La carica delle trenta pmi italiane alla conquista dei Balcani

PLOVDIV – Anche quest’anno, come ormai avviene da 68 edizioni, l’Italia si è presentata compatta alla Fiera tecnica internazionale di Plovdiv, in Bulgaria. Sono state in totale 30 le piccole e medie imprese protagoniste della collettiva tricolore organizzata dall’Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese), accolte dal primo ministro bulgaro Boyko Borisov, dal ministro dell’Economia Delian Dobrev e dall’Ambasciatore d’Italia in Bulgaria, Marco Conticelli. Trenta imprese – e quella italiana è la compagine più numerosa – di cui il 70% giunte sulla piazza bulgara per la prima volta. C’erano sono imprese di ogni settore: dalla Adventure Car Racing di Maranello (Modena) alla Agromeccanica (costruzioni meccaniche per l’industria agroalimentare) di Salerno; dalla Elettro 2 Energie Rinnovabili & General Contractor di Cambiano (Torino) alla Esperia elettrificazioni, costruzioni e servizi di Cosenza; dalla RG Italia Production (azienda leader nella produzione di impianti di affinamento per acqua potabile ad uso domestico) di Lonate Pozzolo (Varese) alla Rete Exon Centauri di Bari, del distretto pugliese delle energie rinnovabili. Tanto per citarne alcune, ma l’elenco è lungo. Imprese che, con impegno e coraggio, sanno guardare oltre la difficile recessione in atto. La rassegna (nata nel 1892, e l’Italia era già presente) rappresenta l’evento più importante per le tecnologie e i beni di investimento non solo della Bulgaria, ma dell’intera area dei Balcani. E’ dedicata ai settori dell’ingegneria meccanica, delle macchine e attrezzature industriali, attrezzature per officine e ricambi per i mezzi di trasporto, elettronica ed elettrotecnica, tecnologie e attrezzature per il settore Ict e per ufficio, energia e protezione dell’ambiente, edilizia e costruzioni, chimica e autovetture. Un’importante vetrina per le tecnologie “made in Italy” che, nell’edizione dello scorso anno, ha prodotto un interscambio complessivo bilaterale del valore di 3,4 miliardi di euro. La vetrina di un mercato che è ancora in buona parte da esplorare. E che, con l’ingresso della Bulgaria nell’Unione europea, ha avuto un notevole balzo in avanti anche per l’Italia, quarto partner economico, dopo Germania, Russia e Romania. I settori più rilevanti dell’export italiano verso la Bulgaria restano la meccanica, il tessile-abbigliamento-moda e l’agroalimentare. Opportunità commerciali ed interessanti margini di crescita presentano anche l’ecologia (ciclo delle acque e dei rifiuti, nonché l’energia rinnovabile, con particolare riferimento alla biomassa e alla geotermia), ma anche la gestione del territorio, il restauro architettonico-urbanistico e storico-archeologico. Nel 2011, sul fronte delle vendite italiane verso la Bulgaria, si è registrata una netta ripresa del tessile (252 milioni di euro, il 20,5% in più), che tuttora precede la meccanica tra le nostre forniture alla Bulgaria. Quest’ultima, del resto, segna un aumento dell’export di quasi il 16% distribuito tra i vari tipi di macchinari, con cifre davvero interessanti: per le macchine dell’industria alimentare si raggiungono incrementi addirittura del 91,3%, con 23,2 milioni di euro. Altro dato interessante, il consistente aumento delle esportazioni di macchine per l’industria della carta e dell’imballaggio che ha segnato +352%. Sono solo alcuni dati, ma sono significativi e rendono bene l’idea di un mercato in continua espansione, in cui la produzione tecnologica italiana può trovare grandi soddisfazioni.

Ci.Emme.

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