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Telefono Arancione, un anno ben speso a salvare imprenditori in crisi

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Oltre cinquanta casi gestiti, con il coinvolgimento di ex-imprenditori e professionisti: l’Associazione San Giuseppe Imprenditore ha presentato il bilancio di un anno di attività del Telefono Arancione e ha lanciato due progetti per una nuova cultura della buona imprenditorialità, avviando una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Buonacausa.org e promuovendo la realizzazione del film “Cerchi di luce” 

ASTI – Dalle terre del Monferrato si alza forte il grido di orgoglio e fede delle centinaia di imprenditori che animano la vita dell’Associazione San Giuseppe Imprenditore, fondata e presieduta da Lorenzo Orsenigo, ex-imprenditore obbligato al concordato per tutelare i suoi 180 dipendenti: «Con il Telefono Arancione stiamo aiutando decine di titolari d’azienda ad affrontare il dramma della crisi e del fallimento, cercando di salvaguardare la loro dimensione umana e morale e possibilmente anche il patrimonio personale. E’ ora che anche le istituzioni, a cominciare dalla Chiesa cattolica, prendano in considerazione l’esperienza a volte, purtroppo, tragica di persone che hanno investito tutto nella loro attività imprenditoriale, in modo onesto e spesso coinvolgendo tutta la famiglia, e che si trovano a fare i conti con situazioni senza via di uscita, in solitudine e dimenticati da tutti».

Il bilancio del Telefono Arancione, servizio nazionale non profit di ascolto e aiuto agli imprenditori in crisi, avviato a giugno 2016 e gestito da ex-imprenditori e professionisti volontari supportati dagli operatori del call center specializzato di Phonetica, è stato presentato nell’ambito della Festa di San Giuseppe, organizzata dalla Congregazione degli Oblati di San Giuseppe Marello. Oltre duecento chiamate ricevute, una cinquantina di casi presi in carico e seguiti per risolvere le situazioni più critiche e individuare soluzioni tecniche in grado di tutelare le persone e aggregare ex-imprenditori per dar vita a nuove idee d’impresa.

Dall’attività del Telefono Arancione è nato un nuovo progetto, che sarà lanciato a Milano il prossimo 30 marzo presso il centro per l’innovazione industriale Corefab: l’Accademia di San Giuseppe. «Oggi il 23% dei leader di aziende familiari, che costituiscono la stragrande maggioranza delle imprese italiane, ha più di 70 anni e deve affrontare il tema della successione aziendale nei prossimi 5 anni», spiega Sandro Feole, commercialista e responsabile dello staff di professionisti volontari che gestiscono la fase tecnico-giuridica del Telefono Arancione. «L’Accademia nasce per la trasmissione di valori e metodi fondati su forme di buona imprenditoria, nonché per contribuire alla analisi, gestione e definizione del passaggio generazionale, al fine di dare nuova linfa a un’ampia parte del tessuto imprenditoriale italiano, promuovendo attività culturali e formative».

La seconda novità è il Premio San Giuseppe Imprenditore, che sarà assegnato nel 2018 e per la prima volta riconoscerà il merito sia dell’imprenditore sia dei suoi dipendenti e collaboratori, proprio per premiare tutti coloro che contribuiscono al successo di un’azienda. Dei criteri con cui saranno selezionate le imprese candidate al premio ha parlato il professor Oreste Bazzichi, docente di Filosofia sociale ed etica economica alla Pontificia Facoltà San Bonaventura Seraphicum di Roma e presidente della giuria, di cui fanno parte tra gli altri l’ex leader della Uil Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione Bruno Buozzi, e Adriano Tomba, segretario generale della Fondazione Cattolica Assicurazioni: «Cerchiamo imprese in cui coesistano almeno tre fattori di crescita e sviluppo in senso etico: un alto senso civico, che significa collaborazione e condivisione di valori tra le persone; rispetto dell’ambiente, iniziando da dove si vive e si lavora; responsabilità, ovvero essere “abile” a “rispondere” alle conseguenze delle proprie azioni».

Tra le attività promosse dall’associazione spicca quella culturale, come spiega Paolo Goglio, coordinatore dell’area di intervento psicologico del Telefono Arancione: «Abbiamo dato vita a una linea editoriale per pubblicare una serie di volumi già disponibili sia in formato cartaceo che elettronico, tra cui la nuova edizione del libro di Orsenigo “Rabbi. La Buona imprenditoria nei Vangeli”, sulle principali piattaforme internazionali tra cui Mondadori, Feltrinelli, IBS, Amazon. Inoltre stiamo completando la produzione del nostro primo film, “Cerchi di luce”, che sarà a breve distribuito nelle sale cinematografiche, con l’obiettivo di creare eventi di promozione dell’associazione».

ASSOGOMMA: Premiate le eccellenze innovative e le aziende storiche della gomma

MILANO – Si è svolto ieri sera presso il Mercedes-Benz Center di Milano l’evento celebrativo per i 70 anni di Assogomma, l’associazione che rappresenta le aziende italiane che producono articoli in gomma: un settore che vale 5,5 miliardi di euro con una produzione annua di oltre 700mila tonnellate ed esportazioni per 5 miliardi. Presenti 270 partecipanti tra imprenditori, giornalisti e ospiti internazionali e istituzionali, la serata si è aperta con il saluto del presidente di Assogomma Marta Spinelli e il riconoscimento consegnato alle tante aziende storiche del settore, a cui è seguito il riconoscimento assegnato alla filiera rappresentata dal Cerisie, dalla storica rivista “L’industria della gomma” e da Ecopneus. Anche l’Associazione dei produttori di macchine è stata protagonista della serata, con il Presidente di Assocomaplast Alessandro Grassi sul palco, a consegnare il premio in qualità di aziende storiche alla Comerio Ercole, alla Rodolfo Comerio e alla Pomini Rubber & Plastics. l’Italia infatti, oltre che per i prodotti finiti, è leader mondiale nel mercato dei macchinari che le aziende esportano in tutto il mondo e sono apprezzate ovunque per tecnologia, affidabilità e qualità. Il cuore della serata è stata l’assegnazione degli Awards della Gomma, a cui potevano concorrere tutte le aziende trasformatrici associate. Cinque i temi – made in Italy, sostenibilità, internazionalità, sicurezza e innovazione tecnologica – e 15 le aziende premiate, che rappresentano l’eccellenza del settore nelle rispettive categorie: dai pneumatici ai tubi, dagli articoli in lattice per il settore sanitario ai prodotti tecnici per l’automotive e non solo. A chiudere la serata un omaggio alla IVG Colbachini in occasione del 270 anniversario della fondazione e il ringraziamento ai soci fondatori che ancora oggi fanno parte di Assogomma. La serata è stata un inno corale ad un materiale unico, strategico e insostituibile che trae origine da una pianta e che solo a metà del secolo scorso è stato possibile riprodurre sinteticamente, grazie anche a quella che oggi è la Versalis, che ha ricevuto per questo suo ruolo un riconoscimento dall’associazione. Oggi molte applicazioni sono ancora in gomma naturale. Dove è necessaria elasticità, tenuta alle altissime e bassissime temperature, capacità isolante e aderenza, l’unico materiale possibile è la gomma: persino il primo passo sulla luna non sarebbe stato possibile senza le suole in gomma!

