OSSERVATORIO MECSPE: Innovazione e formazione spingono le pmi della meccanica e della subfornitura

MILANO – Un comparto strategico per l’industria manifatturiera italiana. Sono le imprese della meccanica e della subfornitura del nostro Paese da cui emergono segnali positivi per quanto riguarda le performance aziendali, soprattutto da chi investe in innovazione (l’82,2%) e in formazione (l’89,8%). Oltre un imprenditore su due (51,5%) è infatti ampiamente soddisfatto dell’andamento attuale della propria impresa e il 51,1% ipotizza nei prossimi tre anni una crescita a livello generale del settore. Un clima positivo che parte dalla chiusura dell’esercizio del 2014 rispetto a tre anni fa: ben il 51% ha registrato un incremento dei fatturati – in netto miglioramento rispetto alla rilevazione dello scorso anno – e il 62,1% ha mantenuto il livello occupazionale invariato. Solo l’11,1% ha dovuto ridurre l’organico. Anche le previsioni per l’anno in corso seguono questo percorso di crescita, con quasi la metà delle aziende (46,2%) che prospetta un incremento dei fatturati e solo il 7,2% un calo. Una crescita che si riflette anche sul portfolio ordini attuale, che permette di sostenere le esigenze finanziarie di circa due terzi del campione (65,6%) e sulla liquidità aziendale, giudicata sufficiente o buona dall’86,6%. Questa la fotografia delle imprese del comparto italiano della meccanica e della subfornitura scattata dall’Osservatorio Mecspe realizzato da Senaf in vista di Mecspe, la fiera internazionale delle tecnologie per l’innovazione (Fiere di Parma, 26 -28 marzo 2015). «Le imprese della meccanica e della subfornitura credono fortemente nella ripresa del settore e dall’Osservatorio Mecspe emergono indicazioni importanti per il loro sostegno nel percorso di sviluppo», commenta Emilio Bianchi, direttore di Senaf . «Le aziende crescono, investono e hanno fiducia nel mercato, ma sono quelle che hanno puntato sull’innovazione e sulla formazione ad aver ottenuto le migliori performance aziendali. Asset, insieme all’internazionalizzazione, che possono fare la differenza migliorando significativamente la competitività delle nostre imprese. Per quanto riguarda l’export, quasi 8 aziende su 10 (78,2%) dichiarano di esportare i propri prodotti e servizi, con un’incidenza variabile.  Se il 31,3% dichiara di realizzare all’estero meno del 10% del proprio fatturato, c’è comunque un 20,4% che supera il 46%. Chi esporta punta prevalentemente verso gli Stati dell’Europa Centro-Occidentale (79,6%), seguiti da quelli dell’Europa dell’Est (36,1%) e del Nord America (23,6%). «Le imprese hanno colto le opportunità provenienti dai mercati esteri ma è necessario crescere di dimensioni per essere competitive», prosegue Bianchi. «Spesso questo richiede ingenti sforzi sia economici sia organizzativi e per questo le aziende del comparto della meccanica e della subfornitura, che impiegano in prevalenza meno di 50 dipendenti, devono trovare soluzioni alternative. Tra queste le reti d’impresa, che permetterebbero di presentarsi al mercato in maniera aggregata mantenendo comunque la propria identità aziendale. Uno strumento utilizzato attualmente solo dall’11% degli imprenditori, ma che trova il giudizio positivo di quasi due terzi delle aziende».

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