Università e aziende italiane inaugurano un laboratorio di ricerca a Canton

CANTON – È stato inaugurato oggi a Canton il South China-Torino Collaboration Lab, il centro di ricerca applicata e collaborativa nei campi dell’ingegneria e dell’architettura, frutto della collaborazione fra il Politecnico di Torino e la South China University of Technology (Scut) che vedrà nelle relazioni con le industrie il suo punto di forza, tanto da costituire un Industrial Advisory Board (Iab) di cui fanno parte anche aziende italiane con sedi e filiali nel Guangdong: Fca, Magneti Marelli, Comau, StMicroelectronics, Luxottica, De Longhi. In occasione della cerimonia di apertura del South China-Torino Collaboration Lab, si è tenuta anche la riunione inaugurale dell’Iab, che avrà lo scopo di facilitare l’incontro tra la domanda dell’industria locale e l’offerta accademica, promuovere azioni di networking, facilitare l’inserimento lavorativo degli studenti cinesi e italiani e, in generale, fornire un contributo alla gestione del centro, per dirigerne lo sviluppo e la crescita, in particolare per quanto riguarda la cooperazione con l’industria. Il South China-Torino Collaboration Lab, che sarà ospitato all’interno dell’università cinese partner, si configura dunque come un vero e proprio presidio sul territorio per avviare e intrattenere rapporti con le imprese, le istituzioni di ricerca e gli enti governativi locali cinesi nel Guangdong, la provincia più industrializzata della Cina, capace di produrre da sola oltre il 10% del Pil dell’intera nazione;  una piattaforma multidisciplinare, in cui i partner faranno convergere le rispettive competenze, servizi e risorse per realizzare progetti comuni in una prospettiva win-win, vale a dire in una logica di condivisione delle conoscenze che favorisca tutti i partner coinvolti. Il centro opererà nei settori della automotive, meccanica, ict, architettura e progettazione urbana, per avviare attività di progettazione e consulenza, nonché partenariati su formazione, ricerca e trasferimento tecnologico. Il Politecnico di Torino gestisce altri centri di ricerca internazionali e campus dislocati all’estero  e punta sempre di più ad ampliare i confini e i rapporti internazionali anche sul fronte della ricerca e del trasferimento tecnologico. Ha scelto ora di insediarsi in una delle province cinesi tradizionalmente più aperte agli scambi con l’Occidente che negli ultimi decenni è diventata base privilegiata di aziende e stabilimenti stranieri,  grazie a una politica fiscale mirata all’attrazione di capitali lanciata dal governo centrale e alla creazione di 9 “Economic and Technological Development Zones”.

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