ITALIA STARTUP: in tre anni il venture capital per le nuove imprese passerà da 100 milioni a 1 miliardo di euro

MILANO – Italia Startup, l’associazione che aggrega e rappresenta l’ecosistema start up italiano, ha definito il piano strategico del triennio e affidato le deleghe operative per poterlo realizzare. L’obiettivo di fondo è ambizioso: passare in 3 anni da un investimento complessivo attuale in capitale di rischio che si aggira intorno ai 100 milioni, a un investimento nel 2018 pari a 1 miliardo di euro, agendo contemporaneamente su tre leve fondamentali. La prima è promuovere e facilitare la creazione di un vivace mercato dell’innovazione attraverso la proposizione e la richiesta continua ai decisori pubblici di misure, anche fiscali, volte a favorire l’assunzione di rischio da parte degli investitori e con la promozione all’adozione di modelli di innovazione aperta, facendo incontrare imprese e industrie consolidate con le startup innovative per lo sviluppo delle acquisizioni di start up e dei loro servizi e prodotti. La seconda riguarda il consolidamento della conoscenza nel mercato italiano delle start up e il suo posizionamento internazionale, facilitando la dinamica d’incontro dell’offerta e della domanda di innovazione e la ricerca di vantaggi competitivi sostenibili. Terza chiave è la diffusione della cultura della crescita attraverso l’innovazione imprenditoriale a tutti i livelli, per abbracciare le opportunità che essa è in grado di portare in ogni settore e consentire la creazione e lo sviluppo consistente di nuove imprese innovative, oltre che il rinnovamento continuo delle imprese mature, in particolare di quelle del made in Italy. Per raggiungere questo importante traguardo, è nata la squadra operativa di Italia Start up, ovvero il comitato esecutivo che affiancherà il presidente Marco Bicocchi Pichi nello sviluppo del programma associativo e che annovera Anna Amati, Alvise Biffi, David Casalini, Pierantonio Macola, .Cesare Maifredi, Andrea Monti e Marco Villa.

CFI: l’alleanza delle centrali cooperative ha generato quasi mezzo miliardo di euro di capitale nelle imprese

ROMA – «Trent’anni di lavoro ricreato sul territorio. è quanto ha fatto la legge Marcora grazie alla quale sono rinate imprese capaci di stare sul mercato, in grado di resistere anche negli anni più duri della crisi». Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, intervenendo al convegno “Quando il lavoro si riprende il lavoro”, a Palazzo della Cooperazione a Roma. Secondo i dati presentati nel corso del convegno, infatti, se tra il 2007 e il 2013 il tasso di sopravvivenza delle imprese italiane è stato pari al 48,30%, per quelle con partecipazioni da parte di Cfi il dato è salito all’87,16%. Negli ultimi anni, tra il 2007 e 2013, con un capitale a disposizione di 84 milioni di euro CFI – società finanziaria promossa dalle centrali cooperative Agci, Confcooperative e Legacoop che sostiene l’imprenditorialità cooperativa investendo nel capitale delle imprese – ha generato 473 milioni, con un ritorno economico per lo Stato fino a 6 volte il capitale impiegato, salvando e promuovendo oltre 13mila posti di lavoro con un investimento medio per addetto di 13.200 euro. In totale, il 41% degli investimenti è stato realizzato al Sud, il 31% al Centro e il 28% al Nord, quadruplicando tra il 2013 e il 2014 le risorse messe a disposizione per le operazioni di workers buy out. «Un nuovo modo di guardare al lavoro a partire dalla migliore tradizione industriale italiana cogliendone le potenzialità innovative», ha evidenziato il sottosegretario De Vincenti. «Uno strumento efficace perché non basato sull’assistenzialismo, ma sulla promozione dell’imprenditorialità fondata sulla partecipazione, aiutando il Paese a rimettersi in piedi con le proprie risorse». «La trentennale esperienza della Legge Marcora – ha dichiarato il presidente dell’Alleanza, Rosario Altieri, aprendo i lavori – dimostra la validità di questo strumento, la cui gestione è affidata a CFI, struttura unitaria sin dalle origini in quanto costituita per iniziativa delle tre Centrali cooperative oggi riunite nell’Alleanza. I risultati registrati nel tempo evidenziano l’efficacia degli interventi attuati e l’ampliamento della platea dei beneficiari, oltre che delle fattispecie per le quali è possibile ricorrere al Fondo rotativo, ha opportunamente consentito di agire sul doppio binario, da un lato, del recupero delle imprese in crisi e, dall’altro, del supporto ai progetti strategici di sviluppo, consolidamento e riposizionamento di quelle esistenti. È quindi evidente – ha concluso Altieri – quanto la Legge Marcora sia stata finora importante per il movimento cooperativo e quanto, forse ancor più, possa esserlo nell’attuale contesto, nel quale la perdurante crisi rende più frequenti i casi di cessazione d’azienda – con le conseguenti iniziative volte alla salvaguardia dell’occupazione attraverso le operazioni di workers buy out – e più pressanti le esigenze di rilancio competitivo delle realtà più solide».

