Premiate 90 pmi meccaniche che hanno investito in formazione

MILANO – “Dal dire al fare. Premio imprese di successo 2011”: novanta casi di successo, novanta imprese, novanta imprenditori di piccole e medie imprese meccaniche vogliono raccontare e condividere come hanno affrontato la crisi e migliorato le proprie performance aziendali. Alla seconda edizione, la manifestazione promossa da AssoMec, l’organizzazione che opera per il successo durevole dell’industria italiana, presenta un quadro aggiornato e sorprendente dell’Italia produttiva che non vuole cedere alla crisi. L’evento è ospitato da Anima, la Federazione confindustriale che rappresenta le imprese meccaniche nazionali. “Il mio riconoscimento va a tutti gli imprenditori che hanno scelto di aumentare la qualità e l’innovazione per restare su un mercato ancora in recessione”, i saluti di Sandro Bonomi, presidente di Anima. Barbara Pigoli, presidente di AssoMec, illustra il contesto “delle oltre cinquemila imprese meccaniche coinvolte, tra le quali solo il 4,5% gestisce un piano organico di riqualificazione e sviluppo (201 imprese). Il settore manifatturiero risulta fortemente penalizzato in materia di formazione finanziata rispetto agli altri settori economici (poco più del 24% contro una media di quasi il 90%). Ulteriore condizione di svantaggio è data dal dimensionamento aziendale: le piccole imprese hanno un quinto delle possibilità rispetto alle grandi imprese di mettere in atto concreti piani di riqualificazione”. Dai dati poco confortanti si evidenzia un accesso alla formazione limitato da fattori dimensionali e settoriali. “Il problema – aggiunge la Pigoli – è di carattere strutturale: la governance del sistema formativo italiano è disgregata e ancora fortemente sbilanciata sull’offerta e non sulla domanda del sistema produttivo. Se l’offerta di servizi viene calata dall’alto, non può aderire ai reali bisogni di imprenditori e lavoratori, ed è normale che non produca impatti concreti. Occorre migliorare la partecipazione bilaterale anche e soprattutto nell’utilizzo dei finanziamenti per la formazione. Basta convegni per pochi eletti in cui vengono impartite ricette applicabili solo alle grandi imprese. E’ ora di dare voce alle pmi, il tessuto imprenditoriale sano dell’economia italiana”.. In sala numerosi sindacalisti confermano che ci sono contesti in cui la vecchia logica conflittuale di interessi distributivi opposti si può trasformare in concreta cooperazione per lo sviluppo. La parola alle imprese premiate: colpisce la concretezza degli interventi e i dati sono sorprendenti. Esempi di eccellenza e di cooperazione, innovazione tecnologica, maggiore collaborazione da parte dei lavoratori coinvolti nei piani di riqualificazione, riduzione degli infortuni per le imprese che hanno fatto formazione sulla sicurezza, aumento del fatturato per chi ha riqualificato la rete vendita.

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