Intervenendo al convegno inaugurale di Plast, la fiera internazionale dell’industria plastica, aperta a MIlano, l’economista Marco Fortis di Fondazione Edison ha tracciato un quadro a luci e ombre della filiera, inserendolo nel più generale contesto dell’evoluzione dell’economia italiana e internazionale. “Dopo la risalita dai minimi della crisi – ha spiegato Fortis – il 2012 sarà un anno di tamponamento, vista la caduta dei consumi e la contrazione, tra gli altri, delle costruzioni e dell’industria automobilistica, che è un cliente primario a cui questo settore fornisce interni, componenti, pneumatici. Ma è anche vero che la produzione mondiale di plastica ha toccato un picco nel 2011 (e si ipotizzano incrementi almeno fino al 2016) e che il settore resta un’eccellenza del nostro Paese e del made in Italy nel mondo”. Lo scorso anno l’export settoriale di macchine e attrezzature per la lavorazione di materie plastiche e gomma è cresciuto di quasi il 21% rispetto al 2010, a fronte di un mercato interno praticamente stabile (+0,9% in valore). Le esportazioni hanno sfiorato i 2,5 miliardi di euro, pur non essendo ancora tornate sui livelli pre-crisi, e il surplus commerciale del settore è cresciuto a 1,8 miliardi con segni positivi in tutti comparti. Per quanto riguarda i prodotti finiti in materie plastiche, le imprese italiane hanno esportato nel 2011 per un valore totale di oltre 9,5 miliardi di euro, con un incremento su base annua del 7,8% e con un picco del 12% per tubazioni varie e di poco più dell’11% per gli imballaggi in plastica. Anche qui il saldo commerciale si mantiene in campo positivo e dopo il minimo del 2009 sotto i 4 miliardi, nell’arco del 2011 è tornato ad avvicinarsi a 5.
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