ASSOCOMAPLAST: nuovo presidente e dati di mercato in crescita per la filiera plastica e gomma

MILANO – Si è svolta a metà giugno, presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, l’annuale assemblea dei soci Assocomaplast – l’associazione nazionale di categoria, aderente a Confindustria, che raggruppa circa 160 costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma. In tale occasione, è stato eletto nuovo presidente per il biennio 2015-2017 Alessandro Grassi, amministratore delegato di Frigosystem, che ha a sua volta nominato vicepresidente dell’associazione Andrea Franceschetti, direttore vendite international di Gefran. A seguire si è tenuta la parte pubblica dell’assemblea Assocomaplast congiuntamente a quella di Federazione Gomma Plastica, l’associazione che rappresenta i produttori di manufatti in plastica e gomma. Il primo intervento è stato quello di Carlo Calenda, viceministro del ministero dello Sviluppo Economico, che ha sottolineato come il comparto gomma-plastica svolga un ruolo fondamentale nell’economia italiana e come la politica stia supportando, con le sovvenzioni del piano Made in Italy, le industrie e la loro internazionalizzazione, anche attraverso la fiera di settore Plast. Presente Marco Fortis, economista e vicepresidente di Fondazione Edison, che ha presentato un’analisi dello scenario economico italiano con focus sulla filiera della gomma plastica. Fortis ha indicato come diversi siano i segnali in base ai quali è lecito guardare al 2015 con (cauto) ottimismo. A prescindere dal recente miglioramento dei dati macroeconomici – crescita del PIL dello 0,3% nel primo trimestre 2015, euro debole nei confronti del dollaro e diminuito costo del petrolio – è possibile affermare, seppur con una certa prudenza, che si registrano segnali di ripresa sul mercato italiano della trasformazione. Segnali al momento ancora timidi ma che si spera possano rafforzarsi nella seconda parte dell’anno. Le statistiche import-export di fonte Istat relative al primo trimestre 2015 evidenziano infatti una progressione delle importazioni di ben 15 punti percentuali e delle esportazioni nell’ordine dei 5, in primo luogo grazie alle aumentate forniture alla Germania (da sempre primo mercato di sbocco per i costruttori italiani), alla Spagna (che su più fronti dimostra una ripresa) e Brasile, tradizionale Paese di destinazione del Made in Italy settoriale che nei trimestri precedenti aveva purtroppo mostrato un rallentamento preoccupante. Sul fronte export, pur permanendo diverse situazioni critiche o potenzialmente destabilizzanti, sia a livello politico sia economico (per esempio, in Russia, Iran, Grecia, Sudamerica ecc.), si assiste a un rafforzamento dell’economia statunitense e tedesca, a una stabilizzazione di quella cinese, fattori che potrebbero influenzare positivamente anche l’industria italiana delle macchine per materie plastiche e gomma. Il presidente Assocomaplast uscente Giorgio Colombo ha fornito un quadro sull’andamento del settore con i dati 2015 già citati e ha sottolineato ancora una volta come il 2014 sia stato un anno di sostanziale ripresa per l’industria italiana delle macchine per materie plastiche e gomma, con una produzione stimata a 4 miliardi di euro (+2,6% rispetto al 2013) ed esportazioni in crescita del 5% (fino a 2,68 miliardi). «Il risultato messo a segno lo scorso anno sul fronte delle vendite all’estero – che rappresentano mediamente oltre il 70% del fatturato e fino al 90% per alcune realtà – ha dichiarato Colombo – è stato seguito da segnali positivi per quanto concerne il mercato interno. Infatti, le più recenti rilevazioni congiunturali svolte dal Centro Studi Assocomaplast mostrano una ripresa dei livelli di produzione per le aziende trasformatrici italiane e un miglioramento del portafogli ordini per i costruttori di macchinari, sia a livello di consuntivo sia di previsione a 3-4 mesi. Anche a livello occupazionale, si assiste finalmente a un’inversione di tendenza, con un superamento pressoché totale del ricorso alla cassa integrazione e, anzi, la ricerca di nuova forza lavoro».

ITALIA START UP: Nasce il portale dedicato ai finanziamenti pubblici per le imprese giovani

BOLOGNA – L’ecosistema italiano delle startup è in grande fermento. Ogni giorno si iscrivono mediamente tra 4 e 5 startup innovative al registro dedicato messo a disposizione dal mondo camerale. Un segno di grande dinamismo, unito a un fattore di alto rischio tipico di realtà giovani e fragili, quali sono le nuove imprese innovative. Per questo Italia Startup, l’associazione che aggrega e rappresenta l’ecosistema delle startup italiane, e Warrant Group hanno ideato un portale interamente dedicato alle start up per l’accesso ai finanziamenti regionali, nazionali, europei: www.warrantgroup.it/startup. Il portale, oltre ad offrire news e approfondimenti dedicati, raccoglie tutti i bandi di finanziamento – selezionati per Regione – aggiornati quotidianamente e disponibili per la consultazione da parte delle startup e dei loro partner (incubatori, investitori e abilitatori) avendo la possibilità di visualizzare l’elenco di tutti quelli disponibili nell’area geografica di competenza. In Italia sono iscritte al registro dedicato oltre 4mila start up innovative, in aumento del 16,7% rispetto alla fine dello scorso anno. La Lombardia è la regione che ospita il numero maggiore di start up innovative: 876, pari al 21,8% del totale. Seguono l’Emilia-Romagna con 482, il Lazio 390, il Veneto con 298 e il Piemonte con 287. In coda alla classifica, la Basilicata con 25, il Molise con 16 e la Valle d’Aosta con 11 start up. «L’aspetto dei finanziamenti è fondamentale nella fase di avvio di una nuova impresa, considerando l’alto rischio di mortalità», afferma Fiorenzo Bellelli, presidente di Warrant Group. «Ad oggi sono disponibili moltissime opportunità di finanziamento, ma non sempre le startup sono a conoscenza dei bandi e sanno come accedervi. Il nuovo portale dedicato alle startup si pone, in questo senso, come un aiuto significativo diviso per singole regioni, con l’obiettivo di muoversi autonomamente, valutando in un secondo momento se è necessario un apporto consulenziale più approfondito. Basta pensare che le start up che non sopravvivono coincidono in molti casi con quelle che non hanno ricevuto finanziamenti». «Il già ricco pacchetto di servizi che l’associazione mette a disposizione dei suoi soci e dell’ecosistema – dice Federico Barilli, segretario generale di Italia Startup – si dota di un ulteriore, prezioso strumento a sostegno delle startup innovative e dei loro partner, cioè incubatori, investitori e abilitatori, incluse le stesse imprese mature. Il portale messo a disposizione dal nostro associato Warrant Group fornisce un cruscotto di analisi dettagliata e aggiornata dei fondi pubblici a supporto delle startup, suddiviso per regioni. Con la possibilità di attivare un supporto consulenziale agevolato in caso di accesso alle opportunità disponibili». «In Emilia-Romagna l’esperienza del portale EmiliaRomagnaStartUp, attivo da qualche anno, ha aggregato non solo le imprese innovative della regione ma ha agito da propulsore per il networking delle imprese innovative. Ad oggi sono 329 le start up iscritte al portale, che nel tempo si è arricchito di servizi dedicati come la Piattaforma FinancER, il marketplace della finanza per l’innovazione oppure il servizio di consulenza gratuita Incontra il commercialista», ha spiegato Sara Monesi, responsabile dello start up Department di Aster, il Consorzio dell’innovazione che organizza da 10 anni Research to Business. (http://www.emiliaromagnastartup.it/)

