SENAGO – Si avviano a festeggiare i primi trentacinque anni di attività, le officine meccaniche dell’area nord-milanese riunite nel Comarp, il Consorzio Milanese Artigiani di Produzione: «Siamo nati nel 1980 con la mission di proporci come unico interlocutore per la realizzazione di commesse complesse, che prevedono non solo la realizzazione di particolari meccanici, ma anche la possibilità di progettare gli stessi partendo dalla richiesta del cliente e gestendo l’intero iter produttivo, fino alla logistica», spiega Maurizio Cerrato, nuovo responsabile commerciale della rete cui aderiscono 14 imprese, con un’occupazione complessiva di circa una novantina di addetti e un fatturato consortile di 1,5 milioni di euro. La commessa più recente e più importante, per un’importante multinazionale, racconta della elevata specializzazione di Comarp nel settore oil & gas: «La produzione di componenti per raccordi, giunti rotanti e pompe di grandi impianti petrolchimici ha fatto crescere la nostra attività. Abbiamo anche clienti in segmenti di nicchia, come ad esempio le macchine per il vetro e per l’ottica, gli impianti di lavaggio industriale, il packaging, lo stampaggio delle gomme, i filtri di depurazione». Punto di forza produttivo di Comarp è la tecnologia del riporto ceramico o in carburo, con cui è possibile trattare i metalli per aumentarne le caratteristiche di resistenza all’usura e alle aggressioni acide: «E’ il fiore all’occhiello di una complessità organizzativa che consente di gestire processi di filiera e integrare le lavorazioni tipiche della meccanica quali dentatura, fresatura, alesatura, rettifica, tranciatura, tornitura, carpenteria e trattamenti di protezione superficiale. La piattaforma informatica E-Hub, creata appositamente per Comarp da Fondazione Politecnico di Milano, ci permette di ottimizzare i tempi di gestione degli ordinativi tra le diverse lavorazioni e garantisce al cliente un aggiornamento in tempo reale sulla propria commessa». L’attività di Comarp, fino a oggi sviluppata prevalentemente sul mercato italiano, ma con clienti che operano all’estero, comincia ad aprirsi all’internazionalizzazione: «Grazie ai finanziamenti del bando Gate abbiamo potuto acquisire le competenze di un export manager per avviare un’attività di penetrazione sui mercati di lingua tedesca, con l’obiettivo di individuare partner locali e avere una testa di ponte tecnico-commerciale sul posto».
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