imprenditori, dipendenti, quadri, liberi professionisti, consulenti e rappresentanti di associazioni datoriali raggiunti dal sondaggio “Coltivare l’eccellenza. La strategia della formazione per l’agroalimentare italiano”, realizzato dal fondo paritetico Fonditalia in collaborazione con ExpoTraining ed ExpoLavoro & Sicurezza, la fiera della formazione patrocinata da Expo 2015 e Fiera Milano. I risultati del sondaggio rivelano che per il 96% degli intervistati l’aggiornamento tecnico e l’incremento delle competenze specifiche possono fare la differenza nello sviluppo e nella competitività delle imprese del comparto all’interno dei mercati nazionali ed internazionali. Un dato importante che sottolinea, una domanda crescente nonostante i problemi strutturali del settore, come l’estrema frammentazione delle aziende che ne limita anche la competitività. Il 55% ritiene, inoltre, che il peso del comparto agroalimentare sia pari ad un terzo del complessivo scenario produttivo italiano, mentre il 57% di essi concorda nel dichiarare che si tratta di un settore in pieno sviluppo o che abbia ancora possibilità di crescita anche se solo all’estero (30% degli intervistati). La formazione continua nel settore agroalimentare sarebbe in grado, per il 26% degli intervistati, di aumentare la produttività tra il 10 e il 20%. Inoltre il 75% dichiara che la formazione dei dipendenti del settore dovrebbe basarsi su modelli produttivi sostenibili. Infine, il giudizio sull’Expo: per il 75% l’Esposizione universale è un’ottima opportunità per rilanciare il settore e per sensibilizzare gli attori ad intraprendere scelte oculate per una ripresa stabile e duratura. «Delle 69mila imprese che ad oggi hanno aderito a Fonditalia, il 25% opera nella filiera agroalimentare», ha spiegato Francesco Franco, presidente Fonditalia. «Si tratta quindi di comparti in cui la formazione dei lavoratori è sentita come necessaria e in grado di fare la differenza». «L’85% degli intervistati ritiene che possa essere vantaggioso per le imprese usufruire dei supporti dei fondi interprofessionali, il cui compito è facilitare quanto più possibile le procedure di accesso ai finanziamenti per le aziende», ha aggiunto Egidio Sangue, vicepresidente e direttore di Fonditalia.
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