DISTRETTO 33: Un Fuori Expo a Rho per le imprese che vogliono cogliere l’ “expo-opportunità”

RHO – I comuni del patto del Nordovest, presieduto dal sindaco di Rho Pietro Romano, insieme alle aziende di Distretto 33 hanno dato vita a “Fuori Expo Rho”. Progetto di “marketing territoriale”, come lo definisce il presidente di Distretto 33 Dario Ferrari, Fuori Expo Rho permette alle imprese che non sono riuscite a ricavarsi uno spazio all’interno dell’Esposizione Universale di mettersi comunque in mostra appena fuori dai cancelli del sito espositivo. Questo lo scopo del progetto, che vuole risvegliare la capacità imprenditoriale delle aziende del territorio e sfruttare le ricadute dell’Expo milanese. «Appena Milano si è aggiudicata l’edizione del 2015, nel lontano 2008, noi rappresentanti di Distretto 33 ci siamo subito recati a Saragoza, che in quell’anno ospitava l’Expo, per vedere che cos’è effettivamente un’Expo», spiega l’architetto Ferrari. «Non volevamo che una grande opportunità come questa si riducesse al fallimento che fu la fiera di Rho – Pero, nella cui realizzazione non furono affatto coinvolti gli imprenditori della zona». Il fulcro del progetto sarà il Collegium Rhaudense dei Padri Oblati di Rho, che quest’anno compiono 300 anni. Il Collegium, insieme a immobili e capannoni sfitti disponibili in zona, ospiterà spazi espositivi per le aziende e luoghi per meeting con i clienti, ma anche alloggi, parcheggi e spazi per cucinare. Già, perché nonostante il tema di Expo 2015 sia proprio quello dell’energia e della nutrizione, e dunque anche del cibo, sarà impossibile cucinare all’interno del sito espositivo: gli alimenti andranno preparati altrove, poi trasportati e terminati sul posto. Ai visitatori della manifestazione serviranno anche strutture affidabili a cui lasciare temporaneamente i loro amici a quattro zampe. Infatti, come sappiamo, Expo non sarà “pet friendly”: nessun animale sarà gradito tra i padiglioni. Per questo Distretto 33 sta collaborando con Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali, per realizzare degli spazi di accoglienza. Le aree espositive destinate alle imprese verranno allestita sia nelle sale del Collegium Rhaudense, sia all’interno di Art Design Box, uno spazio per mostre ed eventi situato esattamente di fronte ai cancelli di Expo. Le esposizioni roteranno di mese in mese, ognuno dei quali sarà incentrato su un tema: “Territori e prodotti”, dedicato a consorzi ed enti culturali e turistici della zona, “Acqua e acque”, su fonti d’acqua e benessere, “Uva e cereali”, con un’attenzione particolare ai prodotti dedicati alle intolleranze, “Olio e oli”, dedicato sia alla cucina che ai trattamenti estetici, “Semi e radici”, con un percorso che andrà dal caffè alla soia, e “Tecnologie e materiali per il futuro”, in cui si spazierà dall’industria all’agricoltura.

CONFARTIGIANATO: un progetto per valorizzare la manifattura avanzata nell’area del dopo Expo

MILANO – Expo 2015 è vicina, ed è già il momento di pensare al futuro: in particolare al futuro dell’area Expo, un’area di 500 mila metri quadrati  collocata in un’area metropolitana strategica e ricca di infrastrutture, fisiche e digitali. «Condizioni eccezionali – ha sottolineato il presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti, incontrando il sottosegretario ai Rapporti con la Città Metropolitana e al coordinamento dei progetti speciali, Giulio Gallera – che rappresentano il terreno ideale per realizzare un’idea progettuale capace di valorizzare al meglio il sistema produttivo lombardo e  con esso tutto il territorio regionale, in una logica di lungo periodo». Il progetto proposto da Confartigianato Lombardia prevede la creazione di un «Polo del sapere, del saper fare della manifattura avanzata e del nuovo artigianato”: un ecosistema efficiente ed aperto a tutti i soggetti innovatori che veda la presenza di spazi per laboratori di ricerca applicata, per “scuole dell’artigianato” di nuova generazione, per un incubatore di startup  di micro e piccole imprese artigiane che operano nella manifattura avanzata nei diversi settori. Spazi che, nella quotidianità, favoriscano condivisione, collaborazione, contaminazione, voglia di innovazione, aggregazione tra produzioni “materiali” e “immateriali”. La proposta di Confartigianato Lombardia ha l’obiettivo di dare valore all’evoluzione in corso nel sistema produttivo regionale, che vede tra i nuovi protagonisti la manifattura avanzata, basata sulla digitalizzazione dei metodi produttivi e sull’impiego di nuovi materiali e nuovi processi e servizi, e quindi un neo-artigianato tecnologico che punta sull’integrazione tra nuove tecnologie, il saper fare e la creatività, valorizza la progettazione condivisa e percorre la strada della produzione personalizzata. «In questo scenario l’elemento distintivo è proprio il “lavoro artigiano” – ha proseguito Massetti – che nasce dal mettere insieme tecnologia e tradizione per dare senso e valore economico a prodotti altrimenti facilmente replicabili. Si tratta, di fatto, di un modo di produrre che restringe il confine tra il mondo dell’industria e quello dell’artigianato». L’evoluzione del sistema economico produttivo è stata peraltro, nel corso dell’ultimo anno, al centro di un confronto costruttivo tra le associazioni artigiane e l’assessore regionale alle Attività Produttive Mario Melazzini, che ha portato all’avvio di un percorso legislativo per la definizione di una legge sul lavoro artigiano. E proprio in questa di definizione dei contenuti del progetto di legge potrebbe inserirsi il progetto per la destinazione dell’area Expo nel post evento.

