RETI D’IMPRESA: già 380 le aggregazioni tra pmi in Lombardia

MILANO – In Lombardia sono presenti 380 aziende che fanno già parte di una rete d’impresa, il 23,2% del totale nazionale; lo rivela un’indagine della Camera di commercio di Milano attraverso Digicamere sugli imprenditori milanesi, condotta a maggio 2012. Milano prima con 91 imprese (23,9% del totale lombardo e il 5,5% di quello italiano), seguita da Brescia e Lecco con 68 (17,9%) e Bergamo e Monza-Brianza con 47 (12,4%). La maggior parte delle aziende appartengono al settore dell’information technology (24%), dell’edilizia (22%), delle infrastrutture (18%), del metalmeccanico e metallurgico (12%). Il 73% delle aziende che ha già stipulato un contratto direte dichiara di aver già ottenuto dei vantaggi concreti nonostante la sua recente introduzione nel nostro ordinamento. Tra i principali vantaggi la conquista di mercati più ampi (33%) e la possibilità di un incremento dei ricavi (29%). Tra i miglioramenti proposti dalle aziende per le reti d’impresa,al primo posto con il 25% il raggiungimento di una propria soggettività giuridica, seguito al 18% dalla necessità di una minore burocrazia e dalla richiesta di agevolazioni fiscali. Circa il 45% delle reti è costituito da un numero esiguo di imprese (2 e 3), il 44% da 4 a 9 aziende e solo l’11% ha una struttura articolata su 10 o più imprese. Secondo l’indagine, oltre il 60% degli imprenditori milanesi considera le reti d’impresa un valido strumento per rendere più competitive le pmi; un imprenditore su quattro (25%) ritiene che il maggiore vantaggio per le imprese coinvolte sia la possibilità di risparmiare sui costi grazie alle economie di scala, il 23,4% invece pensa di più ad un vantaggio derivante dai maggiori finanziamenti disponibili. Se la maggior parte delle pmi milanesi ancora non fa parte di una rete d’impresa (62,9%), il 14,3% sta pensando di entrare a farne parte in un futuro prossimo. Chi invece ha già aderito alla rete riscontra un risparmio sulle materie prime grazie agli accordi presi con i fornitori (21,8%) e con i venditori (18,2%).

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