MINERBE – Più di 4 milioni di metri cubi di calcestruzzo prodotti in pochi mesi, lavorando 24 ore al giorno: è il record produttivo raggiunto da Simem, l’azienda veneta specializzata in impianti di betonaggio, che sta partecipando con la propria fornitura impiantistica a quello che è attualmente il più grande e costoso cantiere al mondo: l’ampliamento del Canale di Panama, un’opera che vale oltre 5 miliardi di dollari. «A Panama abbiamo installato due impianti che producono complessivamente 1.400 metri cubi di calcestruzzo all’ora. E’ una commessa da 10 milioni di euro, che comprende sia gli impianti di betonaggio sia i nastri per il trasporto del cemento e la distribuzione ai diversi punti di utilizzo», spiega Federico Furlani, direttore generale di Simem, che insieme al fratello Michele e a uno staff di manager dedicati alle tre aree aziendali (uffici tecnici, supply chain, sales & marketing) ha ricevuto dal padre Piero – una presenza quotidiana e significativa in azienda dall’alto dei sui 83 anni! – il compito di traghettare l’azienda di famiglia verso gli orizzonti della globalizzazione. Iniziata nel 1963 con la produzione di macchine e attrezzature per i cantieri, la storia della Simem si è sviluppata ponendo sempre al primo posto la qualità e l’innovazione del prodotto: «Abbiamo da subito puntato sul know how ingegneristico per porci un passo avanti alla concorrenza», racconta Piero Furlani, che negli Ottanta aveva già messo piede nel nordAfrica e in Medioriente, riuscendo a “piazzare” colpi eccezionali come la vendita in blocco di 2.000 piccole betoniere con motore diesel e caricamento manuale in Iraq. La crisi del 2008 non ha trovato la Simem impreparata: «Il mercato italiano ci andava già stretto e anche oggi i nostri clienti italiani, come Salini, Astaldi o Impregilo, acquistano impianti per grandi opere all’estero. Abbiamo potuto mantenere un buon organico (circa 150 addetti) e un adeguato livello di fatturato (intorno ai 40 milioni di euro) grazie alla presenza consolidata sui mercati emergenti, come ad esempio India, Russia, Medioriente, Usa e America Latina», aggiunge Federico Furlani. Dal punto di vista della produzione, Simem ha diversificato il suo business e oggi copre tre aree: gli impianti di betonaggio per il calcestruzzo, gli impianti per il trattamento delle acque utilizzate in ambito industriale (acciaierie, industrie alimentari e tessili…) e i sistemi per il trattamento dei rifiuti solidi. L’evoluzione della mission, già ampiamente affermata nel campo delle applicazioni customizzate, torna ora a puntare alla standardizzazione dei prodotti, per offrire soluzioni tecnologiche affidabili e concorrenziali. Come l’ultimo nato, MMX, impianto di betonaggio mobile, facile da trasportare e da montare, in grado di produrre fino a 130 metri cubi di calcestruzzo all’ora: «E’ la risposta ai problemi di flessibilità produttiva con elevata mobilità, indicata per i cantieri in movimento e la realizzazione di grandi infrastrutture come strade, gallerie o linee di metropolitana. E’ un prodotto innovativo e brevettato, già venduto e utilizzato in una quindicina di cantieri in giro per il mondo, dal centro di Londra all’aeroporto di Gedda».