ANIE AUTOMAZIONE: quasi 500 operatori presenti al forum sulla meccatronica

Grande successo al Kilometro Rosso per la mostra-convegno sulla meccatronica ideata e promossa dal Gruppo Meccatronica di Anie Automazione con l’organizzazione di Messe Frankfurt Italia. La presenza delle principali aziende del settore, l’attualità delle tematiche scelte e l’innovativa formula con cui sono state affrontate hanno contribuito alla riuscita dell’evento che ha visto la partecipazione di 468 visitatori. Oltre all’alto livello tecnologico delle tematiche trattate il Forum è stato un momento di confronto fattivo tra realizzatori e utilizzatori di soluzioni meccatroniche e fornitori di componenti e sistemi per l’automazione avanzata. I temi principali affrontati nelle due tavole rotonde che hanno animato la giornata sono legati, da un lato, alla progettazione delle macchine in un’ottica meccatronica e, dall’altro, ai processi di produzione che devono garantire una sempre maggiore flessibilità. Secondo Sabina Cristini, presidente del Gruppo Meccatronica di Anie Automazione,  «la progettazione in un’ottica meccatronica, ovvero con un coordinamento sempre più stretto tra le componenti meccanica, elettronica ed informatica, è un fattore di competitività importante oggi per i costruttori di macchine e per gli utilizzatori finali e lo sarà sempre più in futuro, dove l’introduzione dei moderni concetti di Industrie 4.0 renderanno sempre più importante un approccio multidisciplinare a tutti i livelli della filiera industriale». Donald Wich, a.d. Messe Frankfurt Italia, ha affermato: “le numerose adesioni e il numero di visitatori che hanno partecipato a Forum Meccatronica confermano l’importanza che ha assunto negli anni l’integrazione fra meccanica, elettronica e software per la realizzazione delle macchine automatiche. Un segnale importante sia dal punto di vista tecnologico sia da quello economico perché dimostra l’attenzione delle aziende italiane nei confronti di soluzioni avanzate ad alto valore aggiunto».

ENERGY@HOME: dal 21 al 23 novembre start up in gara per la Smart Home Hackathon

Energy@home, associazione di imprese non a fine di lucro, e I3P, Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, lanciano la prima Smart Home Hackathon, una competizione fra start up e giovani innovatori sul tema della casa connessa, che si svolgerà a Torino dal 21 al 23 Novembre 2014. In un solo weekend i partecipanti potranno dare vita al prototipo della loro idea grazie alla consulenza degli esperti e alla disponibilità di prodotti pre-commerciali che verranno messi a disposizione dalle aziende dell’Associazione Energy@home: gli elettrodomestici connessi di Indesit Company; il contatore intelligente di Enel Distribuzione; l’home gateway e la piattaforma software di servizio di Telecom Italia; i sistemi di sviluppo NFC di STMicroelectronics; e i dispositivi di Flexgrid ed Urmet. Il tema è quello della Smart Home intesa come un eco-sistema di dispositivi connessi e di servizi integrati per il cliente finale. L’evento si propone di promuovere l’incontro di coloro che hanno idee e proposte con coloro che possono renderle esecutive ed operative in realtà aziendali e sarà realizzato con il sostegno delle imprese associate ad Energy@home e con la sponsorship di TopIX – Torino Piemonte Internet Exchange e Siamosoci, la prima piattaforma web per l’investimento in startup innovative. Durante i tre giorni, i partecipanti potranno proporre idee d’impresa innovative e  avranno 54 ore per lavorare alla definizione della value proposition e alla realizzazione di un prototipo della loro idea sfruttando l’integrazione con i prototipi di elettrodomestici connessi e di un contatore elettronico, che verranno resi disponibili durante l’evento, e sfruttando anche il framework Jemma, un progetto software in open source che implementa lo home gateway per la comunicazione con i dispositivi della casa. Si potranno proporre idee finalizzate a integrare ed innovare l’intero eco-sistema: dai sistemi di gestione della sicurezza e del comfort in casa, ai sistemi per l’efficienza energetica, a nuove ed efficaci modalità di intrattenimento e di engagement dell’utente, fino anche allo studio e integrazione di strategie di marketing legate alla Smart Home.

ANCE: le pmi edili italiane vanno alla conquista del promettente mercato bulgaro

Incrementare la quota di mercato delle piccole e medie aziende italiane delle costruzioni in Bulgaria e nell’Est Europa: questo l’obiettivo della missione di follow up del presidente del Gruppo Pmi internazionale Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Gerardo Biancofiore, appena conclusa a Sofia, dopo un’analoga iniziativa che a giugno ha visto partecipare più di cinquanta imprese. «Questa missione – dichiara Biancofiore – rientra nell’ambito del nostro programma di attività a supporto dell’internazionalizzazione dei nostri associati, che è fatto di missioni preparatorie e di follow up oltre che delle classiche missioni commerciali. Puntiamo ad internazionalizzare le aziende con una strategia che le accompagni per mano nei mercati prescelti». I risultati che potranno scaturire sono particolarmente importanti, perché la Bulgaria collega gran parte del suo sviluppo futuro all’utilizzo dei fondi comunitari e i finanziamenti a disposizione del settore infrastrutturale per il periodo 2014-2020 riguarderanno il completamento delle reti stradale, ferroviaria, fluviale, marittima e il trasporto intermodale.  «La Bulgaria – continua Biancofiore – è una delle poche economie UE in grado di vantare una crescita di segno positivo nel 2013, è il secondo Paese dell’area UE con il più basso debito pubblico, dopo l’Estonia, con un grado di assorbimento dei fondi europei in miglioramento». Al 31 marzo, i contratti firmati nel quadro dei fondi strutturali sono stati pari al 115% del budget previsto, con il 60% dei pagamenti effettuati. L’Italia è il terzo partner commerciale della Bulgaria, dopo Russia e Germania, sia come Paese fornitore sia come destinatario delle esportazioni bulgare; l’interscambio complessivo è stato di oltre 3,8 miliardi di euro (11%). Tra i principali partner della Bulgaria l’Italia è quella che nel 2013 ha registrato il maggior incremento delle vendite, cioè il 13%, per un valore di 1,9 miliardi di euro, detenendo una quota dell’8,7% sulle importazioni totali bulgare.

