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UNIONCAMERE LOMBARDIA: è lenta ma progressiva la ripresa dell’industria e dell’artigianato lombardo

MILANO – Il primo trimestre del 2015 presenta dati con variazioni positive ma di modesta intensità, caratteristici di una fase di lenta ripresa. La produzione industriale lombarda cresce dello 0,4% tendenziale e dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, mentre l’artigianato sconta ancora una lieve flessione dei livelli produttivi. Gli ordini crescono dello 0,4% congiunturale sia dall’interno che dall’estero, mentre si differenziano maggiormente i risultati tendenziali con l’estero molto più dinamico (+2,5% gli ordini esteri e +0,9% gli ordini interni). Conferme positive provengono anche dal fatturato in crescita del 2,9% tendenziale e dell’1,0% congiunturale. In miglioramento le aspettative degli imprenditori per la produzione, la domanda estera e l’occupazione. Ancora stazionarie le aspettative sulla domanda interna. Si incrementano i livelli occupazionali e si riduce il ricorso alla cig. Da un punto di vista settoriale, il numero di settori in crescita (6) è quasi identico al numero di settori ancora in contrazione (7). guidano i settori in ripresa la gomma-plastica (+4,1%), i mezzi di trasporto (+2,9%), la carta-stampa (+1,5%) e la meccanica (+1,0%). con incrementi minimi si segnalano i settori della siderurgia e degli alimentari (+0,2%). ancora penalizzati dalla stagnazione dei consumi e dalla crisi dell’edilizia i settori delle pelli-calzature (-5,3%), il tessile (-3,6%), l’abbigliamento (-3,3%), il legno-mobilio (-1,5%) e i minerali non metalliferi (-1,1%). chimica e industrie varie si aggiungono ai settori negativi, ma con variazioni molto vicine allo zero (-0,3%). Nell’artigianato la maggior parte dei settori registra un calo del livello della produzione rispetto a un anno fa, con le rilevanti eccezioni della meccanica (+2,6%) e della siderurgia (+2,0%), due tra i comparti artigiani che meglio hanno resistito alla recente crisi. Il legno-mobilio, altro settore che ha evidenziato una performance superiore alla media in questi anni, conferma i livelli produttivi di inizio 2014 (+0,1%), mentre tutti gli altri comparti registrano perdite superiori al punto percentuale. Se l’alimentare contiene la diminuzione (-1,1%), contrazioni rilevanti coinvolgono tutto il sistema moda: ossia l’abbigliamento (-3,3%), il tessile (-5,0%) e le pelli-calzature (-5,7%). Continua inoltre il forte calo dei metalli non metalliferi (-12,3%) collegati al settore dell’edilizia. Il ritardo nella ripresa degli investimenti influisce negativamente sui risultati delle imprese produttrici di tali beni, che rimangono in coda alla triade della classificazione per destinazioni finali dei prodotti con una contrazione della produzione dello 0,7%. I beni di consumo rimangono in territorio positivo, e l’incremento dei livelli produttivi si avvicina al punto percentuale (+0,9%). Le imprese produttrici di beni intermedi offrono un quadro complessivo positivo, con un incremento della produzione dello 0,4%. Altre variabili dell’andamento congiunturale: il tasso d’utilizzo degli impianti rimane a quota 73,6% per l’industria riducendo la variabilità a livello settoriale, con solo i minerali non metalliferi ancora sotto al 70%. Anche per i valori massimi si registra un livellamento, con il miglior risultato fatto segnare da pelli-calzature al 78,3%. Per le aziende artigiane l’utilizzo degli impianti è fermo al 67%, ma aumenta il numero di settori oltre il 70% che ora comprende: la siderurgia (72,8%), la gomma-plastica (70,6%) e il tessile (70,0%). Le aspettative degli imprenditori industriali mostrano un generale miglioramento. Per la produzione il saldo consolida il posizionamento in territorio positivo accelerando la crescita. Rimane alta la quota degli imprenditori che non prevedono variazioni (58%). In miglioramento anche le aspettative sull’occupazione che raggiungono il punto di svolta con un saldo praticamente nullo. In questo caso è dell’81% la quota di imprenditori che non prevede variazioni nei livelli. Le aspettative sulla domanda vedono l’estero in ripresa e una domanda interna ancora negativa ma che lentamente sale verso il saldo nullo. Nel caso dell’artigianato, a fronte di aspettative sulla domanda estera positive ma in rallentamento, si segnalano le aspettative sulla produzione, occupazione e ordini interni in territorio negativo ma caratterizzati da un marcato trend crescente che le fa avvicinare sempre più al punto di svolta. Rimane consistente la quota di artigiani che prevede stabilità dei livelli pari al 54% per produzione, al 55% per la domanda interna, al 69% per la domanda estera e all’85% per l’occupazione.

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