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L’alleanza con il colosso cinese apre il mercato italiano del fotovoltaico ibrido

ROVERETO – La Cina ha bisogno dell’Italia, almeno per quanto riguarda il mercato degli impianti di energie rinnovabili di nuova generazione. Il colosso cinese Solax, nato come spin off dall’università dello Zhejiang, grazie all’impresa trentina Eneray è la prima compagnia ad avere la certificazione (CEI 021 12/2014) idonea per distribuire moduli innovativi ibridi (consumo e stoccaggio) di sistemi fotovoltaici. Secondo gli analisti questi nuovi sistemi, in grado sia di alimentare un’abitazione o un’impresa, sia di immagazzinare energia per la notte, sono considerati the next big thing, la prossima grande onda del mercato delle rinnovabili. «Un mercato sicuramente destinato a crescere», spiega Davide Tinazzi, che sui sistemi hybrid ha scommesso con la sua start up, Eneray, nell’incubatore di imprese green, Progetto Manifattura. «Nel contesto italiano i prodotti ibridi sono molto interessanti, poiché, come anche accaduto in Inghilterra e Germania, gli incentivi per l’energia da fotovoltaico sono scomparsi, mentre la bolletta elettrica continua a salire. Per questo ora serve massimizzare la produttività degli impianti». Ragione per cui il fotovoltaico si sta sempre più orientando verso l’autoconsumo. Una trasformazione importante, quella dell’autogenerazione di energia decentrata, che apre scenari interessanti per i produttori di batterie (come ha sottolineato il recente annuncio del genio californiano Elon Musk) e di inverter per sistemi ibridi. «L’obiettivo oggi è usare tutta l’energia generata nel fotovoltaico, grazie a nuove generazioni di batterie e di inverter, come quello di Solax, tra i più performanti al mondo» prosegue Tinazzi. Una scommessa quindi su una tecnologia cinese, per poter portare insieme il meglio dei due mondi dal punto di vista tecnologico. La produzione di qualità di Solax con il know-how d’impianti di alto artigianato di Eneray. «Crediamo che l’Italia sia il mercato giusto dove andare, perché il partner Eneray ci ha dato un aiuto professionale per poter adattare i nostri prodotti al mercato italiano», continua Tom Ji, regional sales manager di Solax. «Abbiamo dodici diverse procedure di monitoraggio lungo la filiera e simo gli unici produttori cinesi approvati e distribuiti dal gruppo tedesco Krannich, noto per la rigidità sulla scelta dei prodotti». In Australia Solax è la compagnia numero uno nel segmento inverter, mentre nel Regno Unito ha conquistato l’argento, battendo anche compagnie tedesche e svedesi. «Per le nostre compagnie è importante trovare nuovi partner commerciali di ottimo livello, anche con eccellenze cinesi, che dimostrano il dinamismo della green economy italiana e la capacità di fare rete anche con soggetti complessi come i grandi colossi delle rinnovabili del dragone», spiega Michele Tosi, di Progetto Manifattura.

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