DISTRETTO 33: Pensando a Expo 2015 un progetto di recupero per il Museo dell’Alfa Romeo

ARESE – Il prossimo 13 aprile, nell’ambito delle “Due settimane a SuperMilano”, Distretto33 darà vita ad una tavola rotonda che vuole richiamare l’attenzione sul Museo dell’Alfa Romeo di Arese e sulle sue potenzialità. Promossa insieme ad autorevoli rappresentanti delle istituzioni e del “mondo dei motori”, l’iniziativa vuole mantenere viva la volontà di riapertura del Museo storico, che potrebbe dare una seconda vita ad una delle ex-aree industriali più significative d’Italia. Il programma della giornata è molto articolato e a Villa Valera si parlerà di motori e di Alfa Romeo. Tra gli altri, saranno presenti il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e della Provincia di Milano Guido Podestà, oltre al sindaco di Maranello Lucia Bursi Sindaco di Maranello e al presidente di Distretto 33, Dario Ferrari, secondo il quale «il Museo storico dell’Alfa Romeo di Arese è stato in passato un punto di riferimento significativo per gli appassionati di motori. Tenere viva l’attenzione sulla necessità di riaprire un luogo che racchiude un pezzo importante della nostra storia industriale è secondo noi decisivo. Soprattutto con l’avvicinarsi di Expo 2015, questo progetto dovrebbe vedere una sua concreta realizzazione anche per vitalizzare il nostro territorio con una attività culturale che potrà continuare a portare visitatori anche a esposizione mondiale conclusa».

ANIE CONFINDUSTRIA: nel 2013 l’export italiano di tecnologie vale 30 miliardi di euro

MILANO – Da un’indagine condotta a campione tra le piccole e medie imprese associate ad Anie (la Federazione confindustriale che rappresenta l’industria elettrotecnica ed elettronica italiana), presentata durante il primo Open Day delle attività internazionali, è emerso che le strategie di internazionalizzazione si configurano come uno strumento imprescindibile per la conquista di nuovi mercati per ben il 60% degli intervistati. Nel 2012 l’export dei settori Anie era pari a 29 miliardi di euro; nel 2013 la previsione è di chiudere con una crescita dell’1,8%. Nonostante le difficoltà che gravano sulle imprese, l’Italia mantiene una posizione rilevante nel ranking dei primi dieci esportatori mondiali di elettrotecnica ed elettronica, posizionandosi al quinto posto con un quota sul totale esportato del 5%. A fronte di una domanda interna sempre più debole, si assiste in questo momento a una crescente attenzione a tutti gli strumenti che possano ampliare il ventaglio dei mercati serviti, con l’obiettivo di abbattere i costi e migliorare l’efficienza organizzativa all’estero: stipulazione di accordi commerciali in loco, costituzione di joint venture e reti d’impresa internazionali, apertura di filiali commerciali estere o di uffici di rappresentanza e siti produttivi sono solo alcune delle principali modalità di internazionalizzazione che le pmi di Anie hanno dichiarato di aver avviato nel primo semestre di questo 2013. Il 63% di coloro che affermano di essere interessati ad avviare una rete d’impresa nel prossimo futuro, vorrebbe farlo all’estero. I mercati potenzialmente più interessanti per le tecnologie dell’eccellenza ‘made in Italy’ elettrotecnica ed elettronica appaiono essere Medio Oriente, America Latina e Nord Africa. In queste aree, infatti, gli investimenti in settori strategici come l’energia, i trasporti e le costruzioni continuano a rappresentare degli importanti driver di crescita di lungo periodo. Esse si caratterizzano per un tasso di sviluppo vivace, che conferma la configurazione di una mappa della crescita mondiale sempre più variegata e mutevole. Ecco allora che le strategie di internazionalizzazione messe in campo da Anie Confindustria nel 2014 saranno votate proprio all’esplorazione di questi promettenti mercati: nel primo semestre dell’anno le imprese associate voleranno in Russia, nelle aree di Ekaterinburg e Sverdlovsk, per cogliere le opportunità offerte dai piani di sviluppo varati dalle autorità locali. Altre mete di rilievo saranno Cile e Perù, due delle economie sudamericane più promettenti dell’ultimo decennio, caratterizzate da una rinnovata progettualità volta all’avvio di nuove opere infrastrutturali per sostenerne lo sviluppo economico e colmare il gap creatosi rispetto ad altri paesi dell’America Latina. Nel secondo semestre 2014, invece, le attività di Anie si concentreranno sul Medio Oriente, con destinazione Arabia Saudita, Oman e Qatar, contraddistinti da un solido sviluppo basato sui proventi petroliferi. In questi paesi, le opportunità offerte alle tecnologie italiane sono costituite soprattutto dal settore energetico e da quello dei trasporti, anche in vista dei Mondiali 2022 che avranno luogo proprio in Qatar.

