MILANO – Secondo l’ultima rilevazione di maggio, l’indice Ifiit risale leggermente e torna a superare la quota dei 30 punti (30,30), restando comunque sui livelli storicamente più bassi della fiducia imprenditoriale verso gli investimenti in innovazione tecnologica.? La propensione ad investire in nuovi e più sofisticati processi produttivi, ma anche nell’acquisizione di nuova tecnologia per affrontare i mercati, si rileva di alto livello soprattutto nelle aziende tipicamente orientate all’esportazione e alla internazionalizzazione delle attività. Restano deboli e in taluni casi peggiorano il loro consensus le imprese molto esposte sul versante del mercato interno. La contrazione dei consumi da parte delle famiglie italiane, la riduzione delle attività da parte delle imprese commerciali riducono le prospettive di crescita del settore, anche per quanto riguarda la grande distribuzione organizzata, con ripercussioni sulle filiere della logistica e della comunicazione pubblicitaria. Restano su posizioni stabili i settori della meccanica, del tessile-abbigliamento, dell’agro-alimentare e dei trasporti. Si mantengono su livelli elevati i comparti del lusso, della nautica, della chimico-farmaceutica e della meccatronica. Sempre molto depressi il settore dell’edilizia e delle costruzioni, con qualche isolato caso di propensione più elevata. Incombe nell’immaginario collettivo di una buona parte degli imprenditori il rincaro dell’Iva, che a luglio salirà al 23%. Prosegue la differenziazione tra aree geografiche del Paese in merito alla presenza di aziende fortemente orientate all’innovazione tecnologica. La posizione di primato resta alla Lombardia, seguita da Triveneto e Emilia-Romagna. Su scala di gran lunga inferiore il Meridione e le Isole, con qualche eccellenza a macchia di leopardo.
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