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DIRITTO SOCIETARIO: Milano ancora capitale imprenditoriale con 160mila aziende

MILANO – Oltre 160mila le società milanesi, un’economia dove prevalgono le 977mila di capitali sulle 877mila di persone. A Milano si concentra una società su dodici in Italia (8,5%), dato che sale per quelle di capitali (11%) e in particolare per le Spa (19%). Ma l’economia milanese (e italiana) si trasforma con la crisi, cambiando pelle per cercare di rendersi meno vulnerabile. Soffre il tipo d’impresa più strutturato che richiede più capitali: nell’ultimo anno le società per azioni attive (quotate e non quotate in Borsa) a Milano sono diminuite del 5,3% (-5,2% in Italia). Anche il trend delle società di persone nell’ultimo anno registra un segno negativo: -1,2% a Milano, -1,4% in Italia, anche se, almeno nel corso dell’ultimo anno, le società semplici vanno in contro-tendenza: +2,7% a Milano e +1,5% in Italia. Stabili invece le società a responsabilità limitata (Srl), che registrano sì nell’ultimo anno a Milano una lieve contrazione (-0,69%, rispetto al +1,6% italiano), ma rispetto al 2007 le Srl crescono del 7,1% (+37,4% in Italia), premiate in questo da chi cerca la tutela dei beni privati che non è assicurata nelle società personali. Segnali contrastanti per le cooperative: a Milano diminuiscono dell’1,6%, cui fa da contraltare il dato italiano: +0,7%. Decisamente meglio la situazione del settore non-profit milanese: in un anno cresce del 3,8% (più del dato italiano: +2,6%), un dato che si impenna al +8,7% dal 2007 ad oggi (+21,1% in Italia). Una crescita quella milanese che è legata soprattutto al mondo delle associazioni (+8,7% in un anno e +23,4% dal 2007) e delle fondazioni (+2,3% dal 2012; +23,9% dal 2007). Sono questi alcuni dati che emergono da una analisi della Camera di Commercio di Milano su dati del registro imprese e dalla ricerca “Una analisi empirica del sistema societario italiano” realizzata dall’Osservatorio del Diritto Societario della Camera di commercio di Milano in collaborazione con l’Università Cattolica.
Come cambiano le società con la crisi e come sono recepiti dalle società i nuovi istituti avviati con la riforma del diritto societario sono i temi analizzati in una ricerca dell’Osservatorio del Diritto Societario della Camera di commercio di Milano realizzata in collaborazione con l’Università Cattolica. Se ne è parlato oggi nel convegno in Camera di commercio “Oltre le parole i numeri: il diritto societario a dieci anni dalla riforma”, nel corso del quale è stato presentato il database dei dati relativi alle società italiane elaborato dall’Osservatorio su dati Infocamere, con la collaborazione di Gaetano Presti, Mario Notari, Carlo Bellavite Pellegrini ed il coordinamento scientifico di Paolo Montalenti. Secondo la ricerca, a dieci anni dalla riforma del diritto societario, in Italia si conferma una forma di proprietà molto concentrata: in più del 50% di società per azioni o Srl, il primo azionista controlla almeno il 51% delle quote societarie. Se consideriamo i primi tre azionisti, il dato sale al 90%. Per quanto riguarda poi la numerosità dei soci, le società di capitali in Italia che possiamo considerare presentare una struttura di governance complessa (con almeno 6 soci) sono il 6,8% del totale, un dato che però sale al 7,4% tra le società milanesi, che presentano anche la più alta incidenza per quanto riguarda le società con più di dieci soci: 1.757 società di capitali attive, pari all’11,1% del totale italiano. E con la crisi crescono le fusioni: nel corso del 2012 circa il 15% delle società per azioni e il 17,5% delle Srl è stata coinvolta in qualche operazione di fusione. E aumenta anche il numero di entità legali che svolge funzioni di controllo all’interno delle imprese in Italia (+69,5% dal 2005 ad oggi).
“L’obiettivo del nostro Osservatorio, che riunisce gli esponenti del mondo economico, sociale, istituzionale ed accademico – ha dichiarato Bruno Ermolli, Presidente dell’Osservatorio sul Diritto Societario della Camera di commercio di Milano – è quello di supportare il legislatore nella formulazione delle leggi che regolano il nostro sistema economico, nell’interesse generale delle imprese. Negli anni successivi alla promulgazione delle leggi, così come è avvenuto per la Riforma Vietti, l’Osservatorio e la Camera di Commercio ne monitorano l’applicazione, con l’obiettivo di formulare pareri e proposte al Governo e alle Amministrazioni dello Stato”.
Impegno che l’Osservatorio manterrà anche dopo l’odierno convegno, aggiornando con costanza sulla propria pagina web (http://www.mi.camcom.it/osservatorio-per-la-semplificazione-amministrativa) i dati estratti dal Registro Impresa e pubblicando ogni nuova attività che l’Osservatorio stesso promuoverà per monitorare e rendere più efficiente il rapporto tra le piccole medio imprese, da un lato e il legislatore, dall’altro. I risultati delle estrazioni saranno così messi a disposizione di chiunque vi fosse interessato che potrà avere accesso a dati completi (sia a livello locale che nazionale), facilmente accessibili, semplicemente cliccando sul link di riferimento.

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