CDO: Dal Matching 2.0 la nuova cultura d’impresa per vincere la sfida della crisi

MILANO – Più di 1.600 espositori, 9 distretti tematici, 180 eventi, migliaia di incontri one-to-one programmati. Ma anche 200 operatori che hanno fornito informazioni specifiche su 42 mercati esteri, con presenze di 30 Paesi. Matching 2.0, l’evento per la conoscenza e lo sviluppo delle imprese nel mondo promosso da Compagnia delle Opere, ha chiuso la sua nona edizione con risultati incoraggianti. Gli spazi espositivi sono stati suddivisi in nove distretti tematici: Agroalimentare, Comunicazione, Edilizia, Energia ambiente sostenibilità, Finanza, Ict, Logistica, Meccanica, Sanità. Grande successo hanno riscosso i due settori che racchiudevano le tematiche chiave di quest’anno: il distretto Internazionalizzazione, con innumerevoli incontri tra gli operatori presenti e 36 workshop di approfondimento, e il distretto Reti d’impresa, che ha ospitato numerose case history e occasioni di formazione, conoscenza e partnership. Molte le personalità del mondo economico, associativo e accademico che hanno visitato Matching 2.0, due i question time tra imprenditori: con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, e con il Presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni. A conclusione della tre giorni milanese, Bernhard Scholz, presidente di Compagnia delle Opere, ha dichiarato: «Il momento difficile che le nostre imprese stanno attraversando attesta con chiarezza che senza trovare nuove forme di collaborazione non è possibile affacciarsi a nuovi mercati, né dare vita alle innovazioni necessarie per tornare a essere competitivi. Matching 2.0, con la ricchezza sorprendente di contenuti e di opportunità testimoniata da tanti imprenditori in questi giorni, ha mostrato che il cambiamento richiesto, se perseguito con coraggio, metodo e sincerità di fondo, è possibile, oltre che necessario. La grande sfida per tutti è continuare su questa strada, aiutandosi a sprigionare il potenziale ancora inespresso nelle nostre imprese, senza timore di coinvolgere i vari ambiti della vita di un’azienda, dall’organizzazione interna all’elaborazione delle strategie, dalla definizione dei prodotti di punta agli strumenti utilizzati per condurre le analisi di mercato. Possiamo e dobbiamo creare alleanze, reti e collaborazioni tra piccole, medie e grandi imprese. È una logica nuova, quasi un nuovo paradigma culturale: bisogna passare dal singolare a plurale continuando, già da domani, a lavorare insieme con il coraggio di cambiare», conclude Scholz.

CDO: accordi con BacktoWork24 e Promos per aiutare lo sviluppo delle pmi

MILANO – Il presidente di Compagnia delle Opere, Bernhard Scholz  e l’amministratore delegato di BacktoWork24, Carlo Bassi, hanno siglato una partnership per sostenere lo sviluppo delle piccole e medie imprese italiane. Grazie a questo accordo, la società del Gruppo 24 Ore e CdO collaboreranno sul territorio al fine di mettere a disposizione degli imprenditori nuove opportunità di cambiamento per l’impresa, che vanno dalla ricerca di competenze utili ad affrontare le complessità del mercato attuale, alle risorse finanziarie necessarie per i progetti di sviluppo. BacktoWork 24 è infatti specializzata nella ricerca di investitori privati in grado di apportare risorse economiche, manager, dirigenti e professionisti che vogliono investire capitali propri ed esperienza per diventare soci e partner delle aziende in cerca a loro volta di risorse e di know-how. Un secondo accordo ha invece per oggetto l’internazionalizzazione: Compagnia delle Opere l’ha sottoscritto con Promos, azienda speciale per le attività internazionali della Cciaa di Milano, per favorire l’espansione sui mercati esteri delle piccole e medie imprese. Oltre che mettere a fattor comune i servizi già disponibili per agevolare l’operatività delle pmi sui mercati globali, l’intesa mette a disposizione della base associativa di CdO numerose opportunità esclusive, quali la realizzazione di missioni imprenditoriali, di incoming di buyer e di un programma di formazione che utilizza le expertise di Nibi (Nuovo istituto di business internazionale di Promos).

GIFCO: i produttori di cartone ondulato in allarme per l’aumento di costo della materia prima

Il cartone ondulato è uno dei materiali da imballaggio più eco-ostenibili in circolazione, è naturale al 100%, rinnovabile e biodegradabile; oltre a questo è molto resistente ed estremamente versatile. Ogni anno, con questo materiale, in Italia vengono prodotte circa 3,5 milioni di tonnellate di imballaggi, ovvero oltre 6 miliardi di metri quadri di superficie. Con 4 miliardi di euro di fatturato, oltre 15 mila addetti e oltre 3,1 milioni di tonnellate di cartone ondulato prodotte nel 2012 dalle imprese associate, il Gifco (Gruppo italiano fabbricanti cartone ondulato) è, come associazione, il secondo produttore di cartone ondulato a livello europeo. E rappresenta un comparto produttivo che, a dispetto della crisi, si conferma ancora sostanzialmente stabile: i dati del primo semestre 2013 portano infatti un segno appena negativo, i volumi di produzione registrano una contrazione del -0,4% rispetto al 2012. Tuttavia queste previsioni ottimistiche sono smorzate da un problema che sta diventando sempre più contingente: l’aumento dei costi della materia prima, che è cresciuto notevolmente negli ultimi anni e che sta mettendo in seria difficoltà le imprese del settore, creando forti tensioni nel mercato dell’imballaggio. «Secondo i dati a nostra disposizione – spiega il presidente del Gruppo, Piero Attoma – tutte le tipologie di carta per ondulatori negli ultimi mesi hanno subito rincari: in meno di un anno la carta ha consolidato incrementi di prezzo che superano il 15%». Nell’ultimo periodo si sta assistendo anche a un contingentamento della carta proveniente dall’estero: i principali produttori stranieri di carta stanno concentrando le vendite su mercati del nord Europa, lasciando così ridotti i quantitativi a disposizione dell’Italia. Il calo dell’offerta sul mercato nazionale sta generando un ulteriore aumento del costo della carta proveniente dall’estero e una maggiore domanda per la materia prima di provenienza nazionale, con un relativo incremento dei costi anche di quest’ultima. Gifco associa al suo interno 74 stabilimenti che producono cartone ondulato (sia imballaggi che cartone in fogli) e che rappresentano il 90% della produzione nazionale di questo materiale.

