INDICE IFIIT: in calo a settembre la propensione agli investimenti in innovazione tecnologica

E’ in calo la propensione delle imprese a investire in innovazione tecnologica: tra agosto e settembre l’Indice Ifiit è sceso ulteriormente, di oltre un punto, e da 32,70 si colloca a 31,20, verso i minimi di sempre. A pesare sull’umore degli imprenditori il clima incerto dell’economia internazionale ed europea, oltre ai segnali di rallentamento dell’attività in Italia. Anche il turismo segnala una battuta d’arresto, mentre si infittiscono le difficoltà per alcuni settori come l’edilizia, il commercio al dettaglio, le agenzie di servizi e il noleggio delle auto. I comparti dove si registrano i più alti livelli di propensione verso gli investimenti in innovazione sono quelli della meccanica fine, delle alte tecnologie, della farmaceutica e del settore energetico. Il valore medio dell’indice allinea intorno a sé alcuni settori come l’agroalimentare, la grande distribuzione organizzata, il lusso e i trasporti. Segnalano una propensione agli investimenti più bassa del valore medio dell’indice i settori dei servizi, del commercio al dettaglio e, soprattutto, dell’edilizia residenziale e lavorativa. In sostanza si conferma quanto già evidenziato nel report del mese precedente. In Italia si sta consolidando l’ “internal innovation divide”, lo scarto tra la propensione a investire da parte delle industrie e delle società più innovative e le altre meno efficienti. Questo gap si sta allungando, mettendo a rischio la tenuta delle piccole realtà non agganciate a filiere e di scarsa attrattiva. Molte imprese che hanno internazionalizzato la loro attività si rivolgono ora a fornitori esteri creando di fatto un indotto internazionale diffuso ed esteso. Ciò indebolisce le filiere distrettuali interne, che trovano sempre più difficoltà a ricollocarsi e a trovare nuove commesse. Il fenomeno si evidenzia soprattutto nel comparto automobilistico e nelle sue diramazioni territoriali: il nord ovest e alcune parti del Meridione. Ma ciò accade anche per i distretti tessili e per quello orafo. Sul tema del digital divide il sentiment resta immutato. Con qualche segnale di miglioramento nelle regioni del nord est, nel Lazio e nella Lombardia. Per quanto riguarda le aree geografiche, resta elevata la propensione a investire in Lombardia e in ampie zone del nord est. Resta stabile su posizioni alte in Emilia Romagna e nelle Marche. Stabile anche in Toscana, mentre la fiducia scivola nel nord ovest e in gran parte del centro sud. In lieve peggioramento in alcune aree nel Meridione, tipicamente le isole.

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