Tra arte orafa e cultura del cibo, il futuro dei giovani è nel made in Italy

MILANO – “Oro zafferano rosso melograno”: non poteva esserci un titolo più azzeccato per un evento che, nel cuore dell’Expo, ha posto sotto i riflettori quell’impareggiabile gusto del vivere tutto italiano che unisce il bello al buono. Organizzato dalla Fondazione Ghirardi – primaria agenzia formativa di Torino che gestisce una delle più prestigiose scuole orafe d’Italia e sta lavorando all’esportazione dell’oreficeria “made in Italy” in alcuni poli d’eccellenza in Cina – l’incontro condotto dal giornalista Efrem Bovo ha messo a tema la ricchezza delle scuole formative d’alta gamma, sia nel campo del lusso (oro e gioielli) sia in quello della cucina. «Si tratta di altissime qualità che, dalle mani dei maestri, passano in quelle dei giovani allievi, che a loro volta diventeranno maestri e realizzatori di prodotti e di una cultura del buon gusto apprezzata in tutto il mondo. Questo percorso ha nell’istruzione il suo fondamento e nelle risorse umane il suo valore», ha dichiarato Carlo Mora, presidente della Fondazione Ghirardi. Accompagnato in questa considerazione da Veronica Porro, direttrice della Scuola orafa Foral di Valenza, che “sforna” ogni anno decine di giovani preparati per entrare nelle grandi maison dell’industria orafa come Bulgari. Fondamentale in questo senso è il rapporto, sempre stretto e coerente, con la specificità del territorio: dei valori e delle ricchezze locali, che si trasformano in marketing territoriale e opportunità per tutte le filiere produttive, hanno parlato Erminio Renato Goria, neo eletto presidente della Camera di commercio di Asti, Paola Malaballa, presidente dell’Unione industriali astigiana, e Dario Ferrari, presidente dell’Ail (Associazione imprenditori lombardi) e di Distretto 33, consorzio d’imprese dell’area del Sempione che ha ottenuto appalti e incarichi per opere e servizi da svolgere nell’ambito di Expo. Il ruolo delle istituzioni è stato ancora una volta definito come essenziale: lo hanno ribadito il sindaco di Canelli Marco Gabusi, promotore di un’azione sinergica tra espressioni della cultura storica cittadina e nuove tendenze turistiche, e il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo, che ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione a sostenere lo sviluppo e l’innovazione di eventi tradizionali come il famoso Palio. Se il cibo inteso come emozione e piacere – con le sue pregiate espressioni legate allo zafferano e ai vini piemontesi – ha costituito il sottofondo e anche la degna conclusione della serata con il cooking show svolto allo spazio Art Design Box, anche il cibo nella sua accezione di “pane per i poveri” ha calcato la scena dell’evento. Ne hanno discusso Angela Motta, consigliere della Regione Piemonte e promotrice della prima legge regionale contro lo spreco e per il recupero degli alimenti, don Ivo Piccinini, assistente spirituale della Coldiretti di Alessandria, e Piercarlo Fabbio, membro del consiglio nazionale del Movimento cristiano lavoratori, che sta portando avanti in Africa, insieme all’associazione Cefa, l’importante progetto “Dal seme al cibo”, che consente alle famiglie di piccoli agricoltori di avviare un proprio orto e una minima possibilità di sussitenza autonoma.   

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