CONFINDUSTRIA: è nata AdottUp, la vetrina on line per far incontrare pmi e start up

ROMA – Dall’11 ottobre scorso è disponibile online la prima “Vetrina delle migliori idee” di AdottUp con cui presentare agli associati le startup che hanno superato la selezione. Si tratta di un ulteriore passo del progetto realizzato da Piccola Industria con l’Area politiche territoriali, innovazione ed education di Confindustria, i Giovani imprenditori, gli esperti delle associazioni del sistema e con la collaborazione di Intesa Sanpaolo, rivolto a favorire l’incontro tra startup e pmi. Fra le 117 candidature ricevute ad inizio settembre, il comitato congiunto di Intesa Sanpaolo e Confindustria ne ha selezionate circa 50 di interesse. Di queste, dieci sono state considerate già pronte a entrare direttamente nella Vetrina, le altre – come previsto dall’accordo tra Piccola Industria Confindustria e Intesa Sanpaolo “Dare valore alle imprese: estero, crescita e nuova imprenditoria”- saranno formate gratuitamente da Officine formative per poi essere pubblicizzate. La Vetrina, che verrà aggiornata periodicamente, è consultabile online sul sito di Adottup. Gli imprenditori possono verificare la presenza di un’idea di impresa di interesse per le proprie strategie aziendali e, compilando il form di registrazione presente sul sito, una volta verificata l’appartenenza al Sistema, potranno ricevere maggiori informazioni sui progetti e/o si potrà dare avvio alla fase di contatto da parte di Officine formative che provvederà a fornire i riferimenti dell’impresa alle startup. Sarà cura di Piccola Industria, in questa fase sperimentale del progetto, aggiornare le associazioni del sistema sulle candidature all’adozione pervenute cosicché possano seguire, congiuntamente ai referenti territoriali di Intesa Sanpaolo, la fase di matching e di monitoraggio dell’adozione.

CONFIMI IMPRESA: sottoscritto con i sindacati il primo contratto nazionale per i metalmeccanici

ROMA – Grande soddisfazione del presidente di Confimi Impresa, l’industriale bergamasco Paolo Agnelli, per la sottoscrizione del nuovo contratto dei metalmeccanici siglato da Confimi Impresa Meccanica con le organizzazioni sindacali confederali: «Prosegue il percorso di rappresentanza di Confimi Impresa che, in pochi mesi dalla sua costituzione, è stata riconosciuta come nuovo soggetto maggiormente rappresentativo all’interno del sistema delle piccole e medie imprese nazionale e che trova ulteriore conferma con la sottoscrizione del nuovo ccnl di categoria». Si tratta del primo contratto collettivo di lavoro firmato da una categoria appartenente al sistema di Confimi Impresa (alla quale aderiscono 20mila imprese con 330mila addetti, per un fatturato aggregato di circa 70 miliardi di euro), «un contratto che si focalizza sul rafforzamento del comparto manifatturiero quale asse portante dell’industria italiana», ha aggiunto Agnelli. «Sono certo  che le imprese metalmeccaniche troveranno all’interno di questo contratto collettivo di lavoro nazionale gli strumenti idonei e più opportuni per la loro competitività. La firma sul ccnl dei metalmeccanici segue l’accordo interconfederale sulle relazioni sindacali siglato con Cgil, Cisl e Uil ai primi di agosto, che presenta alcuni elementi di principio assai significativi: la non proliferazione dei contratti collettivi nazionali, il riconoscimento pieno delle specificità territoriali e dimensionali dell’impresa, la centralità del ccnl quale regolatore dei trattamenti economici e normativi accompagnato dalla valorizzazione della contrattazione di secondo livello, un sistema bilaterale nazionale e territoriale delle pmi che eroghi servizi e prestazioni certe ed esigibili per lavoratori e imprese, la definizione di una governance condivisa nella gestione del fondo interprofessionale e la ricostruzione di un ente bilaterale della piccola impresa. Contestualmente all’accordo interconfederale era già stata sottoscritta l’intesa per la detassazione dei salari di produttività.

FEDERLEGNOARREDO: senza export e innovazione impossibile ripartire e crescere

MODENA – Per ripartire dopo cinque anni di crisi non ci sono altre strade se non quella dell’innovazione e della ricerca di nuove nicchie di mercato. A discutere di queste possibilità le aziende aderenti a FederlegnoArredo, riunite per il convegno nazionale del legno. Oltre 150 imprenditori si sono confrontati per cercare il modo più efficace per raggiungere nuovi traguardi in un mercato che ancora non è riuscito a ripartire. Sono grandi le difficoltà che ancora oggi il settore incontra, per questo è indispensabile puntare sull’estero. Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, ha voluto sottolineare come si debba guardare al di là del territorio nazionale: «pur non avendo la tradizione di export dell’arredamento e del design, le aziende del legno stanno guadagnando significative quote di crescita. Per favorire questo trend FederlegnoArredo sta lavorando per un piano ad hoc di internazionalizzazione e di sostegno all’estero per le aziende del comparto». In modo particolare, per una strategia vincente di internazionalizzazione, bisogna guardare a quei mercati ancora inesplorati, come l’Africa Subsahariana, il Vietnam e il Messico. Accanto all’export, però, non va dimenticata l’importanza dell’innovazione. Durante il convegno l’economista Stefano Zamagni ha suggerito ai presenti di investire in «innovazioni di rottura», ovvero in prodotti o processi in grado di modificare radicalmente il mercato e, quindi, le prospettive di crescita. Una direzione, quella dell’innovazione, che è già stata adottata dalle aziende del legno, con la creazione di prodotti nuovi e dalle grandi potenzialità.

ACIMIT: si rafforza la presenza delle macchine tessili italiane in Etiopia

ROMA – E’ divenuta operativa la collaborazione tra Acimit, l’Associazione italiana dei costruttori di macchine tessili, e BCaD Consulting Management Plc, società di consulenza etiope che si attiverà per promuovere la tecnologia tessile italiana nel Paese africano. Dopo la recente missione istituzionale ad Addis Abeba, svoltasi nello scorso mese di luglio, Acimit pone un nuovo tassello per rafforzare i legami tra i costruttori italiani e il tessile etiope. L’accordo prevede che BCaD fungerà da catalizzatore delle richieste provenienti dalle aziende etiopi e promuoverà l’offerta italiana presso gli enti governativi, gli istituti di formazione e gli operatori tessili etiopi. «L’accordo con BCaD ci permetterà una presenza costante in un Paese che rappresenta la nuova frontiera del tessile», afferma Raffaella Carabelli, presidente di Acimit. Le esportazioni italiane in Etiopia sono ancora di entità ridotta (valevano circa 2 milioni di euro nel 2012), ma appaiono in costante crescita negli ultimi anni. «Siamo fiduciosi – conclude Carabelli – che il contact point sviluppato con il nostro partner etiope servirà per far conoscere meglio quanto le nostre aziende possano offrire al settore tessile locale in termini di tecnologia e di esperienza da condividere con realtà tessili dalle elevate potenzialità».